Il Gazzettino, Chievo-Torino 0-1. Mazzarri: “Già a Bergamo eravamo andati bene, serve pazienza ma il Toro potrà ritornare a vincere”

Simone Zaza ha regalato al vittoria al Torino (gettyimages/toronews.net)

L’integralità dell’articolo scritto per “Il Gazzettino”

«Serve pazienza, ma il Toro un giorno potrà ritornare a vincere. Se non lo scudetto, almeno avvicinare il 3° posto arrivato con il presidente Borsano, nei primi anni ’90». 

Walter Mazzarri rispondeva così, alla nostra riflessione, al Grande Torino. «Con il Napoli siamo arrivati due volte in Champions, secondi e terzi, adesso è sempre fra le prime, anni fa, no». 

Ecco, la resurrezione del Toro (ma anche della Fiorentina, in ottica Europa), è andata in onda ieri, durante il mondiale di ciclismo, con gli sportivi a occhieggiare gli smartphone. Il Torino sbanca il Bentegodi, aggravando la crisi del Chievo, la più debole della serie A, insieme al Frosinone, superato allo stadio Stirpe anche dal Genoa.

Rispetto alle scorse stagioni, il calcio è più squilibrato, le migliori azzardano qualcosa in più e così si spiega il successo granata: «Ma già a Bergamo eravamo andati bene – osserva Mazzarri – e persino con il Napoli, nonostante la sconfitta interna».

Il Torino è solo 9°, ma ha una buona squadra, punta a chiudere il buco, per restare in tema di fughe, per battersi per il ritorno in Europa, centrata una sola volta, da Ventura, nell’ultimo quarto di secolo.

I veronesi sono già a 7 punti dalla zona salvezza, magari la penalizzazione sarà sforbiciata via, in appello, il punto è che non sono competitivi e che D’Anna debuttante dopo le 3 vittorie finali della scorsa stagione non ha esperienza e forse neanche qualità per traghettare alla 16. salvezza, in A.

Risolve Simone Zaza, subentra nella ripresa e a 2’ dalla fine trasforma l’assist dello spagnolo Berenguer, lui che ha giocato nel Valencia. La scivolata fa ricordare il gol scudetto nella Juve, al primo Napoli di Sarri.

Dall’eliminazione in Europa, l’Atalanta si è persa, a Firenze è punita dal rigore di Chiesa e dalla punizione dell’azzurro Biraghi. Scintille a fine partita fra gli allenatori, in effetti è stato Chiesa a cercare il contatto con il brasiliano Toloi (avi goriziani), Valeri è il solito arbitro pastrocchione, non aveva torto il patron del’Udinese Pozzo, che lo considerava il più mediocre. Avesse rivisto l’azione al var, almeno, niente. I bergamaschi meritavano il pari, sono insidiosi con Gomez e Zapata. L’Atalanta peraltro aveva rischiato il rigore con il braccio di De Roon. Nel finale, 3 occasioni nerazzurre.

A Frosinone, la solita doppietta del polacco Piatek: dal 1950 un esordiente in serie A non segnava 8 gol in 6 gare, sul raddoppio sfrutta l’errore di Salamon, un sopravvalutato; è lanciato sempre da Kouamè, per i ciociari rigore di Ciano, meritavano il pari.

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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