Il Gazzettino, Flamini-Minisini e il primo oro italiano nel nuoto sincronizzato: “L’urlo da Lampedusa”. L’impatto emotivo è decisivo, sulla Russia e sugli Usa. Terzo il primo sincronetto al mondo

Il duo vincente Flamini-Minisini (coni.it/epa)

Vanni Zagnoli
E’ il primo oro dell’Italia ai mondiali di Budapest e il primo nella storia del nuoto sincronizzato. E anche un grande messaggio di accoglienza, perchè Giorgio Minisini e Manila Flamini trionfano sulle note di “A scream from Lampedusa”, un urlo da Lampedusa. La coppia romana si aggiudica la routine tecnica del duo misto con 90.2979 punti, davanti alla Russia, argento per un’inezia (90.2639), la differenza è nei 5 elementi proposti, e agli Usa, bronzo con 87.6682. Il brano composto dal laziale Michele Braga ha la coreografia della russa Anastasija Ermakova, ex sincronetta, 4 volte oro olimpico. “Fotografa l’amore – spiega Giorgio -, la speranza e il dramma di tante famiglie che fuggono dalla guerra, dalla fame o dalla persecuzione politica e religiosa. Vogliamo far pensare chi guarda al fenomeno con cattiveria”.
Entrambi sono poliziotti, lei ha 29 anni, è la capitana, lui 21 e nel 2015 a Kazan conquistò due bronzi, con Manila e poi con la ligure Mariangela Perrupato.
Quel grande impatto emotivo e l’interpretazione carica di pathos determinano 34 centesimi di vantaggio su Mikhaela Kalancha e Alexandr Maltsev, che propongono la Carmen di Bizet. Giorgio e Manila migliorano parecchio rispetto al secondo posto del preliminare (88.2492), con quel viaggio iniziato dalla fine. Sbarcano sull’isola siciliana e Minisini si accorge che lei è morta: la prende in braccio e lancia un urlo straziante, con la regia iniziale di Enrico Zaccheo. Poi si tuffano, per il remake degli ultimi giorni della loro storia d’amore e speranza. Sono 2’19” esaltanti, su un’ideale barcone, fra tamburi africani, tecnica e gestualità. Flamini ha il costume cucito da mamma Daniela con impronte umane stilizzate, avrebbe preferito che Braga dedicasse il brano al terremoto di Amatrice: “Ero nelle Marche da mia nonna Fernanda, quando ci furono le scosse, ma era complicato concentrarlo in pochi minuti”.
Con lo stesso esercizio avevano vinto la coppa Europa, con il tecnico misto precedente l’argento agli Europei di Londra 2016. Per il 21enne figlio dell’ex sincronetta Susanna De Angelis è il riscatto nei confronti dei sorrisi di chi considera il suo sport solo femminile. “Peccato solo che gli uomini non siano nel programma olimpico. Da piccolo sognavo di partecipare ai mondiali, poi di vincerli. Questa medaglia è dell’Italia. “.
Il terzo posto va agli americani Kanako Kitao Splendlove (ad Atene 2004 fu argento, ma per il Giappone) e Bill May, il primo sincronetto della storia mondiale, campione uscente. Lei vive a Las Vegas e lavora nella stessa ditta di Bill, che ha aperto la strada anche a Giorgio. Nato sul mare, a Ladispoli, mentre Manila vide la luce a Velletri solo perché la zia era capo ostetrica nell’ospedale di quella località fra i castelli romani e poi ha sempre abitato in zona Tiburtina.
“Servono anche tre anni di lavoro per crescere di un punto – raccontano -, noi in due ne abbiamo guadagnati 5”. Addirittura in giuria c’è Roberto Minisini, che ha attribuito un 9,3, senza naturalmente penalizzare i russi. “Si accorgono che è mio padre dal cognome – sottolinea Giorgio -, se fosse una madre non se ne accorgerebbe nessuno”.
Lui volta le spalle alla piscina e si è aggrappato a un tubo, aspettando il punteggio dei russi. Urla: “I don’t know!”, “Oh my God!”. Abbraccia la sorella Diana, nello staff del Liechtenstein, e il fratello Marco, pallanuotista. E’ fidanzato con Eleonora Cordeschi, sincronette. Lei è sposata con Marco Bolognesi, ex nuotatore, ora poliziotto, e accompagnata da altri 8 familiari. “L’oro ci ripaga delle ore di fatica – spiega -. Avrei voglia di una carbonara…”.
Gioisce il ct Patrizia Giallombardo: “Sono diventati un corpo unico”.
Ma non finisce qui: c’è ancora la routine libera del duo misto che può regalare nuove emozioni con Giorgio Minisini in coppia con Mariangela Perrupato: venerdì c’è il preliminare, sabato la finale che chiuderà il programma del sincro a Budapest 2017.
Nel medagliere, l’Italia è quarta, dietro Cina, Russia e Russia, con un oro, un argento e 3 bronzi.
OGGI. Alle 10 (Raisport), la 10 km con Simone Ruffini (oro due anni fa nella 25 km) e Federico Vanelli, 7° a Rio. Nel sincronizzato, alle 11 la finale a squadre, con l’Italia non da podio, alle 19 i preliminari con Linda Cerruti e Costanza Ferro. Dalle 18,30, il team event dei tuffi, da 3 e 10 metri, con Giovanni Tocci e Noemi Batki, qui si può sperare in un’altra medaglia.

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