Boxe, la morte di Cassius Clay. Non ho mai amato i miti assoluti, i più forti e celebrati. Tenevo George Foreman e gli avversari. Gianni Minà è stato grande, con Mohammed Alì, Fidel Castro e Maradona, però preferisco i loro avversari

 

di Vanni Zagnoli

Racconto personale, non necessariamente condiviso dagli amici del sito.

Cassius Clay, certo, è morto e tante volte ho visto e letto di lui. Soprattutto rammento le interviste di Gianni Minà, che ho conosciuto da direttore di Tuttosport. Speciali splendidi, grandi pezzi di tv, però… Però preferivo gli avversari di Cassius Clay, come George Foreman, e gli antagonisti dei grandi magnificati da Minà, ovvero Fidel Castro e Maradona. Insomma, Pelè o Cruyiff o altri ancora.

La lotta con il Parkison, certo, mi colpisce. A Reggio Emilia c’è un barista che incontro spesso, egiziano, che ne soffre, molto più giovane. MIlioni di persone nel mondo combattono in silenzio.

Alì era il pugile più famoso, per me non il più forte. Marvin Hagler, ma soprattutto Mike Tyson credo sia stati a tratti superiori, ma anche altri. Foreman è stato più longevo.

Non amo la nobile arte e in questo senso sono già fuori tema e arcicritico per principio.

Grande rispetto per tutte le religioni, però, non so. Alì mi sembrava un pizzico costruito, come personaggio.

Poi sono troppo giovane per averlo davvero assaporato. Mi affascina la storia della figlia Laila, pugilessa, nella foto in copertina

Quindi, onore al mito, mi inchino davanti alla storia di Cassius Clay e di tutto ha fatto per il pugilato e per i diritti delle persone di colore, però… Però, credo ci siano stati altrettanti personaggi, nella storia dello sport, molto più piccoli ma molto più dimenticati.

Poi, per carità, mi dovrei documentare, leggere, rileggere, capire.

 

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