Il Gazzettino, atletica. Italia in alto, Trost bronzo ai mondiali indoor di Birmingham, tre anni dopo l’argento europeo. Basta 1,93, senza l’errore all’entrata in gara sarebbe stata argento ex aequo. I 5 chili persi, la rincorsa cambiata un anno fa ma lo stile è antico, da Chessa

Alessia Trost con i genitori, la mamma è mancata a fine 2016 (messaggeroveneto.gelocal.it)

Lo sport è così, soprattutto l’atletica, regala medaglie inattese.
Alessia Trost è bronzo mondiale, indoor, quindi abbastanza di meno rispetto ai campionati mondiali assoluti eppure più dell’argento europeo, sempre al coperto, di tre anni fa. A Praga saltò 1,97, ieri sera a Birmingham ottiene il personale stagionale, di 1,93, e basta per salire sul podio. Anzi, sarebbe stata seconda, senza l’errore d’ingresso a uno e 84, succede.
Succede che Alessia in Inghilterra strabigli per sicurezza, dopo il mancato passaggio in finale iridata della scorsa estate. La nuova rincorsa ideata da Marco Tamberi funziona o meglio, quando la misura sale, lei sembra aggrapparsi ai tempi antichi, dell’èra Gianfranco Chessa.
La pordenonese passa subito l’uno e 89, come sole altre 3, lì si ha la prima avvisaglia delle possibilità di podio. In sei si presentano all’uno e 93, converrebbe fra l’altro adeguare la progressione di misure alla gara, per esempio avanzare anche solo di 2 cm, anzichè 4, per prolungare le emozioni e premiare davvero le migliori. Alessia sbaglia il primo tentativo, centra il secondo, al pari dell’americana Cunnigham e della britannica Lake, mentre Maria Kuchina ha già l’oro in tasca, avendo valicato l’asticella senza errori. La russa (diventata Lasitskene) azzecca anche l’uno e 96, senza incertezze, è al 38° successo in sequenza. Sbagliano le altre: Alessia avvicina l’argento, soprattutto nel secondo tentativo, servirebbe quella misura, per levarlo alla statunitense. Per il podio, per la britannica fa la differenza in negativo il doppio errore iniziale, a uno e 84.
Il bronzo di Trost è da dedicare a mamma Susanna Forniz, scomparsa a 54 anni, nel dicembre 2016. In Gran Bretagna arriva grazie al “target number”, ovvero il numero sufficiente di concorrenti (13), per animare una gara spettacolare. Calzamaglia, un calzettone bianco e uno nero, la friulana è premiata anche dalla dieta, ha perso 5 chili e così vola, magrissima al pari delle colleghe. Fa meglio di Skoog e Spencer, Hrubà e McPherson e anche della bulgara Demireva e dell’ucraina Levchenko.
In campo maschile, oro al 20enne russo Lysenko (fra gli 8 iscritti, come Ana, per il doping di stato), a 2.36, davanti al favoritissimo qatariano Barshim, fermatosi a 2.33; bronzo al tedesco Przybylko. Due anni fa, a Portland, il titolo andò a Gianmarco Tamberi, figlio di Marco e tra i personaggi più popolari dello sport italiano. Nel 2007, a Birmingham, arrivarono gli ori di Assunta Legnante nel peso (non ancora per ipovedenti) e di Cosimo Caliandro (pugliese scomparso a 29 anni, in incidente) sui 3mila siepi. Ieri successo di Genzebe Dibaba, sui 3mila.
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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