I cittì campioni hanno lasciato dopo le vittorie dei Mondiali. Sabella si è congedato a prescindere.

A meno di ventiquattro ore dall’inizio del nuovo anno vogliamo raccontarvi un altro aneddoto mondiale. Quella dei commissari tecnici che lasciano. Magari dopo aver vinto. Ma per Alejandro Sabella non è stato così. Ha deciso di non essere più il selezionatore dell’Argentina per riposare.

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Alejandro Sabella

Così il sessantenne tecnico nato a Buenos Aires ha lasciato a prescindere la Seleccion. Non importava quale fosse il risultato finale con la Germania: la sua decisione era stata già meditata. Certo avesse lasciato l’Argentina con una vittoria al Mondiale sarebbe stato tanto di guadagnato, ma aver portato una squadra con un gioco modesto in finale è tanto. Invece alcuni suoi colleghi hanno deciso di dimettersi dagli incarichi di cittì soltanto dopo aver vinto. Sono i casi di Lippi nel 2006 per l’Italia dopo aver trionfato ai rigori con la Francia; Scolari nel 2002 per il Brasile dopo aver battuto la Germania con una doppietta di Ronaldo; Jacquet (Francia) nel 1998 dopo aver sconfitto per 3-0 il Brasile; Parreira nel 1994, superata l’Italia soltanto ai calci di rigore; Beckenbauer nel 1990 con la Germania, piegata l’Argentina.

L’attuale presidente onorario è stato il primo allenatore a lasciare la propria Nazionale da vincente prima che la tradizione venisse interrotta da Lippi sedici anni dopo. Infatti Del Bosque con la Spagna e Loew con la Germania dopo aver vinto i Mondiali sono ancora i selezionatori delle rispettive nazionali.

Biagio Bianculli

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