Il Giornale. Calcio femminile, quando Milena Bertolini era stopper, a Cavazzoli. Com’era 28 anni fa: erano in serie A Torre del Greco e Gravina di Puglia, Prato e Pordenone, Monteforte Irpino e Tortona. Chi ricorda Furlotti?

Milena Bertolini ct della nazionale di calcio femminile (calciofemminileitaliano.it)

La versione originale del pezzo pubblicato su Il Giornale

http://www.ilgiornale.it/news/sport/gioia-contagiosa-1717334.html

Vanni Zagnoli

Ventotto anni fa, era infinitamente diverso il calcio femminile. Rammentiamo le nostre interviste alla Reggiana campione d’Italia, al campo dello Sporting, a Cavazzoli, anche con Milena Bertolini, all’epoca stopper, fra le poche non azzurre, ovvero anche lei fu nazionale, ma non al mondiale concluso ai quarti. L’unico quarto prima di ieri. Avevamo giacchetta e cravatta, per Telereggio, e timidezza, e quasi il presidente Renzo Zambelli, di Casalgrande, ci faceva coraggio, spesso unici giornalisti presenti. Milena non aveva solo le rughe, non sorrideva.

Allora il potere non era per nulla feminino, il fenomeno era leggero anche allo stadio Mirabello, o allo stesso Sporting, con 700-800 spettatori, praticamente gli stessi che oggi seguono il Sassuolo, ogni tanto allo stadio Ricci, nel distretto ceramico. Quel campionato non fu vinto dalla Juve, che proprio non aveva le donne, ma appunto dalle granatine (era la testatina del Resto del Carlino di Reggio), seconda fu la Lazio, ora fra le poche grandi società di serie A senza espressione al femminile di alto livello. Terza la Turris, pensate, Torre del Greco, Napoli. Poi Sassari, che vinse scudetti, Firenze (ora in A con due club), sesto Monteforte Irpino, altra compagine dimenticata, davanti al Milan 82, poi sparito e neanche parente, immaginiamo, del rossonero odierno. Quindi il Torino (di cui si persero presto le tracce), il Gravina di Puglia (i paesi imperavano) Carrara (chissà dove si è persa) e il Pordenone Friulvini, fra i primi sponsor a comparire con la società, come il Lanerossi Vicenza negli anni ‘70. Ultima a salvarsi fu il Prato, ennesima meteora. Retrocesse con una sola vittoria Verona e Derthona (il paese di Tortona, Alessandria), escluso l’altro Prato. Se il paese fiorentino era duplice, fra i maschi per un terzo di secolo è stato in serie C.

E chissà cosa faranno oggi le azzurre di 28 anni fa, alcuni nomi sono ignoti anche a noi, peccato non avere conservato i referti di quelle partite del sabato pomeriggio, con la Reggiana che era la nazionale, con anche 10 titolari, persino più delle 8 juventine in rosa, in Francia. Dunque in porta c’era Antonini, poi Salmaso e Bavagnoli (tecnica della Roma), Mariotti, Cordenons (memorabile solo per il nome) Furlotti; 7 Fiorini, 8 D’Astolfo (la vice di Milena), 9 Morace, 10 Ferraguzzi (mai sentita), 11 Marsiletti (Adele, nomi d’antan), 14 Guarino (Rita, due scudetti con la Juve, adesso), 15 Bonato (Paola, non Nereo, ds alla Cremonese), 16 Iozzelli (Emma), 17 Mega, 18 Correra, 19 Pedersoli. Ct era un romano, Sergio Guenza. “La stella – ricorda Betti Vignotto, presidentessa del Sassuolo – era Carolina Morace, avvocato, le più studiavano, ci siamo perse di vista, io avevo appena smesso. I compensi erano minimi, per tutte”. 

Quella serie A era a 16 squadre, mentre i maschi erano da poco passati a 18. L’archivio digitale de Il Giornale, per tutti, si ferma al 2013, allora andiamo in biblioteca, a Reggio, alla Panizzi, ma le raccolte sono troppo lontane e solo venerdì potremo occhieggiarle, dall’altra parte della città, vicino al magazzino degli oggetti smarriti. Chissà come avranno trattato il fenomeno Indro Montanelli e i vicedirettori de Il Giornale nuovo. E in fondo le girls dei primi anni fa sono soggetti smarriti. Ah, dall’archivio di Repubblica non esce neanche il risultato, del quarto perso 3-2 con la Norvegia. Sabato c’è Italia-Olanda, dirette Sky, Rai e radioRai1, con grandi ascolti e richiami sulle prime pagine ovunque. 

Da “Il Giornale”

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