Gazzetta del Sud, volley. Un catanzarese all’inseguimento dello scudetto femminile. Carlo Parisi: “Messina e la prima russa arrivata a ovest, la Roma del giornalista Mario Mattioli e il triplete a Busto Arsizio. Le Cannet e la nazionale ceca. Adesso a Scandicci”

Carlo Parisi (corrieredellosport.it)

Vanni Zagnoli

C’è un catanzarese all’inseguimento dello scudetto di pallavolo, con Scandicci. Carlo Parisi, 59 anni, ha un squadra due vicecampionesse del mondo, la palleggiatrice Ofelia Malinov e la schiacciatrice Lucia Bosetti, e due iridate in carica, le serbe Boiana Milenkovic, schiacciatrice, e Jovana Stevanovic, centrale, che batterono proprio l’Italia al quinto set nella finale in Giappone. Nei quarti di finale ha vinto a Casalmaggiore gara-1 e ora punta alla prima finale della squadra toscana, forte anche della brasiliana Adenizia, centrale.

Parisi, è stato giocatore?

“Schiacciatore. Al massimo arrivai in serie B1, al Santa Teresa di Riva e all’epoca ho vissuto per 20 anni a Messina. Fu la pallavolo a farmi decidere di lasciare la Calabria e poi anche la Sicilia”.

Smise presto, come tanti grandi tecnici… 

“Iniziai a seguire il professor Antonino Falcone, alla Mangiatorella Messina. Ero vice quando conquistammo la promozione in A2 e da capoallenatore arrivò la storica serie A1, nel ’95-‘96”.

Ricorda il sestetto?

“C’erano Monica Reale palleggiatrice, in banda le russe Svetlana Safronova e Dina Iassakova, centrali Clara Clemente ed Elisabetta Guerrisi, come opposto Norma Pilota. Il libero ancora non c’era. Sono rimasto sino al ’99, retrocedemmo in A2, dove poi ci salvammo”.

E a quel punto lasciò Messina.

“Per passare all’Aster Roma, la squadra del giornalista Rai Mario Mattioli, poi diventata Centrale del Latte. Era giallorossa, come la Roma, e disputammo i playoff per salire in A1”.

Nel 2002 la salita in Piemonte.

“A Chieri, dove c’erano la schiacciatrice brasiliana De Moraes e la palleggiatrice Francesca Ferretti, al debutto. Conquistai la terza promozione in A1. Dalla società torinese successivamente venni esonerato e da lì partirono i miei 11 anni a Busto Arsizio”.

Con la promozione e il triplete…

“Già, scudetto, coppa Italia e supercoppa. Restammo di bronzo alle final four di Champions league e poi d’argento l’anno dopo, in entrambi i casi sulle panchine c’erano tutti allenatori italiani. Il presidente era Michele Forte, c’era già lo sponsor Yamamay, l’azienda di intimo, dislocata nel Varesino”.

Nel 2015 la prima esperienza all’estero, come club.

“La seconda parte di stagione a Baku, in Azerbaigian, con Darina Mifkova, con cui vincemmo lo scudetto a Busto”.

L’anno successivo in Francia. Ma dov’è Le Cannet?

“Vicino a Cannes, furono due buone esperienze. E adesso sono al secondo anno a Scandicci, nel primo siamo arrivati in semifinale”.

Nel frattempo ebbe anche un doppio incarico, da ct.

“Per 4 anni in Rep. Ceca. Vincemmo la European league, ovvero il World Grand Prix di secondo livello”.

E’ il più grande allenatore calabrese nella storia del volley?

“Dovrei anch’io studiare gli almanacchi, avendo lasciato Catanzaro da molto tempo. Fra i giocatori ricordo ovviamente l’ex Simone Rosalba”. 

Montali lasciò il volley per il calcio, adesso è dirigente del golf, e anche Velasco ebbe una parentesi nel calcio. Come popolarità, non vi va stretta la pallavolo?

“Non è detto che in futuro non cambi attività, non escludo nulla, al momento mi piace sempre allenare”.

Qual è la più grande giocatrice che ha guidato?

“Svetlana Safronova, oro olimpico con con la Russia di Karpol. Fu la prima russa a lasciare il suo Paese per giocare all’estero, venne proprio a Messina”.

E’ sposato?

“Con Marianna, che ha una sua attività. Abitiamo a Novara, mi segue nelle gare più importanti. Abbiamo una figlia di 18 anni che fa danza. Non ho pallavoliste, in famiglia…”.

Resta un pizzico di simpatia per il Catanzaro calcio?

“Un po’ sì, nonostante i tanti anni via dalla Calabria”.

Da “Gazzetta del Sud”

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