Il Gazzettino. 20 anni di Buffon, da Parma-MIlan al confronto con Donnarumma: “Un anno avanti rispetto ai miei record”. Il portiere parente d’arte, l’esordio e le cadute fuori dal campo

Gianluigi Buffon e una delle sue superparate
Gianluigi Buffon e una delle sue superparate

La leggenda del santo paratore è iniziata 20 anni fa, allo stadio Tardini, con Parma-Milan 0-0. C’eravamo e Buffon piazzò 5 interventi di pregio, routine in base alla carriera, sorprendenti a 17 anni. Bucci aveva problemi a una spalla, la riserva Alessandro Nista, già titolare in serie A, nel Pisa, non era considerata da scudetto e allora il padovano Nevio Scala (oggi presidente del Parma) impiegò quel ragazzo alto e fisico, come il Donnarumma del Milan. E lì indagammo sulla famiglia, perchè in A era stato protagonista negli anni ’50 un Buffon, Lorenzo, cugino del nonno di Gianluigi, mentre la madre Maria Stella Masocco era stata campionessa italiana nel getto del peso.

Di lì a poco iniziarono anche le buffonate, cioè le uscite a vuoto comportamentali. Quell’88, di matrice ebraica, scelto come numero di maglia; il “Boia chi molla” scritto a pennarello, dal sapore fascista, e poi il diploma di ragioniere “recuperato” alle scuole serali, perchè naturalmente c’era da balzare fra i pali anche della nazionale, con esordio nel ’96, in Russia, nella tormenta di neve.

“Ma il debutto è indimenticabile – spiega il portiere, alla Juve dal 2001 -, dalla trepidazione per aver sentito la fiducia ricadere su di me, alla grande gioia perchè facevo conoscere il mio valore. Ero un po’ “squilibrato” e allora mi fecero da tutor Crippa e Minotti, Melli e lo stesso Nista, sino a Sensini. Mi mancano l’Europeo e la Champions League, per il resto ho vinto tutto. E Donnarumma è di un anno più precoce di me, tantopiù al Milan”.

Vanni Zagnoli

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