Usain Bolt era rimasto lì, coperto, per depistare Gatlin. Si conferma campione del mondo dei 100 in 9″79, è la gara regina dell’atletica, arriva quasi in avvio dei mondiali di Pechino e il giamaicano prevale su Justin Gatlin, americano discusso per il doping e imbattuto da due stagioni.
A 29 anni, Bolt sembrava sul viale del tramonto, resta lontano un paio di decime dal suo record stabilito sempre a Pechino, nell’Olimpiade del 2008, ma pure a Berlino, al mondiale successivo. Bolt è sempre Bolt, sempre saetta. Si conferma il più grande atleta di ogni tempo, la partenza è lenta, come sempre, recupera in progressione sul giovane statunitense Bromell e sul nuovo canadese De Grasse, entrambi bronzo in 9″92. Gatlin di fatto gli è sempre stato dietro, probabilmente è stato tradito dai nervi, dalla tensione.
Quest’anno aveva corso più volte con un tempo inferiore, anche in semifinale (9″77). E’ il terzo titolo mondiale di Bolt sui 100, l’unico lo perse per squalifica, a causa di una falsa partenza.
Presto i due saranno di nuovo di fronte sui 200 e lì adesso è favorito il giamaicano.
