Enordest.it. Al Menti per respirare la leggenda del Real Vicenza

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Vanni Zagnoli

Il nostro viaggio a Vicenza è stato nella notte della salvezza sperata, che poi a Cosenza si è trasformata in retrocessione, in serie B, dopo appena due stagioni.

C’era Sara Vivian, ufficio stampa, affascinante. Segue il proprietario Renzo Rosso dalla serie C2, dal Bassano, Virtus, al Lanerossi. Sara ci ha consentito di raccontare lo stadio Romeo Menti, nel giorno di una bella conferenza stampa di Stefano Rosso, il figlio di Renzo, con il direttore generale Andrea Bedin, ex serie B, che avevo conosciuto in quella veste.

Sono passate troppe settimane, restano le emozioni. Il piacere di assaporare il biancorosso. 

Sono entrato sul campo del Menti, sul manto, verde, alla vigilia di un evento organizzato da romagnoli. Ho girato per le tribune, quel che non avevo fatto, ma molto avevo percorso, nella notte del mio viaggio da Civitanova, Marche, Macerata, dallo scudetto numero 7 della Lube, nel volley, a Vicenza, appunto.

Le emozioni, dicevo, del Menti. Le mie sono state forti, andai nel ’98, direi, addirittura per il Corriere della Sera, comunque era un Vicenza-Bologna, con Signori protagonista, c’era Francesco Guidolin, sulla panchina biancorossa.

E andai la notte magica della coppa delle Coppe, contro il Chelsea, contro Vialli, Gianluca, che da anni non sta bene, il Gianduca, come lo chiamava Gianni Brera. Finì 1-0, direi, e giocò un giovanissimo Massimo Ambrosini, pesarese, commentatore di Dazn, ex Sky, sport.

C’erano anche, credo, forse, Giovanni Ratti e Giorgio Barbieri, de La Provincia di Cremona, Ratti è una grande penna, molto più di me, adesso in pensione, ama la Juve e i fumetti, è pittoresco, fiabesco, nello scritto.

Ebbene, Enrico Pirondini, reggiano, di Guastalla, già allo sport di Mediaset e direttore de La Nuova Ferrara, lo spedì inviato a Londra, al ritorno, al 3-1, ma era uno 0-2, se ci fosse stato il var, a convalidare il raddoppio di Luiso.

Il Menti, dunque, è tantissima roba, qualcosa devo ancora scoprire, su youtube, da vannizagnoli.it, le riprese nell’ultima notte cadetta, all’interno dello stadio.

Ho solcato i settori, camminato, quasi pianto, perchè il Lanerossi è tanta roba.

Un giorno convincerò Giorgio Carrera ad aprirmi casa sua, era il libero, reggiano, di Bagnolo, in Piano, del Real Vicenza, per raccontare la squadra vicecampione d’Italia, dietro la Juventus, nel 1977-’78, con Paolo Rossi centravanti e Giovan Battista Fabbri in panchina, ferrarese.

Ricordate che per la morte di Pablito ho raccontato, anche in video, la figlia, di Gb.

Erano biancorossi eroici, di cui ci sono poche immagini, l’anno successivo uscirono al primo turno, in Europa, in coppa delle coppe, mi pare, con il Dukla Praga, all’andata il ceco Maceda mise fuori causa Rossi, al ginocchio.

Giussy Farina era il presidente, vive ancora, l’ho raccontato in video per Mediaset premium, la tribù del calcio, anni fa, andai proprio al ristorante, mi pare, non a casa sua, e ci fermammo a cena con lui con la troupe della tv.

Adesso è in casa di riposo, ma lucido, l’ho chiamato un anno e mezzo fa, alla morte di Pablito, era desolato, con tutti.

Era un Vicenza da mandare a memoria.

Ernesto Galli, dunque, scomparso, fra i pali, e poi Lelj, anche alla Fiorentina, e Marangon, Luciano, poi campione d’Italia, Prestanti era lo stopper, Carrera il libero, Guidetti prima o dopo il mediano a sostegno, avrebbe detto Sandro Ciotti, la voce rauca di radioRai, scomparsa ormai 20 anni fa, dopo Enrico Ameri. Rosi, Faloppa, Filippi, Paolo Rossi, appunto, ma anche Salvi, dalla cintola in su.

Volutamente non guardo su wikipedia, sarebbe troppo facile.

Quella sera, allora, di maggio, direi, del playout, andata, sono stato al terzo tempo, modello rugby, sotto la curva dello stadio Romeo Menti, avevo molto timore, non ho filmato tanto, ho sempre paura di prenderle, gli ultras non accettano di finire su youtube, ma non ho corso rischi.

C’era gente fisicatissima, di successo con le donne, ma sempre a bere birra.

La leggenda del Lane.

Quella sera arrivo tardi, per la ripresa, prima però mi godo lo store, del Vicenza, incredibile, da Champions league, mi manca l’hospitality.

Il Menti è un signor stadio, bello, ma non dappertutto, ha alcune parti ancora fatiscenti, brutte.

Conta che ci sia la famiglia Rosso, con il marchio Diesel e un potenziale da serie A.

Aspetto il Vicenza in Europa, come con Francesco, Guidolin, il mio allenatore preferito assieme a Giampiero Gasperini. Sono due fra i più sottovalutati al mondo, il trevigiano a 63 anni ha deciso di smettere, dopo il Galles, a 64 il Gasp insegue ancora il secondo posto e la semifinale di Champions league, quest’anno peraltro neanche è in Europa ma è in testa, dopo un lustro da record.

Il Vicenza è da record, è stato grande negli anni ’60 e ’70. Il Lane, il Vicenza. Da brividi.

Un giorno, andate al Menti, vibra. Vibra tutto, vibra il cuore. Anche se la squadra ha iniziato con 7 punti in 4 gare, in serie C. Magari duetterà per la risalita con il Pordenone e il Padova, l’Arzignano difficilmente reggerà, Triestina e Virtus Verona per il momento sono dietro.

Da “Enordest.it”

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