Il Gazzettino, Diamond League. A Birmingham, 7° Tamberi, a 20 cm da Barshim. I medagliati di Londra danno spettacolo

Il giro d’onore di Mo Farah a Birmingham (gettyimages.ae)

Vanni Zagnoli
Una settimana dopo la fine dei mondiali di atletica, il meglio è rimasto in Inghilterra, a Birmingham. Per l’Italia c’era solo Gianmarco Tamberi, settimo a pari merito nel salto in alto, con 2,20. Il marchigiano entra a 2,15, sbaglia il primo tentativo alla misura successiva, uscirà a 2,24, lontano dallo stagionale di 2,29, che a Londra non bastò per la qualificazione ma che in finale sarebbe valso il bronzo. All’Alexander stadium la prestazione più eclatante è di Mutaz Barshim, 2,40, season best, a 5 centimetri dal record mondiale del cubano Sotomayor, del 1993. Il qatariota sbaglia due volte a 2,31 e a 2,39, con la sua tecnica azzecca l’unico tentativo rimasto, alla misura più rotonda: è a 3 cm dal personale. Ghazal onora lo storico terzo posto mondiale per la Siria con il 2,31, è argento in questa terzultima tappa di Diamond league.
Mo Farah compie il giro di campo in Bentley, vince i 3mila in 7’38”64, con quel mulinare di piedi entusiasmante. Giovedì a Zurigo chiuderà con le gare in pista, dopo 6 ori mondiali e 4 olimpici, è stato d’argento solo sui 5mila londinesi: “Vengo da un decennio incredibile”. Sui 3mila, record d’Olanda per Sifan Hassan, 8’28”90, sulla tedesca Klosterhalfen e sulla keniana Kipkemboi.
Il turco-azero Ramil Guliyev conferma di non aver vinto per caso i 200 mondiali, fa 20”17, davanti all’americano Webb e al canadese Brown. I 100 vanno a Ujah (10”08), era nel quartetto d’oro della Gran Bretagna. In campo femminile riprende quota la giamaicana Elaine Thompson, 5^ al mondiale: si allena in Friuli, stampa il 10″91 avanti all’ivoriana Ta Lou, due podi iridati; appena sesta l’olandese Schippers, campionessa dei 200. Analoga resurrezione per il primatista dei 110 ostacoli, l’americano Aries Merritt, 13”29, sul russo Shubenkov. La giovane Naser (Bahrain) fa 50”59 sui 400, battendo ancora Allyson Felix, di 4 centesimi. Fra i delusi di Londra, riemerge il botswano Amos, negli 800, in 1’44”50 evita la solita rimonta del polacco Kzcszot. L’asta è naturalmente della greca Stefanidi (4,75), come il disco va alla croata Perkovic (67.51). Nel triplo si rovescia il podio di Londra, vince la colombiana Ibarguen (14,51) su Rojas (Venezuela). Nel martello, triangolare misto, con successo dei polacchi Fajdek e Joanna Fiodorow, su Germania e Gran Bretagna. La finalissima sarà a Bruxelles, venerdì 1 settembre.

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