Gazzetta del Sud, nuoto sincronizzato. Mariangela Perrupato: “Io, la Calabria, Giorgio Minisini, il mio fidanzato e le Olimpiadi. Amo danzare solo in acqua, in tv sarei a disagio”.

Mariangela Perrupato a Saracena, premiata dal padrino Saverio Boccia
Mariangela Perrupato a Saracena, provincia di Cosenza, premiata dal padrino Saverio Boccia

L’integralità dell’intervista uscita ieri su La Gazzetta del Sud, con un grazie a Paolo Cuomo.

Vanni Zagnoli
Quel bronzo nel duo libero del nuoto sincronizzato è anche parecchio calabrese. Perchè Mariangela Perrupato è nata a Castrovillari e viveva a Saracena, sempre nel Cosentino. Il 15 settembre compirà 27 anni, a 5 si trasferì nel centro di Genova con i genitori Monica Vacca, 48enne insegnante all’asilo, e con papà Leonardo, 53 anni, dirigente dell’impresa di pulizie che opera nella Banca d’Italia, sempre nel capoluogo ligure. In questi giorni Mariangela è in vacanza a Saracena con i familiari, giovedì sera è stata premiata proprio in piazza.
Ha una sorella di 15 anni, Irene, iscritta al liceo delle scienze umane a Genova. Anche lei aveva provato il nuoto, da piccola, oltre alla chitarra e al canto, per il momento però si dedica agli studi e non a emulare la sincronette.
Mariangela, perchè la sua famiglia lasciò la Calabria, nel 1993?
“Papà raggiunse Genova per lavoro, inoltre là era nata mia madre e c’erano già i miei nonni materni: Vincenzo, 76 anni, è di Saracena, mentre nonna Maria è ferrarese, di Mezzogoro, e ha 74 anni”.
In terra silana ha ancora parenti?
“I nonni paterni: Mariangela, 76 anni, e Leone, 82, ancora agricoltori. E in questo paese di 3700 abitanti, fra campagna e montagna, vivono anche zio Antonio e la compagna Rosy e zia Lucia, mentre i miei cugini, Giulia e Samuele, sono a Catanzaro”.
Ogni quanto torna?
“Tutte le estati resto una decina di giorni, qualche volta ritorno pure a Natale”.
Cosa c’è di calabrese in lei?
“Per tre quarti la mia famiglia è di qua, dunque un po’ mi sento di questa regione. Mi ha trasmesso la solarità del carattere”.
Tifa per il Cosenza?
“No, simpatizzo per la Sampdoria. Perchè nonno Vincenzo da piccola mi portava a Marassi”.
Ama altri sport?
“Gli acquatici: la pallanuoto femminile e le gare di nuoto. Poi il pattinaggio artistico perchè è legato alla mia disciplina”.
Era l’unica calabrese presente a Kazan?
“Penso di sì”.
E’ fidanzata con Federico Colosimo, 27 anni, pallanotista della Lazio, in serie A. E’ nato a Roma, il padre Paolo invece è reggino, di Isola Capo Rizzuto.
“Federico fa il centrovasca, il regista come Pirlo. Da un anno conviviamo, anche perchè con la nazionale sono spesso a Roma”.
E’ salita sul podio assieme al romano Giorgio Minisini. Non è singolare che un ragazzo faccia il sincronizzato?
“Inizialmente ero perplessa anch’io, mi sembrava strano. Ma come esistono il ballerino e il pattinatore… Anche il nostro sport è artistico e l’uomo in acqua offre quel quid in più, dunque mi pare un’idea geniale”.
Lei è bronzo nel libero, mentre la romana Manila Flamini è arrivata terza, sempre assieme a Minisini, nel doppio tecnico.
“Nell’altra specialità si può scegliere la musica, però all’interno dell’esercizio si devono inserire elementi obbligatori, che i giudici valuteranno nel complesso. Da noi, invece, si sta in acqua 4’, contro 3’, e si propongono agganci e spinte, coreografie veramente libere”.
Minisini è fidanzato con la romana Eleonora Cordeschi, insegnante di sincronizzato per ragazzine. Non esistono gelosie fra le coppie?
“No. E’ tutto a scopo lavorativo, ci mancherebbe”.
Lei a quanti anni ha cominciato?
“A 6 ero in piscina per il nuoto, a 8 sono passata al sincronizzato. Il passaggio in nazionale fu a 14 anni, mentre a 16 sono arrivate le prime borse di studio. Dal 2010 sono entrata nel gruppo sportivo della polizia, le Fiamme Oro, e così da 5 anni ho uno stipendio”.
Ha sponsor personali?
“No, solo quelli della federazione”.
Esistono altre sincronettes calabresi o siciliane, ad alti livelli?
“In Calabria le società pochissime, qualcuna in più in Sicilia. Una decina d’anni fa, Francesca Gangemi, di Catania, vinse 5 medaglie europee”.
Mariangela, è alto un metro e 73 per 55 chili e davvero molto avvenente. Ha mai fatto servizi fotografici?
“Con Giorgio Scala, fotografo della federazione”.
Ma anche sexy, alla Federica Pellegrini?
“No. Le opportunità sono poche, per la verità. Non siamo così richieste”.
Nessuna invidia per la popolarità della “divina”?
“Assolutamente no, anche perchè non amo mostrarmi”.
Non si direbbe, vedendola danzare con quella personalità…
“Ma solo in acqua riesco a farlo”.
Se la chiamassero a Ballando con le stelle, su Rai1?
“Non sono molto brava a ballare, dunque sarei alquanto in imbarazzo”.
Qual è il suo sportivo di riferimento?
“Sono tre, nella mia disciplina: la spagnola Gemma Mengual, la francese Virginie Dediue e poi la russa Natalia Ishchenko”.
Loro sono personaggi anche da gossip?
“Mengual in Spagna è davvero molto popolare, da noi il sincronizzato non è così valorizzato dalle tv e dai giornali”.
Qual è il bello della sua disciplina?
“E’ uno spettacolo, soprattutto l’esercizio a 8, con le varie spinte e le coreografie, si può creare tanto. Grazie alle allenatrici Roberta Farinelli e Giovanna Burlando, mentre la giapponese Yumiko Tomomatsu segue più il duo. Il tutto è sotto gli occhio del ct Patrizia Giallombardo”.
Quarant’anni fa, la Gazzetta dello sport definì le prime sincronettes le “bluebell” di madame Cucchetti, la selezionatrice dell’epoca…
“Danziamo nell’acqua, certo, ma non siamo ballerine notturne… E ci alleniamo tantissimo: escluso magari due mesi l’anno, in tutto, siamo in collegiale dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 18,30, fra acqua e palestra, con riposo solo il mercoledì pomeriggio, sabato pomeriggio e la domenica”.
E quella colla di pesce, fra i capelli?
“E’ proprio a uso alimentare, in fogli, in genere viene usata per la gelatina delle torte. Giorgio Minisini era l’unico in acqua con i capelli corti, gli altri un’ingellata all’indietro se la davano. Serve per evitare che vadano davanti al viso, poichè siamo senza cuffia”.
Manca un anno all’olimpiade, ci sarà?
“E’ un bel dilemma. Intanto il doppio misto non è previsto, speriamo arrivi per Tokyo 2020. Sono in palio appena due titoli: per la squadra serve la qualificazione, la affronteremo nel marzo 2016 e a Rio saranno in acqua appena 8 nazioni; nel doppio concorrono Linda Cerruti e Costanza Ferro”.
A Londra com’era andata?
“Sono arrivata 7^ nel doppio, con Giulia Lapi. Ora lei ha smesso e allena il gs delle Fiamme oro”.
Sino a quando proseguirà?
“Valuto anno per anno”.
Nel 2010, Beatrice Adelizzi si ritirò per laurearsi in chimica, in Brianza. Era stata bronzo nel singolo ai mondiali di Roma, l’anno prima.
“Sono scelte di vita, tantopiù che lei aveva solo 22 anni. Avrebbe potuto dare ancora molto”.
In Italia quante gare si disputano, l’anno?
“Nella categoria assoluta appena 2: a febbraio i campionati italiani invernali, gli ultimi a Torino, a giugno gli estivi, questi sono stati a Terni”.
Non avesse fatto il sincronizzato?
“Nient’altro, è proprio la mia vita”.

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