Il Gazzettino. Atletica, Elena Vallortigara raccontata dall’allenatore Stefano Giardi

Elena Vallortigara (it.eurosport.com)

Tra Zurigo e Bruxelles, alle finali di Diamond league, l’Italia aveva solo Elena Vallortigara, la scledense del salto in alto. Il resto degli azzurri era in gare che non mettevano in palio i diamanti. In Belgio Vallortigara si ferma a uno e 85, passato al terzo tentativo, a Bellinzona aveva saltato uno e 91, al rientro dall’infortunio alla caviglia: il 2,02 di un anno fa è molto lontano e ora mediterà se andare ai campionati mondiali di Doha, dal 27 di questo mese. Non ha il minimo per la qualificazione eppure la misura di Svizzera rientra nel target number.
Deciderà assieme all’allenatore Stefano Giardi, toscano, con lei da tre anni. «Il suo percorso è stato lungo, era stata seguita da altri 4 tecnici, in giro per l’Italia», racconta in albergo, mentre sfilano campioni ed ex, come l’ostacolista Gail Devers. Il sodalizio ha toccato l’apice a Londra, nel 2018, con quel 2,02 che ne fece la quarta italiana a superare la fatidica soglia dei 2 metri. A Berlino le attese erano da podio e finirono per schiacciarla. «Non era abituata alla ribalta mediatica, incontrò persino un ambasciatore italiano. Già a Formia, alla gara successiva, era meno sciolta, più preoccupata». In Germania uscì in qualificazione e pianse in diretta Rai, fu un’immagine forte, dell’ennesima grande manifestazione deludente, per l’Italia.
Nel frattempo Elena si è laureata in psicologia infantile, si specializzerà, per insegnare. «Lo studio – sottolinea Giardi – aiuta a tenere attive le connessioni cerebrali. Elena è una persona molto intelligente, con cui puoi andare nel dettaglio, la comunicazione con lei è davvero raffinata, non si rimane in superficie, come con atleti più grezzi».
E’ talmente brava che potrebbe persino prepararsi da sola, come fece l’ostacolista emiliano Andrea Giaconi, sfiorando l’olimpiade di Atene 2004. «Il tecnico ti rimette nella giusta direzione, nei momenti di difficoltà. Quando le cose vanno bene, potrebbe fare anche da sola: quando un’atleta ha imboccato la strada, galoppa, non hai bisogno di dargli nervate».
La metafora è proprio da Palio di Siena, la città dove si allena la vicentina, con anche un fisioterapista. E poi c’è lo staff azzurro, nei raduni. «Con Elena si sviluppa un percorso, siamo da soli, magari in palestra e nel lavoro sugli ostacoli può avere altri atleti con sè».
Si sente con una psicologa, non ha un mental coach. Giardi la segue ovunque, manca non più di una gara l’anno. «Ci sono stati anche momenti di frizione, quando le cose non vanno, lei si innervosisce, è come il gatto che drizza il pelo. L’allenamento è come la vita, si può discutere, senza litigare».
Elena è schiva, come Chiara Davini, la manager che segue anche la friulana Desirèe Rossit, finalista olimpica assieme ad Alessia Trost e ora lontana dai massimi livelli. Il sogno di vedere tre altiste del Nordest a Tokyo è lontano, peraltro le nostre finiscono con l’essere anche rivali. «Vallortigara è molto disponibile, ma anche individualista, se no non sarebbe atleta. Qualcuno è più istrionico, come Tamberi, il cinque si dà a quasi tutti ma si pensa soprattutto a sè».
Ha 28 anni, potrebbe reggere sino a Parigi 2024, imitando Antonietta Di Martino, che a 34 anni fu argento ai mondiali indoor. «E’ un discorso mentale – osserva il tecnico -, dipende proprio da quante energie si conservano. Vincesse la medaglia mondiale, oppure olimpica, o anche agli Europei del 2020, a Parigi, potrebbe prendere slancio per un altro quadriennio o persino fermarsi perchè appagata. Ha passato infortuni, però in generale è in buone situazioni fisiche, bisogna vedere a livello nervoso cosa si aspetta dalla vita. A Parigi mancano 5 anni, intanto arriviamo in Giappone».
Giardi è un matematico, racconta quanta pressione va sul ginocchio di caricamento con 75-80 salti da uno e 85 in su, nella scorsa stagione. «L’analisi è su quei 2” e 8 decimi, si può aggiungere mezzo secondo, ma contano soprattutto gli ultimi 3 appoggi e il valicamento».
Come tecnica, Giardi è vicino a Marco Tamberi, per il figlio Gianmarco. «Le donne hanno meno forza, solo la belga Nafi Thiam, eptathleta, è sparata in terra, non dall’alto». E in alto Vallortigara continua a volare, se non altro perchè alla Diamond league partecipa, ogni volta che può. Mentre il resto degli azzurri va su meeting minori o si risparmia per la nazionale.
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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