Il Gazzettino, Alex Meret festeggia i 20 anni in nazionale: “Buffon è il mito, il dualismo con Donnarumma mi farà crescere. La favola della Spal. Scuffet non si è perso”. Dal ’52 mancava un azzurro a Ferrara

Vanni con Alex Meret

Vanni Zagnoli
C’è un friulano predestinato, offuscato appena da Gigio Donnarumma. E’ proprio il terzo portiere dell’Italia, Alex Meret, di Rivignano, di proprietà dell’Udinese, al comando della serie B con la Spal. Ieri ha compiuto 20 anni (“Una grandissima soddisfazione fare il compleanno in nazionale, un orgoglio”), è alto e saettante, fra i pali e neanche è male in uscita. “Me ne parlano bene da anni”, dice Ivan Zazzaroni, prezzemolino della tv.
Se il portiere del Milan è un fenomeno da 13 mesi, lanciato a 16 anni da Mihajlovic, Meret la scorsa estate era già il quarto azzurro. “All’Europeo, con Antonio Conte. Due settimane a contatto con campioni”. Chiamata misteriosa, inspiegabile, per chi non aveva mai disputato una partita da professionista.
Certo, il quarto è semplicemente a disposizione per una settimana, gli altri vanno in vacanza e allora Alex era perfetto, per il ruolo. Antonio Mirante del Bologna, per esempio, per Euro 2012 e Brasile ’14 era il quarto, con il ct Prandelli ma sul lungo periodo il ruolo stanca, se non ci sono sbocchi.
A 20 anni, invece, è tutto diverso e anzi l’obiettivo è evitare di fare la fine di Simone Scuffet. “Siamo molto amici – ci ha confidato Alex a Carpi, sabato sera, dopo l’1-4 colto dalla Spal -, abbiamo condiviso quasi tutte le giovanili nell’Udinese”. Il problema è che dal no all’Atletico Madrid firmato dai genitori (“Preferiamo che si diplomi”) Scuffet non ha più convinto nè quasi giocato. A 16 anni, nel ’93-’94, era stato titolare per un girone intero, con Guidolin, al punto da essere richiesto dal club vicecampione d’Europa, da Simeone che naturalmente mantiene un occhio sulla serie A. Stramaccioni lo tenne un anno in panchina Colantuono lo spedì in prestito al Como, dove ha giocato 35 gare in B, subendo 52 gol, con retrocessione. E adesso fa panchina dietro Karnezis, ma il greco è più affidabile. “Ma ora gioca Simone, complice un infortunio. Gli auguro il meglio, è un ottimo portiere”.
L’unica sfortuna di Meret è proprio Donnarumma, 18enne concupito da mezza Europa, complice il procuratore Mino Raiola. “Io sono cresciuto proprio con il mito di Gigi Buffon”.
Che teoricamente potrebbe reggere in nazionale sino al mondiale del ’22, in Qatar, magari non da titolare. Fra un anno secondo o terzo dovrebbe essere ancora il bassanese Federico Marchetti, ’82, già vice Buffon nel ’10, in Sudafrica.
Meret è l’unico di nordest convocato da Ventura per l’Albania e l’Olanda, almeno dal primo elenco. Perchè poi si è aggiunto il triestino Petagna, dell’Atalanta. Domenica dovrebbe fronteggiare il Frosinone, allo stadio Mazza. “Vorrei essere fra i pali con la Spal, ma siamo in ritiro a Coverciano. Certo mi farebbe piacere avere una deroga”. Toccherà a Gabriele Marchegiani, figlio di Luca, ex Chievo, commentatore per Sky.
Era dal 1952 che a Ferrara non avevano un giocatore in nazionale, toccò a tal Fontanesi. “Un onore incredibile, complice magari alcuni infortuni di portieri. Stiamo vivendo qualcosa di unico, la speranza è di resistere al vertice”.
Meret si definisce completo: “Ma devo migliorare in molti aspetti, soprattutto nell’esperienza. Tecnicamente posso somigliare un po’ a Samir Handanovic, veniamo dalla stessa scuola. L’interista è un campione, io devo dimostrare tutto”.
COVERCIANO. Ventura disegna l’Italia per l’Albania con 4-2-4: Buffon; Zappacosta, Barzagli, Bonucci (recuperato da influenza), De Sciglio; Verratti, De Rossi; Candreva, Belotti, Immobile, Insigne. A Palermo venduti 24 sui 32mila biglietti.

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