Il Giornale di Sicilia. Motori. Forghieri: “Marchionne è un uomo molto esperto anche se non ha mai lavorato con i piloti”.

mauro-forghieriVanni Zagnoli

Modena

A 80 anni, Mauro Forghieri mica è in pensione. Per un quarto di secolo è stato il principale collaboratore di Enzo Ferrari, conduce ancora sfide progettistiche. Da consulente, a Magreta, frazione del distretto emiliano delle ceramiche.

Ingegnere, da Montezemolo a Marchionne, da Mattiacci a Maurizio Arrivabene: finalmente la Ferrari svolta in positivo, esattamente com’è capitato alla Fiat?

“Sergio Marchionne è stato chiamato per determinate cose – risponde il tecnico modenese, dal 1960 all’87 in Ferrari – che gli hanno chiesto e sa come le deve fare. In materia di finanza è molto in gamba, in formula uno ha collaboratori scelti personalmente, insomma fa quello che per cui è stato pagato. Non chiedetegli però di andare su un circuito, perchè al limite ci andrà per divertirsi”.

Arrivabene, insomma, non arriva per ultimo, per quanto riguarda i meriti?

“Lo conosco da tanti anni, da prima che entrassi in F1, addirittura. Quando Clay Regazzoni era uno dei nostri piloti, in Svizzera era seguito da un capo di cui non rammento il nome. Storia di 40 anni fa, all’epoca proprio Arrivabene lo aiutò in mille modi. E’ bello che alla Ferrari ci sia un italiano, come team principal”.

E’ bresciano, ha 58 anni, eppure non aveva mai lavorato con i piloti.

“Comunque è molto esperto. Era nel campo delle compagnie del tabacco, rappresentava gli sponsor con l’organizzazione della Fia. Gestire le due guide richiede altrettanta sensibilità e determinazione. L’incarico precedente prevedeva introiti grazie alla F1, l’attuale sarà delicato soprattutto nei momenti negativi. Quando le cose vanno bene, è tutto facile”.

Per 27 anni lei ha lavorato accanto al Drake. Arrivabene piacerebbe al padre di Piero Ferrari, tuttora al vertice della Rossa?

“Enzo Ferrari scomparve nell’88, erano altri periodi e modi di essere, nell’automobilismo. Non c’erano la disponibilità tecnica nè economica di oggi, le situazioni non sono confrontabili”.

Quali meriti ha James Allison, il direttore tecnico inglese?

“Era già stato in Ferrari 7-8 anni fa. Non lo conosco, però approfitta del Giornale per farli i complimenti, li merita per un assieme di componenti. La macchina non è completamente nuova, solo la parte anteriore è migliorata: è bastato ascoltare Raikkonen, perchè Vettel è arrivato da poco, non ha partecipato completamente all’ideazione della vettura”.

Lei disegnò la macchina che portò al titolo di Jody Schechter nel 1979?

“Davo le idee, schizzavo i particolari che volevo. Progettai una sola f1, con Maioli e Farina, e portò al successo il britannico Jonh Surtees, nel ’64: fu l’ultima vettura con il telaio in tubo”.

E’ sposato in seconde nozze, le sono rimasti due figli: Alessandro è ingegnere e Michele dottore. Adesso cosa fa?

“Per 19 anni sono stato nella engeneering con il modenese Sergio Lugli, con cui avevo rapporti in Ferrari e Lamborghini. Volevo fare solo il consulente, avevamo costruito anche il motore Bmw per la F1. Un anno e mezzo fa è morto, a Modena, e allora adesso sono consulente di diversi progetti”.

In Sicilia, la Ferrari è molto tifata, anche soltanto per la presenza della Fiat a Termini Imerese, uno dei punti di riferimento occupazionali dell’isola…

“Ecco, Marchionne ha rimesso in piedi la compagnia automobilistica soprattutto con la Crysler, la componente Fiat si è molto ridotta, pearltro la fabbrica non ha più problemi. E a me la componente americana non disturba, del resto ai tempi della Lamborghini avevo lavorato anche per loro. Rammento uno dei più bei grattacieli di New York, proprio della Crysler, celebre per i polizieschi americani. Quell’azienda, peraltro, alternava alti e bassi impressionanti”.

Dov’è finito il suo alter ego Marco Piccinini, per 9 stagioni dt della Ferrari e per 10 presidente Fia?

“Può permettesi di non lavorare, la madre aveva una banca

in Svizzera e una a Montecarlo, cosicchè lui ha preso la cittadinanza nel principato”.

Alonso vinse gli ultimi due gp nel 2013. Perchè la Ferrari l’anno scorso aveva fallito?

“Aveva grossi problemi di messa a punto. Tutti “pestano” molto sull’aerodinamica, ma è fondamentale anche il viaggiare sotto i 150 orari e incidono anche motore e messa a punto. Se una vettura non è facile da guidare, non si riesce a sposare aerodinamica con il resto Kimi non è uno sprovveduto e nel 2014 confessò di non saper guidare la Ferrari. Ora nel team lo hanno ascoltato, per fortuna”.

A Sepang è arrivato quarto…

“Ha dovuto accettare la strategia dei tre pitstop, accumulando quasi un giro completo di ritardo, così ha perso 30-40”. Peraltro da molto tempo non vedevo così poche correzioni, alla guida”.

A 28 anni, Vettel si aggiudicherà il suo quinto mondiale?

“Ora siamo tutti euforici, però ci vuole calma. Non dimentichiamo che il primo gp lo vinse con la Toro Rosso, squadra di Faenza, a Monza, sotto la pioggia. Si trovava già abbastanza bene in Romagna, è molto vicino agli italiani per sensibilità. Speriamo che le cose continuino nel migliore dei modi”.

Quale podio prevede per i costruttori?

“Beh, la Williams è un miracolo che sia al terzo posto, ieri ha dimostrato nulla. Ci sono solo due scuderie veramente competitive, Mercedes e Ferrari: e la storia di Maranello non presenta arresti, ovvero non si è mai fermata, neanche quando non era competitiva; la casa tedesca si fermò nel ’56, ai tempi di Fangio, proprio per evitare di monopolizzare i podi. Red Bull è nelle mani straordinarie di un 70enne austriaco, Dietrich Mateschitz, eppure domani potrebbe sparire ma non lascerebbe strascichi perchè non ha la fabbrica. Un conto è avere solo il telaio, Mercedes e Ferrari sono le uniche a costruirsi tutto”.

Quali affinità vede fra i tedeschi Vettel e Schumacher?

“Nessuna. Michael correva con la macchina migliore e senza grossi avversari. Un anno venne superato da Damon Hill, che oggi è un ottimo suonatore, in un gruppo musicale. Perse anche da Hakkinen, mentre Senna morì agli inizi della sua carriera. Non è confrontabile con Vettel e vanta record difficilmente battibili: giudico Schumi il più grande nella storia della f1, peccato per quell’incidente stupido, fra l’altro era considerato un grande sciatore. Speriamo che con il tempo si rimetta in piedi”.

Nell’ultimo decennio, la Rossa ha vinto solo il mondiale del 2007, con Hakkinen. E’ l’anno buono?

“E’ difficile. Il circuito di Malesia è molto particolare, non si può dare un giudizio per la stagione, tantopiù che la Mercedes ha sbagliato tutto, agevolando la Ferrari. Vettel è stato perfetto, senza una smagliatura, neanche quando Hamilton cercava di prenderlo”.

La f1 esiste anche senza Montezemolo e Briatore?

“Perbacco, è sempre esistita… Luca mi affiancò per due stagioni, risolvendomi molti problemi, peraltro ha fatto molto di più di Flavio, con cui non ho mai lavorato”

vzagn

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