Enordest.it. Nuotatori a cui mancano solo le branchie

l’integralità del racconto dell’ultima settimana di sport

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Vanni Zagnoli

Due settimane, oggi, dalla fine degli Europei di nuoto, a Roma, noi c’eravamo e qui ripercorriamo qualche notizia ed emozione. Notazioni anche da altri sport, come sempre, nel nostro zizzagare.

Intanto la notizia più drammatica è arrivata domenica scorsa, la morte di Roberto Minisini, il padre di Giorgio, 4 ori europei e due mondiali nel nuoto sincronizzato. Aveva 56 anni, era giudice internazionale, era a bordo vasca anche a Roma e l’aveva spinto a praticare questo sport quando ancora era pionieristico, a livello maschile. La mamma Susanna De Angelis è allenatrice, agli Europei guidava il Belgio, da tempo lavora in Svizzera.

Sempre nell’artistico, Linda Cerruti festeggia sui social mostrando le medaglie, le arrivano messaggi sessisti, lei replica così: “Sedere e gambe sono davvero ciò che resta dopo vent’anni di allenamenti?”. 

Aveva postato una foto in posa tipica da sincronette, con le medaglie, sono arrivati commenti inaccettabili. “Dopo più di 20 anni di allenamenti e sacrifici, trovo a dir poco vergognoso e mi fa davvero male al cuore leggere quest’orda di persone fare battute che sessualizzano il mio corpo”.

Nei tuffi, una regina d’Europa è marchigiana. Andrea Spendolini-Sirieix gareggia per l’Inghilterra, dov’è cresciuta, ha il papà francese e la mamma di Mercatello sul Metauro, Pesaro. E’ specialista della piattaforma, dai 10 metri, a Roma si è aggiudicata l’oro individuale e anche nel sincro, e poi il bronzo nella squadra mista. “Vengo da eccellenti giochi del Commonwealth – racconta -, con due ori e un argento, e dal bronzo mondiale di Budapest, di un mese fa”.

Ha 17 anni, studia all’highlevel, a Londra, dopo il primo oro si è commossa, su Sky, in diretta, ascoltando le parole di Francesca Dallapè, suo idolo da bambina: “Da piccola guardavo lei, Tania Cagnotto e tutti i tuffatori italiani, per me erano un esempio”. 

Nel nuoto, spicca come sempre Gregorio Paltrinieri: “Ho avuto dubbi, nel passaggio alle acque libere – ci spiega, prima di partire per il Messico, in vacanza con Rossella Fiamingo, ex fidanzata del padovano Luca Dotto -, ma almeno sino a Parigi porto avanti piscina e mare. Il mare alto come a Ostia mi penalizza, quando avrò sentore di gare del genere lo devo allenare, perchè sennò perdo i miei super poteri. Vorrei fare e vincere tutto e quando perdo resto ancora male. Acerenza meritava da tempo un oro. 

L’anno scorso la mononucleosi mi ha penalizzato, questa è stata una grande stagione. Con l’atletica facciamo un percorso parallelo. Tamberi? Mi basta uno sguardo per capire quando è al top”.

L’oro in staffetta mista è arrivato anche grazie a Rachele Bruni, una delle prime sportive italiane a fare outing, dopo la medaglia di Rio, è fidanzata con Diletta. “Mi alleno proprio in Brasile – ci rivela – e rispetto al podio olimpico di 6 anni fa sono cambiata tanto”. E’ fra i molti azzurri che si allenano all’estero.

Sempre a Ostia, siamo stati testimoni di una delle pagine più negative nella storia degli sport d’acqua, con la 25 km di nuoto in acque libere fermata per le onde pericolose, senza peraltro cristallizzare la classifica, mentre l’Italia aveva sul podio, virtualmente, 3 uomini e 2 donne.

“La giuria è stata incompetente – spiega Mario Sanzullo, uno dei fuggitivi, e il coordinatore tecnico Stefano Rubaudo -, bastava fermare la gara anche senza preavviso, fotografare l’ordine di arrivo di quel momento e non avvisare alcuna federazione della necessità dello stop”. 

Matteo Furlan da San Vito al Tagliamento ha 33 anni. “E non avrà tante altre occasioni – dice l’erede di Massimo Giuliani, come dt -. La Len si è scusata ma non basta. Con Paltrinieri e Wellbrock al via, il fondo muove campioni e grandi interessi, anche i giudici devono avere una professionalità superiore, nonostante la differenza di guadagni. In Italia i giudici sanno esattamente che fare e lo dimostrarono anni fa, a un campionato italiano”.

Agli Europei multidisciplinari, a Berlino, nell’atletica il personaggio è stato Yeman Crippa, vincitore dei 10mila. “I miei genitori – racconta – sono morti di una malattia infettiva in Etiopia. Vengo dall’orfanotrofio, sono stato adottato insieme a 8 fratelli: in Kenya vedo ancora i bambini in strada. Se l’Italia diventa più multiculturale è un bene”.

Sono iniziati gli Europei di basket, a Milano l’Italia strabatte l’Estonia. Il nuovo ct Gianmarco Pozzecco però inizia con il piede sbagliato, lasciando a casa il migliore dell’ultima serie A, Amedeo Della Valle, capocannoniere a sorpresa. L’ultima volta che un mvp italiano della serie A non andava a una grande manifestazione fu alla fine dello scorso millennio, quando Vincenzo Esposito non venne richiamato da Tanjevic, per l’Europeo e per le olimpiadi del 2000. Pozzecco parla di “scelta difficile, ma congeniale al gruppo”. In realtà è un errore, per una squadra che contro le grandi nazionali fatica tanto a segnare, andava costruita la nazionale attorno a lui e a Gallinari. Che nel frattempo si è infortunato gravemente e rischia di restare fermo per l’intera stagione di Nba. A maggior ragione, Della Valle meritava di essere richiamato.

Nel calcio, Giacomo Raspadori si è trasferito al Napoli, dal Sassuolo, non tutti sanno che ha un fratello maggiore fra i dilettanti, si chiama Enrico e ha pure cambiato squadra. A 25 anni lascia l’Anzola per restare sempre nel Bolognese e in Eccellenza, al Castenaso.

Siamo stati a Trigoria e nella sala stampa c’è una bella galleria di personaggi che hanno fatto la storia della Roma, alcuni dei quali del trapassato, di diffiicile riconoscimento. A partire dal primo presidente, Italo Foschi, in alto con gli occhiali. Questo video rappresenta una sorta di quiz

Da “Enordest.it”

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