Il Giornale, a Cavazzona (Castelfranco Emilia) Giulia, 4 anni e mezzo, gioca con il fratello Alessio (8), si aggrappa al camino e fa staccare una lastra di marmo di mezzo quintale. Il nonno barbiere: “Era fissata malissimo”. Costernazione, nel Modenese

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Vanni Zagnoli

da Modena

“Una tragica fatalità”, si usa dire in questi casi, ma il luogo comune rispecchia davvero quanto è avvenuto mercoledì sera a Castelfranco Emilia. Dove una bambina di 4 anni e mezzo, Giulia Tabacchi, muore colpita in testa da una lastra di marmo staccata dal caminetto di casa.

Alle 19, gioca con Alessio, il fratello maggiore, 8 anni, si aggrappa alla mensola del camino, finchè la lastra si stacca e la travolge. Il marmo è parte della cornice del camino, pesa oltre 50 chili e le spezza lettalmente il collo. I genitori sentono le urla del figlio, vengono attirati anche dal rumore provocato dal marmo, accorrono dal piano superiore dove preparano la cena, ma per la bimba non c’è più niente da fare. E’ pure inutile l’intervento del 118. Indagano i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Enrico Stefani.

Mamma Ketty era appena rientrata dal lavoro, è troppo sconvolta per raccontare il dolore, affrontare i giornalisti tocca al nonno materno, Andrea Sola. E’ il barbiere della frazione Cavazzona e va spesso in quella palazzina di via Boldrini, teatro di una morte atroce.

“Giulia tava giocando – spiega -, aveva acceso la musica e ballava. Quella cornice di marmo le è atterrata sul collo: era attaccata malissimo, in soli due punti, con il silicone. Chi l’ha messa avrebbe dovuto pensare che prima o poi si sarebbe potuta staccare”.

In realtà non si prevedono indagati, non esistono responsabilità precise, anche se verrà probabilmente aperto un fascicolo per omicidio colposo. “Sarebbe un atto dovuto, per situazioni del genere”, spiegano dalla procura. L’unico rischio, magari, è per i costruttori.

Neanche serve l’autopsia, i funerali sono in programma per domattina, alle 11, e lì si fermerà l’intero paese, di 33mila abitanti, al confine al confine con la provincia di Bologna. Ci saranno tutte le famiglie dei piccoli compagni di Giulia, alla materna Pizzigoni, di Cavazzona.

In quella borgata di mille persone, la famiglia Tabacchi non è così conosciuta perchè molto chiusa. Il padre Tiziano, 40 anni, è direttore di una filiale della Bper, Popolare dell’Emilia Romagna. E’ il sindaco Stefano Reggianini a interpretare il pensiero dei modenesi: “Ci sono momenti in cui è praticamente impossibile trovare le parole giuste”.

L’atmosfera a Castelfranco è irreale, il dolore fa sentire tutti più soli.

Giulia era troppo piccola per capire quanto fosse pericoloso aggrapparsi a quella lastra tanto pesante, neanche il fratellino Alessio poteva metterla in guardia. Toccava magari ai genitori, ma è soltanto senno di poi.

 

 

 

 

 

 

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