Il Giornale di Sicilia. Il tifoso granata Chiambretti racconta la sua Palermo: “Tragica e comica. Ha una aristocrazia decaduta eppure fiorente, sempre impeccabile. La squadra è rosa ma di duri. E il 67enne Ventura è il segreto”.

 

 

piero chiambretti
Piero Chiambretti

La versione integrale dell’intervista a Piero Chiambretti per Il Giornale di Sicilia.

Vanni Zagnoli

Di Piero Chiambretti, 59 anni, valdostano che si era trasferito a Parma, dice tutto la mail: toroseduto@. Ci perdonerà, al massimo la cambierà, via, ma poi sarà una delle tante. Mica ci avrà lasciato la principale, no?

Pierino viene dai successi rituali delle sue trasmissioni da comico e provocatore, di doppisensi e autoironia, di personaggi creati (Costantino della Gherardesca) e incomprensibili, come “la coniglia”. Dunque da La7 con Markette (ovvero tutto quanto fa brodo in tv) a Chiambretti Night a Grand hotel Chiambretti (Canale 5). Come i giornalisti Mario Giordano (Mediaset, Libero) e Gian Paolo Ormezzano (90° minuto, La Stampa), Pierino è un  storico del Toro e del calcio ma pure un pestifero del costume. Passato anche su Radio2 e Corriere.tv.

Piero, P come Parma e Palermo?

“Non vivo più nella città ducale, eppure rimango affezionato, anche perchè lì è nata mia figlia Margherita, 5 anni fa. Palermo è una bellissima città ma lontana geograficamente dall’epicentro del mondo. Fosse a Milano, sarebbe più vicina all’Europa, come canterebbe Lucio Dalla. E’ avvantaggiata per il clima e il mare, è strategica per vacanze anche di lusso, ma è così lontana dal quartier generale del business che fatica a diventare un posto che merita un rispetto assoluto”.

Quali ricordi ha?

“Molteplici. Sono sceso moltissime volte, ma per diletto, sempre per lavoro. Mi ha portato fortuna con la tv, gli spettacoli e le serate organizzate al teatro Politeama o in piazza. Dai palermitani ho sempre avuto grande riscontro”.

Ecco, da aostano come giudica il capoluogo più a sud della penisola?

“E’ tragico e comico, sorvoliamo sulle tragicità. Ha una aristocrazia decaduta eppure fiorente, sempre impeccabile. E una squadra di calcio rosa eppure fatta di giocatori seri, duri, con un presidente vulcanico che ha dato negli anni grosse soddisfazioni, portandola in A e per 4 volte in Europa. Mi piacerebbe vivere a Palermo e ricordarne gli eroi”.

Come inquadra la partita dell’Olimpico?

“Non è facile indovinare il risultato, il pronostico è in bilico. Il Palermo gioca allo spasimo, con ha sempre fatto buone partite anche se non ha vinto troppo spesso a Torino. Al Barbera fa più caldo…. La sfida arriva in un momento difficile per entrambe, devono riscattare le sconfitte di mercoledì. L’1-0 di Verona era inatteso considerata la forma dei granata in questo inizio di campionato. A Torino se la squadra gioca come ha fatto vedere sarà difficile venire fuori. Comunque, vinca il migliore. O il peggiore”. (risata).

Eh, vedremo chi sarà. Tra i rosanero chi apprezza?

“Zamparini trova giocatori sconosciuti, escono dal nulla e nel giro di qualche partita diventano uomini mercato, come il difensore svedese che ha segnato a Milano. Nessuno ne sa il nome ma proprio questa è la forza. Meno sono noti, più vanno forte. Poi ci sono le certezze, Gilardino e soprattutto il portiere Sorrentino, mio amico, nato a Torino, ex granata”.

Entriamo nel merito, tra Vasquez, Quasion e gli altri chi predilige?

“Devo andare, sono in teatro a Firenze, pressano. Come il Torino…”.

Qual è, invece, il segreto di questo Toro protagonista in Europa, la scorsa stagione?

<<Il vero eroe rimane l’allenatore, è fra i migliori a dispetto dei 68 anni, età avanzata rispetto ai colleghi. Non ha mai allenato una grandissima squadra, eppure mette in campo la sua con sagacia da grandissimo tecnico. Rivitalizza giocatori attraverso il lavoro psicologico. L’aveva fatto con Alessio Cerci, cacciato da tutte le squadre e mai si era espresso ai livelli granata. Ventura ne era stato mentore a Pisa, era convinto che sarebbe tornato quel grande giocatore. Poi è di nuovo calato”.

Come giudica Moretti, fatto debuttare in nazionale da Conte, a 34 anni?

<<Emiliano Moretti doveva essere riserva, invece è una colonna, grazie all’esperienza nazionale e internazionale: ha dato grande solidità e sicurezza alla difesa”.

Sostiene l’ex ct del volley Mauro Berruto, ora ospite fisso alla Domenica Sportiva, su Rai2: <<Per chiunque la squadra del cuore è speciale, ma il Toro è un’altra cosa. Chi la tifa lo capisce benissimo, agli altri rinuncio a spiegarlo perchè non lo capirebbero>>.

<<E’ molto semplice. Non vince niente da più di 20 anni, ma vive fra passato e presente. Deve convivere con il ricordo dei 5 scudetti prima della tragedia di Superga, con 10 giocatori in nazionale. Da allora si aggiudicò solo il titolo del ’76, l’anno dopo perse la volata con la Juve per l’errore di un arbitro a Genova: finì 51 punti a 50 a favore della consorella, fu un campionato folle, considerato che allora la vittoria valeva 2 punti”.

Il tifoso vive quelle due realtà contrapposte?

“Esattamente. Il dolore continuo perchè non torna quell’era post bellica e la strenua difesa della propria squadra. Ricordo la stagione del centenario passata in serie B a urlare “Con il furgone andremo a Crotone”. Peraltro dal ritorno in A siamo alla 4^ stagione in positivo”.

Quest’anno lei che progetti ha?

<<Tanti, poi se ne concretizzano la metà della metà”.

vzagn

Related Posts

1 comment

Leave a reply