Assocalciatori. Bosman a 20 anni dalla sentenza: “Era inevitabile la decaduta di Blatter. Mi dispiace per Platini che avrebbe potuto cambiare qualcosa”.

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Jean-Marc Bosman

Bosman era stato capitano del Belgio under 21, negli anni ’80, e nello Standard Liegi collezionò 86 presenze, con 3 gol, e ora collabora un po’ con la Fifpro. Ha cambiato la storia dei calciatori, con la sua sentenza, contraddicendo l’articolo 39 del trattato di Roma.

I club però attuano contromisure precise, perciò quando si avvicina la scadenza di un contratto capita che la società per non perdere il giocatore a parametro zero lo ricatti: “O accetti il rinnovo alle nostre condizioni o ti mettiamo fuori rosa”.

All’epoca della sentenza, il commissario europeo alla concorrenza Karel van Miert, poi scomaprso, fu molto fermo nel far rispettare le conseguenze della Bosman. “Il suo successore, Mario Monti – spiega l’ex centrocampista belga a Repubblica -, non ha fatto altrettanto, perchè non si è mai occupato di sport. Durante il suo mandato, le pressioni politiche hanno avuto buon gioco e hanno permesso ai grandi club di plasmare le regole del mercato”.

Ora il commissario è una danese, Margrethe Vestager. “Adesso la Fifpro combatte l’iniquo sistema di mercato costruito dai grandi club. L’ente è forte e ramificato, non ci sono più io da solo”.

Intanto Blatter, il nemico di Bosman, è decaduto. “Era inevitabile, data la sua gestione da presidente della Fifa. Mi dispiace per Platini: da ex calciatore, alla presidenza dell’Uefa sembrava propenso ad aiutare i piccoli club. Forse la vicinanza con Blatter lo ha cambiato”.

Sino al 2000, Bosman avvertì un pizzico di solidarietà, in particolare dalla nazionale olandese. “Poi ci furono episodi isolati, ricordo un Milan-Arsenal del 2012. Van Bommel, Gattuso e Seedorf mi vollero aiutare. Seedorf disse ai giornalisti che potevano parlarmi ciascuno per 5′: non venne nessuno”.

Jean Marc Bosman a giugno ha perso il sussidio di 570 euro al mese che gli permetteva di sopravvivere con la madre di 85 anni, perchè si impegnava poco a cercare un lavoro. Negli ultimi tempi era stato impiegato saltuariamente all’Ikea e in alcuni negozi di abbigliamento sportivo.

Per arginare l’utilizzo incondizionato di stranieri, in estate la Figc ha promulgato la norma per cui le rose di serie A devono essere composte da 25 giocatori over 21, di cui 4 formati nel club e altri 4 formati in Italia. Per questa stagione, peraltro, chi non disponesse dei 4 formati nel proprio settore giovanile può averne 8 formati in altre società italiane.

ALTRI BOSMAN. Negli ultimi mesi, ci sono stati altri 3 pronunciamenti significativi, in materia calcistica. Nella Bundesliga, il portiere Heinz Müller aveva esaurito il contratto con il Mainz, voleva che gli fosse rinnovato a tempo indeterminato. Il giudice gli ha dato ragione, equiparandolo anche in questo caso agli altri lavoratori. Nella pratica, ogni club si potrebbe vedere costretto a tenere a libro paga i calciatori a vita, pensione compresa. E’ però evidente che i guadagni dei calciatori sono molto più consistenti rispetto ai normali dipendenti: nella Premier league, per esempio, sono stati di 20 volte, in 20 anni, raggiungendo la media di due milioni l’anno.

L’articolo 17 dello statuto Fifa deriva dalla sentenza Bosman e permette a un calciatore di svincolarsi senza giusta causa, secondo precisi parametri, temporali ed economici. Se ne avvalso per primo lo scozzese Andy Webster, contro gli Hearts of Midlothian, nel 2006. Incontrò qualche difficoltà per vedere applicato il codice a proprio favore ma poi tornò a giocare. Da allora molti altri calciatori se ne sono serviti.

Intanto, il Fifpro si è rivolto alla Commissione europea per affermare la libertà di un calciatore di trasferirsi con un preavviso di tre mesi, senza alcun compenso per il club, come ogni altro lavoratore, e così si azzererebbe il calciomercato.

LA BOSMAN GIOVANILE. Una sentenza significativa è arrivata ad aprile. A.B., minorenne, nell’estate 2011 firmò con la Virtus Valladossale, società piemontese, per giocare tra gli juniores. L’anno successivo la squadra non si iscrisse al campionato, così i suoi tesserati, per andare a giocare in un’altra società, avrebbero dovuto “riscattare” il proprio cartellino. La famiglia si è opposta e il giudice di pace ha sancito che la firma del cartellino, se riguarda un minorenne, necessita dell’autorizzazione del giudice tutelare e non della semplice firma dei genitori del minore, a differenza di quanto considera la Lega Nazionale Dilettanti. Il giudice di Appello, Mauro D’Urso, di Verbania, ha modificato i termini ma poi ha confermato la sentenza.

Dunque la Figc deve intervenire per regolamentare la situazione, altrimenti può andare in tilt il sistema, mettendo a rischio migliaia di tesseramenti e i relativi vincoli e premi di valorizzazione.

La sentenza stabilisce che qualunque firma che lega un minorenne a una società di calcio, vincolandolo fino all’età di 25 anni, è nulla anche se accompagnata dalla “garanzia” dei due genitori, poiché non si tratta di un atto di ordinaria amministrazione come ritenuto dalla leggi federali, bensì di straordinaria amministrazione e come tale richiederebbe l’autorizzazione del giudice tutelare.

EKONG PARIFICO’ GLI EXTRACOMUNITARI. Quindici anni fa, il tribunale di Reggio Emilia accolse il ricorso di Prince Ipke Ekong, nigeriano di 22 anni, contro il divieto opposto alla squadre di serie C dalla federazione di utilizzare giocatori extracomunitari. Ekong aveva firmato un contratto con la Reggiana quando la società emiliana militava in serie B, ma poi era retrocessa nell’allora C1. Il gip emise il provvedimento d’urgenza, ordinando alla Figc di tesserare Ekong per la Reggiana, facendo riferimento alla legge Turco-Napolitano, secondo la quale i lavoratori residenti in Italia hanno gli stessi diritti dei lavoratori italiani. Le norme federali avrebbero quindi discriminato Ekong. Da allora le norme per il tesseramento avrebbero cancellato la discriminazione fra comunitario e non. Sono state però le singole federazioni a mettere qualche paletto, per salvaguardare i giocatori autoctoni.

V.Zagn.

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