Il Gazzettino, Conte, quadriennale con il Chelsea da 11 milioni a stagione. Alla Juve si lamentava innervosendo Agnelli, in Inghilterra farà anche il mercato e irrobustisce lo staff, forte già di 9 italiani. Stellini l’aveva inguaiato a Bari, si dimise dalla Juve per la sentenza delle scommesse, dalla primavera del Genoa è pronto per l’Inghilterra. L’Inter vira su Spalletti, con Sabatini sopra ad Ausilio. Simeone vivrà la 7^ stagione all’Atletico Madrid. Gli scudetti con esoneri, in Premier

Antonio Conte e Angelo Alessio (paestuminrete.it)

La versione integrale dell’articolo pubblicato su “Il Gazzettino”

Vanni Zagnoli

In fondo potrebbe essere meglio così, che Conte non vada all’Inter, dato il precedente di Lippi, dimessosi dopo la sconfitta a Reggio Calabria, alla prima di campionato del 2000, a seguito del preliminare di Champions perso. Il vincitutto con la Juve non aveva funzionato, con Moratti, magari anche Conte sarebbe stato osteggiato dai nerazzurri più integralisti. Comunque rinnova con il Chelsea, per 11 milioni, contro i 15 che gli avrebbe offerto Zhang. A Milano il ds Ausilio resta, sopra di lui avrà però Sabatini, ex Roma, che ora vira su Spalletti. Perchè Simeone rimane all’Atletico: “Vorrei clonare i miei giocatori – raccontava martedì notte -, per questi 6 anni memorabili”. Il Cholo era alla 3^ semifinale in un quadriennio, l’Inter può essere fuori dall’Europa per la 3^ volta in 5 anni, pertanto la base di partenza è molto più solida, in Spagna.
Come per Conte al Chelsea. Che stasera può vincere lo scudetto. Dalle 21 (Skysport3) gioca a West Bromwich, vicino a Birmingham, e con tre punti si aggiudicherebbe la Premier con due giornate di anticipo. Resterebbe italiana, dopo l’impresa di Ranieri al Leicester, che poi l’ha esonerato. Conte riporta i blues ai livelli dei tre titoli conquistati da Mourinho, l’ultimo nel 2015, con licenziamento successivo e 10° posto scorso. Sabato 27 è favorito in coppa d’Inghilterra, contro l’Arsenal, insegue il double riuscito nel 2010 a Carlo Ancelotti. Due anni più tardi la Premier fu di Mancini, con il Manchester City. Che pure lo esonerò l’anno successivo. Antonio ama cambiare. Avrebbe potuto essere il primo a vincere 6 scudetti di fila in Italia, con la Juve, si fermò a 3, preferendo la Nazionale. Uscita ai rigori con la Germania, dopo però avere eliminato la Spagna. Se Conte a Torino era stato da 8 (nelle due Champions da 6), con l’Italia merita un 7+, al Chelsea è da 8.
“Quando arrivi in un nuovo club – racconta – speri di restare molti anni per costruire qualcosa di importante. Il mio desiderio è rimanere. Trasformiamo questa buona stagione in straordinaria”.
I due Manchester hanno deluso, con Mourinho e Guardiola ripartiranno all’attacco. Conte pretende rinforzi ma non lo dichiara, diversamente da quanto fece alla Juve, innervosendo Andrea Agnelli. Che con calma superiore ha costruito con Marotta la Juve da doppia finale di Champions. Conte pensa già a vincere pure quella. Firma un quadriennale per complessivi 45 milioni, il patron russo Abramovich è il più danaroso del millennio, come investimenti, e vuole contrastare il Real, all’inseguimento della 12^ Champions su 15 finali. Allargherà lo staff, che già comprende uno dei fratelli (Gianluca), Alessio, Cudicini e altri 5 italiani. Sarà manager all’inglese anche per il mercato, come Mancini all’Inter. Allena solo un decennio, iniziò dall’Arezzo, in B, con retrocessione e al Chelsea regala il 6° scudetto, di cui 5 dal 2005. L’Italia festeggia allora il terzo titolo stagionale all’estero, meno scontato rispetto al 6° di fila del Bayern, il 1° con Ancelotti, al primo di Massimo Carrera in Russia, allo Spartak Mosca. Carrera fu compagno di Conte al Bari e suo primo vice alla Juve. In Inghilterra potrebbe andare anche un altro collaboratore storico, Cristian Stellini, con lui al Bari, al Siena e alla Juve. Da dove si dimise per la condanna per il calcioscommesse, di quando entrambi erano in Puglia. “Sto bene alla primavera del Genoa – racconta -, ho un altro anno di contratto, eppure non rifiuterei la chiamata del Chelsea. Il segreto di Conte è la semplicità con cui inculca il suo calcio, facendo rendere tutti al massimo”.

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