(Di)vagando. Il buon senso negli arbitraggi. Le differenze fra Juve e Milan, il fattore Stadium. Le capienze abbassate in maniera ingiustificata. Tutti gli errori dei presidenti più ricchi. Giampaolo rovina la festa della Samp parlando di Muriel in partenza. La Spal dei parenti d’arte.

Vanni con Marco Giampaolo, primattore della Sampdoriadi Silvia Gilioli e Vanni Zagnoli

Il meglio della settimana è rimasto nelle mail delle redazioni sportive, nazionali e regionali, e allora come sempre lo ripropiamo qui.

  1. Il buon senso negli arbitraggi. Mai un rigore non solare nei primi istanti e soprattutto negli ultimi secondi. Della volontarietà. La sudditanza esiste sempre? La sestina è comunque utile, altro che. La var avrebbe fatto cambiare idea? Non è detto.

2) La differenza fra Juve e Milan: è pressione, gioco, precisione, coraggio, esperienza in panchina, fatturato, solidità societaria, certezze. Il fattore campo Stadium. 33 vittorie di fila viene in mente nel 99 quando Ciro Ferrara perse in casa 1-4 dal Bayern Monaco di Luca Toni.

3) Le capienze abbassate degli stadi, il San Paolo da 80mila a 60mila, il Mapei aveva 29.600, è a 22mila, mi pare, assurdo. Quando il Camp Nou tiene 97mila. Sicurezza, certo, però… stadi vecchi, va beh, ma non è che crolla, se è pieno, uno stadio.

4) Tutti gli errori dei presidenti più ricchi. Moratti dovrebbe riprendere Gasperini, scusandosi per non averlo lasciato lavorare. Berlusconi dovrebbe ammettere l’errore di non aver preso Emery e di ascoltare la figlia su Allegri. Seedorf, Inzaghi, Brocchi, tutte scelte sbagliate. Galliani voleva Sarri, era già loro, non l’ha voluto Berlusconi, magari anche per questioni politiche, in fondo non sopportava lo Zaccheroni scudettato, uomo di sinistra. Gli errori dei presidenti sono infiniti ma sugli allenatori è più facile. L’Inter ha sbagliato a cacciare Mazzarri, a riprendere Mancini, a prendere De Boer. Giulini del Cagliari per esempio è bravo a tenere Rastelli, lo cambierà magari a fine anno. Nel dubbio, molto meglio chi gioca, chi gioca bene, rispetto a Castori e ai difensivisti o ruminatori di calcio.

5) Essere Giampaolo: “Muriel se ne andrà”. Rovina la festa. Un grande, altrochè depresso, anni fa. Ha sbagliato solo a Cesena. Muriel e Schick, bei talenti, bell’impianto, bella Samp che sa anche imporre il gioco, non solo la tigna di Mihajlovic. Quella non serve.

6) La Spal dei parenti d’arte. Ne aveva 5, mi pare, sono rimasti 3-4. Il figlio di Marchegiani e di Zigoni. Ma poi Reja, Capello, Massei, GB Fabbri, Mazza, l’Emilia di tradizione, quei campionati in A.

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