Il Gazzettino. Mancini in nazionale, ma con Ancelotti non c’è paragone. Neanche con Gasperini o Di Francesco, infinitamente più spettacolari. La Figc era perplessa sul figlio di Ancelotti, come già con il figlio di Prandelli preparato atletico. Il Mancio era più bravo da fantasista che da allenatore, anche se nella seconda carriera ha vinto di più

Ivan Zazzaroni (arenanapoli.it)

Resta Roberto Mancini, per la panchina azzurra, con alternative timidissime, le solite Gasperini, super con l’Atalanta, e Ranieri con il Nantes, ma 67enne, ormai fuori età, come Ventura. Ancelotti ha rifiutato, mentre Conte non è convinto di tornare.

Ancelotti ha risposto picche, nel weekend, perchè la Figc non ha piacere che si porti il figlio Davide, ex calciatore nel Parmense e nel suo staff al Bayern Monaco. Prandelli ebbe il privilegio di portare il figlio Nicolò, preparatore, al mondiale del 2014, venne eliminato al primo turno ma nessuno diede la colpa a un sodalizio familiare.

Carlo voleva carta bianca, ha un ingaggio sui 6 milioni, voleva lavorare con la staff che dal ’91, quando debuttò come vice di Arrigo Sacchi, l’ha portato a essere fra gli allenatori più vincenti e ammirati al mondo, creandosi un’immagine anche di enorme fairplay. Ancelotti sarebbe stato un lusso per l’Italia, una figura carismatica, speriamo ci ripensi fra due anni, in fondo ne ha 59 e dopo i successi di Madrid restò fermo per una stagione per sistemare un problema neurovegetativo.

La realtà è che Roberto Mancini non entusiasma, il personaggio è stato grande da giocatore, alla Sampdoria e alla Lazio, meno da allenatore. Ha vinto parecchio, all’Inter, al Manchester City, in Russia non sta andando male, mai però ha sedotto come gioco e oggi lo spettatore vuole soprattutto divertirsi. 

«Non ho sentito nessuno – argomenta il tecnico dello Zenit San Pietroburgo -, ma sarebbe un orgoglio. Non ci sono stati contatti con la Figc, assolutamente. Mai, mai. Però per un tecnico allenare la nazionale italiana credo che possa essere un incarico prestigioso e ne dovrebbe essere orgoglioso. E’ una delle squadre più importanti al mondo e per uno che fa il mio mestiere, se un giorno dovesse arrivare questa possibilità, potrebbe essere una cosa molto bella. Ma rimane tutto qui, ripeto: non c’è stato niente”. 

Il subcommissario Costacurta era stato in azzurro con lui, con Vicini e Sacchi, Mancini progressivamente uscì dal radar azzurro, al contrario di Billy, vicecampione del mondo nel ’94, da titolare. Azzeccata una battuta del Mancio: “Con una federazione commissariata abbiamo vinto il Mondiale nel 2006. Magari è di buon auspicio… Ma poi ci sono tanti allenatori bravi che possono allenare la nazionale, la scelta non sarà neanche facile”.

Mancano i talenti di prim’ordine, la statura internazionale è solo Buffon, Chiellini, Barzagli, Bonucci, solo quest’ultimo può puntare al mondiale del 2022, quando peraltro avrà 36 anni. Fior di sponsor tecnici possono irrorare il supercontratto per il superct. Per gli addetti ai lavori, Gasperini o Di Francesco sono più convincenti di Mancini, che vanta molti giornalisti amici, a partire da Ivan Zazzaroni (Rai).

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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