Caro Ordine dei giornalisti, caro Carlo Verna

Da ormai semidisoccupato, mi sono appassionato alla vicenda Feltri, Senaldi, io stesso sono stato querelato da Dante Bertoneri, per il quale – decine di colleghi sono testimoni – ho fatto come nessuno.

Mentre un collega che avevo intervistato mi aveva deferito all’Ordine, non so se abbia poi cambiato idea.

Senza considerare una collega che mi ha diffidato al non pronunciare il suo nome.

Caro Carlo, detto questo ti chiedo. La mulatta di Senaldi, di Feltri, magari di Zulin, non so. Ma ti chiedo.

Scusa, ma i toni di Vittorio Sgarbi, le sue gag sul water.

Scusa. Devo ancora titolare perchè li faccio, come video, e poi non sto bene e rinuncio a titolare. Scusa, ma perchè non ascolti una serie di puntate de La Zanzara di Giuseppe Cruciani.

Non ho mai sentito nessuno, nessuno, parlare di triplo anal, non me l’aspetto da radio 24.

Serve uno che parta. Scusa, ma il linguaggio. Si fanno battaglie per una parola fuori posto, va bene, il titolo in prima pagina, ma moralizziamo.

Ho perso il concorso RAi ma non ho studiato tanto la deontologia.

Informazione e soldi. Ti assicuro che tanti colleghi fanno ufficio stampa e hanno un sito dove parlano bene o danno più spazio possibile alla società che già li paga.

Prendiamo anche soltanto tutti gli incarichi che riguardano tutti gli organismi di tutta la categoria.

Tutti i colleghi sanno quanto io adori, in senso letterale, tantissimi colleghi, compreso magari lo stesso Cruciani al quale ogni tanto mi ispiro anch’io, su certi temi.

Ma ti chiedo, caro Carlo – e Maurizio Paglialunga e Guido D’Ubaldo e tutta l’Ussi e il Gergs e l’ordine dell’Emilia Romagna e l’Aser sanno, Carlo -, ma perchè non diamo spazio e potere ai non contrattualizzati.

Andiamo verso il rinnovo. Perchè non tuteliamo davvero, per davvero, i precari come me. 50 anni ed evitato, questa è la verità, offrendo loro occasioni per non farli uscire dal mercato?

Va bene garantire i giovani, ma c’è una fascia di gente della mia età che ha dovuto cambiare mestiere.

Almeno, Carlo, almeno, non possiamo lasciare spazi a noi evitati, a noi che per una serie di errori, di sicuro, nostri, non siamo riusciti ad arrivare nelle redazioni e ora finiamo stritolati?

Non so, Carlo, quanto guadagni un redattore, anzi, lo so. Ma perchè chi guadagna di più non si tassa per aiutare economicamente o per lasciare spazio a chi non ha più o avrà più.

Ma restiamo su quel che non sai. Servirebbe una legge, come Ordine, da proporre a youtube, in base alla quale una volta fatta un’intervista – ne faccio tante in video – la persona non può avere il diritto, semplicemente perchè una domanda o un passaggio non gli piace, di obbligarmi a non pubblicarla, a minacciare azioni legali. Youtube non ha giornalisti, non ha deontologia, youtube semplicemente dà ragione anche a chi, a distanza di anni, salta fuori e sostiene di avere violata la sua privacy.

Di recente un caporedattore è stato licenziato, ha rinunciato a rivolgersi al cdr. Quando una collaborazione finisce, dovrebbero scendere in campo Ordine, associazioni di categoria, per far sì che i tagli non azzerino una collaborazione, una persona.

Si dovrebbe impedire, caro Carlo, che un redattore o un caposervizio o un pensionato attacchino chiunque, sui propri social, o d’accordo con la direzione e l’editore e che invece un freelance sia non accreditato semplicemente perchè ha osato riprendere un pubblico, fatto una domanda troppo nazionale.

Bisognerebbe evitare, caro Carlo, che a essere favoriti siano i dopolavoristi.

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