Il Gazzettino, l’incoronazione del Palermo, per il girone d’andata e l’anno solare. La propulsione di Trajkovski, a Cittadella. Le emozioni di Foggia-Verona, con un gol sudcoreano. Il raptus con il braccio di Contessa costa due punti al Padova, Bisoli non si tiene mai. Il Brescia da primo posto, il Venezia pareggia con un rigorino. Si perde anche dopo essere stati in vantaggio di due gol

Contessa è ingiustificabile

Vanni Zagnoli
Contessa tocca la palla fra spalla e braccio, molto volontariamente, siamo ai limiti, ma è talmente incredibile quello che ha fatto, che l’arbitro fischia il rigore. Sono in tre del Padova su un cross dalla trequarti, da soli, Contessa si coordina male, sfumano così due punti. Perchè naturalmente dal dischetto Diamanti non si fa pregare. 
Il ritorno di Pierpaolo Bisoli in panchina si conclude con l’espulsione, la famosa scossa del cambio di allenatore è solo parziale. Non era arrivata con Foscarini (un successo, ma poi 5 stop), si spera giunga con il tecnico della promozione in B. Bisolone da Porretta Terme si dimena come nessuno, tiene alta l’attenzione, la copertura degli spazi, il problema è che più sale il livello tecnico delle competizioni o delle attese e meno lui è all’altezza, come ci raccontava Giorgio Lugaresi, una promozione in A con il Cesena, fallito in estate.
Il portiere Merelli è fra i protagonisti della serata (allo stadio Picchi si gioca alle 18), sulle fiondate di Diamanti, che l’ex presidente del Brescia Corioni, scomparso, considerava fra i primi 5 talenti d’Europa, addirittura. Bonazzoli, Clemenza e Pulzetti firmano le migliori azioni biancoscudate, il gol arriva al 2’ della ripresa, quando Clemenza sfrutta un po’ di spazio per scagliare il sinistro, Di Gennaro devia e beffa Mazzoni. L’1-1 permetterà ad Aldo Spinelli di festeggiare i 79 anni, in settimana: il presidente labronico è l’ultimo eccentrico e sparagnino del calcio italiano. 
Il Padova resta ultimo, in azzurro carico ben figura. Come il Verona a Foggia, all’ora di pranzo. Al quarto d’ora segna Pazzini, 34enne che vuole confermarsi più prolifico del vicino Pellissier, 39enne del Chievo, pareggia Mazzeo alla mezz’ora, l’1-2 all’intervallo è del sudcoreano Seung-Woo, nel finale il pari di Gerbo.
Al Sant’Elena, Suagher firma il vantaggio del Carpi, pareggia dopo un’ora Litteri su rigore, per il braccio su punizione di Jelenic, decisione fiscale. Castori è sempre il Simeone italiano, difesa e contropiede, Zenga tradisce i limiti di gioco delle ultime stagioni.
Il Cittadella soffre nel primo tempo con il Palermo, eppure ha le migliori occasioni, si piega dopo l’intervallo, sulla palla recuperata di forza da Trajkovski, il macedone smarca Falletti, tornato ai livelli di Terni, sottorete. Il 2018, dunque, è del Palermo, come anno solare, con la promozione sfiorata a maggio (fu Parma all’ultima giornata) e la finale playoff persa a Frosinone, e pure il girone d’andata, da Tedino a Stellone.
Secondo è Bepi Pillon, trevigiano del Pescara, sotto per le reti di Pucino e Vitale (rigore) a Salerno ma poi premiato dalla tripletta di Mancuso e dalla rete di Scognamiglio. Per la A è lì anche il Brescia, Corini avanza nel finale con Torregrossa, è tradito dall’autorete del giovane Cistana. Poker anche della Cremonese sul Perugia, con Terranova, Piccolo e doppietta dell’azzurrino Castrovilli, Nesta subentrò a maggio per i playoff, a Breda, non va di sicuro meglio. Fuochi d’artificio ad Ascoli. Al Crotone torna Stroppa, per Oddo (2 punti in 7 gare, 3. stagione negativa, dopo Pescara in A e Udine), segnano presto Simy e Firenze, l’Ascoli rimonta con Brosco e Beretta e Ganz. 
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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