Il Gazzettino, atletica. Gli eroi battuti. Bolt si fa male a metà rettilineo, non arriva al traguardo. Mo Farah battuto da un etiope, niente 11^ oro fra mondiali e olimpiadi. Smetteranno davvero? Il britannico farà la maratona. Le regine dei 100 ostacoli e alto, i re di decathlon e del giavellotto. L’Italia sembra le nazionali di pallamano e hochey prato

Un problema muscolare non ha permesso a Bolt di concludere la gara (afp)

Vanni Zagnoli
La penultima giornata dei mondiali di atletica è di grandi cadute. Mo Farah chiude la carriera in pista senza l’11° oro fra Europei e olimpiadi, è battuto per mezzo secondo da un etiope, stretto tra gli africani, alleati per abbatterlo. La russa Kuchina è una libellula, ma sbaglia i tentativi di record a 2,08. Il resto è Bolt. E’ lanciato, solo 3°, il bronzo sfugge via e lui si fa male, contrattura alla coscia sinistra. Addio alle corse da film, incredibile, niente 20° oro fra iride e 5 cerchi.
Ci aggrappiamo forte ad Antonella Palmisano, per incassare una medaglia o perlomeno un piazzamento fra le prime 8, obiettivo massimo per De Luca e Antonelli. L’atletica italiana è marcia, in tutti i sensi. Niente medaglie, nè finali, neanche probabili soddisfazioni odierne cancellerebbero il nulla cosmico di Londra 2017. Ieri mattina il 9° posto della 4×400. Mariabenedicta Chigbolu parte discretamente, convince l’altra reatina Maria Elena Spacca, le delusioni sono Libania Grenot (l’anno sabbatico è ingiustificabile, senza maternità) e Ayomide Folorunso, che si staccano dalle prime 4, neanche basta la caduta delle Bahamas, servivano 22 centesimi di meno. All’interno dello stadio olimpico, l’Italia non ha portato alcun finalista. Roba da terzo mondo sportivo, l’atletica sembra la pallamano e l’hockey su prato, storicamente lontane dall’eccellenza mondiale. Nel lungo c’è una coda. Il quarto salto di Ivana Spanovic è misurato dal segno lasciato sulla sabbia dal dorsale penzolante sulle sue spalle, diversamente anzichè 6,91 andava oltre il 7,02 d’oro dell’americana Reese, ma il ricorso della Serbia è respinto. A Daegu 2011, la bielorussa Mironchyk fu 4ª per il segno lasciato dalla coda, ma ogni misurazione rispecchia il regolamento.
I PODI. Decathlon. Kevin Mayer (Francia) 8768, Freimuth 8564 e Kazmirek (Germania) 8488. 4×100. 5mila: Muktar Edris (Etiopia), 13’32”79, Farah (Gbr) 13’33”22, Chelimo (Usa) 13’33”30. Lancio del giavellotto: Johannes Vetter (Ger) 89,89, Vadlejch 89,73 e Frydrych 88,32 (Cechia). 4×100: Gbr, Usa, Giappone.
Donne. 100 ostacoli: Sally Pearson (Australia) 12”59, Harper Nelson (Usa) 12”63, Dutkiewicz (Ger) 12”72. Alto: Maria Lasitskene (Russia, ana) 2,03, Levchenko (Ucraina) 2,01, Licwinko (Polonia) 1,99. 4×100: Usa 41”82, Gbr 421”12, Giamaica 42”19.
ULTIMA GIORNATA. Marcia. Alle 8,45 (Raisport) 50 km (Antonelli, De Luca), anche femminile. 20 km: alle 13,20 le donne (Giorgi, Palmisano, Trapletti), dalle 15.20 uomini (Fortunato, Giupponi, Rubino). Le finali. Alle 20 l’alto, poi il disco femminile. Alle 20,35 i 5mila donne. Ore 21,10 (Rai2) 800 donne. Alle 21,30 i 1500. Staffette 4×400: alle 21,55 le donne, 22,15 gli uomini.

 

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