Il Giornale, il primato del Sassuolo. Di Francesco dimentica Inter e Milan, fra le grandi. “Prima di noi c’è anche la Lazio”. Le due settimane di stop per Berardi

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Il Giornale, di martedì: nella foto, l’ad Giovanni Carnevali con il patron neroverde Giorgio Squinzi

Vanni Zagnoli

Reggio Emilia

Berardi si è fatto male, nel momento migliore della carriera, con un parziale di 7 gol in 6 partite ufficiali della stagione, salterà la Juve dopo la sosta e l’Athletic di Bilbao. E intanto l’under 21. Però il tema è un altro: perché non viene convocato? Il talento è da big d’Europa, ha detto no per la seconda volta alla Juve perché vuol essere titolare, l’ha opzionato l’Inter ma il biondo calabrese è voluto rimanere al Sassuolo. Conte l’aveva chiamato nell’ottobre di un anno fa, due giorni più tardi aveva lasciato il ritiro perché non stava bene. E poi, stop con l’azzurro.

Domenico aveva chiuso la 4^ stagione da professionista senza incidere molto, ma questo mese è super e meritava abbondantemente la chiamata. Ventura motiva così: “Nel 3-5-2 non trova spazio”. E può essere, dal momento che con Eusebio Di Francesco è sempre stato a destra nel 4-3-3. Però… Però è uno spreco confinarlo per il terzo biennio con l’under 21, a 22 anni è stramaturo e non si lascia nemmeno più prendere dai nervi. In Italia gli fischiano più ammonizioni che rigori, teatralizza, è introverso e a volte forse vuole fregare arbiri e avversari però meriterebbe attenzione.

La trova il Sassuolo, capace anche di vincere con un gol di scarto, di soffrire l’avvolgente neopromossa Pescara. “Le grandi restano altre – argomenta Di Francesco -: una c’è sicura, la Juve, poi la Roma, il Napoli, la Fiorentina, la Lazio. Noi siamo ancora piccolini, dobbiamo crescere”.

Toh, l’eusebismo di Eusebio. Ha promesso di non voler dimenticare nessuna, però non cita Inter e Milan. Aveva incontrato Berlusconi ad aprile e poi commentò: “Al Sassuolo non c’è confusione”. Aveva brutalizzato per tre volte l’Inter di Mancini, proverà a tenerla dietro. Niente è impossibile, per Mapei. Tantomeno per la magia di Mastergroup.

A cura di Giangabriele Perre

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