Esultiamo, quell’ospite indesiderato ha lasciato il capannone. Chissà poi se pagherà, visto che risulta quasi nullatenente. Meglio non fare favori agli sconosciuti

 

Vanni Zagnoli alle prese con impuffatore
Vanni Zagnoli alle prese con impuffatore

 

Ma che piccola storia ignobile mi tocca aggiornare.

Aggiorno il pezzo recente.

DA 11 MESI È OSPITE GRATIS IN UN CAPANNONE E ADESSO finalmente se n’è andato. Aveva cambiato la serratura per intralciare noi proprietari.

MEGLIO NON FARE PIACERi A NESSUNO E TENERE UN IMMOBILE VUOTO, ASPETTANDO L’OCCASIONE GIUSTA E SERIA.

Perchè poi quell’ospite chissà mai quando pagherà, visto che risulta nullatenente e ha poche centinaia di euro, in due conti.

Vanni Zagnoli

Piccola vicenda significativa di come va il mondo nel 2015.

Dunque, una famiglia reggiana è proprietaria – io e mia moglie -, tramite un’anziana signora – mia madre Emilde, che ha l’usufrutto -, di un capannone.

A settembre 2014 si presenta un imprenditore fermo da mesi, misterioso. Atteggiamento da buon uomo, in apparenza.

E’  interessato all’affitto. “Appena inizio a lavorare, non ci sono problemi, di pagamento, mi interessa”.

Bene, a fatica i proprietari – merito solo di mia moglie – ottengono un precontratto, 1500 euro di caparra anticipo per i primi tre mesi. Entro il 20 dicembre, l’impegno a sottoscrivere il contratto, altrimenti appunto trattengono la caparra.

Il locatario ancora non lavora, lascia in quel capannone attrezzature che non usa ma che gli possono essere utili.

Chiede di aspettare, continua a restare dentro gratis.

Dall’inizio i patti sono chiari: se capita un’offerta irrinunciabile, anche a contratto in corso, per favore si chiede di uscire dal contratto.

Dal 20 dicembre, il contratto non esiste. al preliminare non è stato dato seguito e quella persona in affitto resta dentro per grazia ricevuta, grazie alla sensibilità della famiglia proprietaria.

A inizio aprile arriva un’offerta concreta, un’imprenditore avviato, da 35 anni in attività, è interessato a quella struttura. Chi è dentro viene avvisato. “Martedì l’incontro decisivo, le faremo sapere, ma ovviamente non abbiamo vincoli con lui”.

Martedì sera, inizio mese, appunto l’incontro in agenzia immobiliare, si trova un accordo di massima.

Chi è dentro gratis viene avvisato, chiede 24 ore.

L’indomani l’imprenditore interessato all’immobile chiede se il contratto si può perfezionare, i proprietari sentono chi c’è dentro, che naturalmente non risponde.

Avvisano per mail, per sms di avere trovato l’accordo con un’altra azienda, nessun riscontro. Chiedono, come da accordi verbali, da buon senso di liberare al più presto lo stabile, almeno entro il 15 aprile.

Chi è dentro gratis risponde al telefono in tarda serata: “Avete finito di rompere i coglioni?”. Come?

Anzi, io ero andato in loco per dare un’occhiata allo stato dell’immobile, per vedere quanta roba fosse stivata dentro. Impossibile entrare, la serratura è cambiata, la chiave non gira. Quel re dei tentenna che è dentro gratuitamente da tre mesi risponde così: “Avevo paura che deste fuoco alla mie merce. E ho le prove che per almeno due volte siete entrati senza avvisarmi”.

Poi volevamo rivolgerci ai carabinieri per avere ripristinata la serratura e riconsegnata la chiave, chiediamo invece lo sfratto tramite un legale, Stefano Marchesini.

Chi è dentro non capisce che in 15 giorni ha tutto il tempo per uscire e fare trasloco, trovare un’altra sistemazione per la merce.

A fine luglio, dopo una lunga trafila di documenti, la registrazione postuma del precontratto e altro, il tribunale ci dà ragione. Chissà perchè quel 51enne reggiano ha altri 3 mesi per liberare l’immobile. Fine ottobre chiede altro tempo, ancora non se ne va. Ha un impianto di autolavaggio da sistemare altrove, temiamo tempi infiniti.

Ieri la svolta, parallelamente all’uscita dell’ufficiale giudiziario ha riconsegnato le chiavi.

Intanto l’avvocato Stefano Marchesini, per quanto oberato di cause e lavoro, nonostante i miei imput irritanti – poichè i tempi giornalistici sono molto diversi da quelli della giustizia italiana -, procede e pignora il più possibile i conti. Il signore reggiano, abitante a Correggio, dovrebbe 8mila euro abbondanti, comprese le spese legali. Seguirà, seguirebbe la causa civile, perchè abbiamo perso un’opportunità vera, un contratto di 6 anni a cifra interessante.

Morale.

Meglio non fare favori a nessuno, tantomeno in tempi di crisi. Perchè chi viene ospitato in maniera gratuita, aiutato nell’attesa di iniziare a lavorare, pretende di restare anche senza contratto, accampa chissà quali diritti morali e materiali.

“Ho ripulito, ho sistemato tutto, adesso era perfetto. Non si trattano così le persone, non ci sto a essere trattato come un bamboccio”.

In nottata sono andato a vedere lo stabile, non è propriamente pulito, anzi, ma poi c’è merce del precedente ospite. Che pure aveva chiesto di uscire con un anno di anticipo dal contratto.

In realtà chi è stato fatto fesso era il proprietario dell’immobile, cioè chi scrive, perchè ha avuto troppa fiducia.

Io, solo io. Ho insistito io con mia moglie, mia madre fatica, con l’Alzheimer. Io, turlupinato da un quaquaraquà.

Il contratto non è mai stato redatto, il precontratto ha aspettato la firma per 2 mesi, in autunno di un anno fa.

Insomma, meglio davvero tenere vuoto un immobile piuttosto che omaggiarlo o quasi. Perchè 1500 euro su un totale di 6 mesi è un omaggio. Meglio non portarsi rogne. Molto meglio.

 

 

 

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