Il Gazzettino. Inter-Lecce 4-0. Conte, obiettivo scudetto

(lapresse/Marco Alpozzi)

La differenza fra Conte e Spalletti, fra Conte e Pioli, De Boer e Mancini, è la franchezza dei successi. Pim, pum, pam, uno-due dell’Inter e poi tre, con il primo gol di Lukaku, e poi 4, con Candreva. Sulla matricola Lecce, reduce da due promozioni in sequenza, convincente come gioco anche a San Siro, non nella fase difensiva.
Antonio Conte punta allo scudetto, come quando arrivò alla Juve, anche se ovviamente all’epoca partiva dall’Europa league mancata da Delneri.
E’ un’Inter sicura, con la tempra dell’allenatore che forse ha fallito soltanto nell’ultima stagione al Chelsea, sconfitto per esempio all’Olimpico dalla Roma per 3-0, in Champions.
E’ un’Inter che può aggiudicarsi, potenzialmente, tutte le gare di medio e basso livello, perchè lì Conte fa la differenza, con il suo record di punti alla Juve, e poi se la può giocare con Juve e Napoli, nella triangolazione virtuosa per il tricolore. Conte crea il gruppo, anche senza Icardi, anzi forse dipendesse da lui gli concederebbe una chance, che Marotta ha negato a Nainggolan e a Perisic, già ceduti. E’ praticamente l’Inter di Spalletti, salvo la regia dell’azzurro Sensi e l’innesto del gigane Lukaku. C’è Candreva, a destra, come nella nazionale di Conte o ancora più di Prandelli, 6 mesi dopo l’ultima gara ufficiale, fra i tanti errori di Spalletti. C’è alternanza di gioco, concretezza. Era la partita del cuore per Antonio Conte, salentino, gioventù in giallorosso, prima di passare alla Juve e poi da allenatore al Bari, da professionista. Piace il doppio regista, Brozovic con Sensi, marcatori del primo tempo, chissà come sarà con anche Barella, altro costruttore di gioco. In difesa Ranocchia in extremis gioca per De Vrij, acciaccato. 
La rumba parte subito, con le occasini per Sensi e Martinez, poi il salvataggio di Skriniar, di testa, prima della linea, sul pallonetto di Lapadula, meteora milanista. Candreva crossa che è un piacere, Lautaro non trova la porta. Il vantaggio è sul traversone dell’ex nazionale, che a 32 anni potrebbe rientrare, con Mancini, per Asamoah, il ghanese smarca al volo Brozovic, destro a giro del croato, all’incrocio. Da vicecampione del mondo. Il raddoppio è su azione personale di Sensi, uno e 68 e sino a 4 anni fa al San Marino, dribbling su Petriccione e destro diagonale a fil di palo. Brozovic è scatenato, da fuori, mentre Asamoah torna ai livelli di Udine. La Mantia ci prova per i pugliesi, si salva nel primo tempo, assieme a Rispoli e a Tachtsidis, che Zeman alla Roma preferiva a De Rossi. Il terno arriva dopo un’ora, destro da lontano di Lautaro Martinez, Gabriel respinge, non può fare meglio, Lukaku è anche opportunista. Ancora Brozovic, due chance per Lautaro, ci sono verticalizzazioni e intensità come raramente si vedono, al Meazza, anche da parte rossonera. A un quarto d’ora dalla fine persino l’espulsione di Farias, su Brozovic, il classico fallo da cartellino arancione. Il quarto gol è di Politano, annullato per fuorigioco di Lukaku. Lo trova Antonio Candreva, destro da quasi 30 metri, all’incrocio. Gol da fuoriclasse.
In campionato, Conte è una sicurezza, difficilmente finirà dietro l’Atalanta, l’obiettivo minimo è il terzo posto, dopo i quarti con Spalletti, fra tante incertezze. Nel 2010-11, con Benitez e poi Leonardo, l’Inter fu seconda, vinse il mondiale per club e la supercoppa italiana con lo spagnolo e la coppa Italia con il brasiliano. Ecco, Conte punta lì, con la sua voracità di trofei. Quest’Inter è da sballo.
Vanni Zagnoli

INTER-LECCE 4-0
GOL: 20′ Brozovic, 24′ Sensi, st 15’ Lukaku, 39’ Candreva.
INTER (3-5-2): Handanovic 6; D’Ambrosio 6,5, Ranocchia 6, Skriniar 6,5; Candreva 8, Vecino 6 (21’ st Barella 6), Brozovic 7,5, Sensi 7,5 (29’ st Gagliardini 6), Asamoah 7; Lukaku 6,5, Lautaro 7 (34’ st Politano 6,5). All. Conte.
LECCE (4-3-1-2): Gabriel 5,5; Rispoli 6 (27’ st Benzar 5,5), Rossettini 5,5, Lucioni 5, Calderoni 5; Petriccione 5,5 (16′ st Mancosu 5,5), Tachtsidis 6, Majer 5,5; Falco 6; La Mantia 5,5 (17′ st Farias 5), Lapadula 5. All. Liverani.
ARBITRO: La Penna di Roma 1 6,5.
Note: ammoniti Petriccione, Lautaro e Lapadula. Espulso Farias al 31’ st per gioco falloso. Angoli: 7 pari. Recupero: pt 0’, st 0’. 66mila spettatori.

Da “Il Gazzettino”

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