Il Gazzettino, Keita Baldè all’Inter: “Iniziai qui da professionista, è un grande campionato”

Keita Baldè (zimbio.com)

«Quando parte, è come avesse il motorino».

Dicevano di Keita Baldè, quando debuttò nella Lazio, a 18 anni, nel 2013. Centonovantuno presenze e 42 gol dopo, arriva all’Inter. Domenica è subentrato senza incidere, a Reggio, contro il Torino spera di partire titolare, nella prima di Mazzarri da ex, dopo l’esonero deciso da Thohir, in nerazzurro.

«Per Spalletti, giocherei anche in difesa – racconta il senegalese nato in Spagna -. Tutti devono giocare con e senza palla, se c’è da difendere si difende. Stavo bene al Monaco, ma all’Inter è impossibile dire no. L’allenatore ha grande esperienza, con lui posso migliorare. Non ho una posizione preferita, vanno bene tutte le offensive».

L’Inter ha il potenziale da antiJuve, persino superiore a Napoli e Roma. «Se vinciamo tutte le gare, saremo su (in classifica). Non bisogna abbattersi per aver perso una partita. Vedo il lavoro che facciamo, siamo una grandissima squadra».

Keita naturalmente non si pronuncia sulla telefonata animata tra Lotito, suo ex presidente, e Simone Inzaghi. «Cose loro, non mi riguardano. Avrei potuto venire a Milano già tre anni fa, in questo si è potuto fare, speriamo di andare alla grande».

Potrebbe giocare nel 4-2-3-1 come esterno sinistro o nel 4-3-3, al posto di Politano o Lautaro Martinez. «Mi piace essere protagonista, sono venuto qui per essere un giocatore importante».

In Francia ha realizzato 8 gol, giocando appena 23 partite di campionato, ma in serie A vari africani faticano ad affermarsi. «Ho iniziato qui, da professionista, arrivai dal Barcellona, e sono rimasto alla Lazio per 6 stagioni. E’ un grande campionato, a me piace molto».

Intanto, il presidente della Liga Javier Tebas riattacca la Uefa sul fairplay finanziario: «Esistono “club-Stato”: Paris Saint Germain, Manchester City, ma anche l’Inter. L’Uefa non affronterà il problema come dovrebbe, ovvero per le corna. Non c’è bisogno che dietro un club ci sia uno Stato, è sufficiente un grande capitale per causare inflazione in settori molto regolamentati, come la Liga. O anche dumping». Ovvero vendere all’estero sottocosto, rispetto al mercato interno. Keita è costato 6 milioni di prestito, altri 30 se venisse riscattato. Gli stessi pagati dal Monaco.

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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