Il Giornale di Sicilia. Pierobon: “Ho giocato 8 anni a Ferrara e 10 a Cittadella. Alla Spal ci salvammo a ridosso dei play-off. Allegri aveva il carisma del grande allenatore”:

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Andrea Pierobon

Vanni Zagnoli

Si ritira il giocatore più vecchio nella storia dell’intero calcio professionistico italiano. Andrea Pierobon compirà 46 anni il 19 luglio, era il portiere del Cittadella, neoretrocesso in serie B, è stato in campo anche un mese e mezzo fa, nell’ultima gara ufficiale dei granata.

“Mi sono incontrato con la società – racconta mentre è in visita al camp dei bambini granata -, alla mia età penso di avere fatto quanto dovevo: mi sono guardato dentro e passo dall’altra parte. Mi piacerebbe fare l’allenatore dei portieri granata, ai dirigenti andrebbe bene e allora ho deciso di appendere i guantoni al chiodo, del resto a 46 anni diventa tutto pesante”.

Pierobon aveva un unico motivo per continuare. “Chiudere con una retrocessione non è mai bello, ma è arrivato il momento. Ho giocato sempre al nord, escluso 20 anni fa, una stagione alla Fidelis, ma è stato un caso: 8 campionati li ho disputati a Ferrara, 10 a Cittadella, da quando avevo deciso di ritornare a casa. Sono proprio di questo paese nella provincia di Padova”.

Dalla serie A alla Lega Pro, aveva battuto il record di Marco Ballotta, titolare nella Lazio a 44 anni, in A, nel maggio 2008. “L’ultima gara ufficiale è stata il 22 maggio 2015, in casa con il Perugia. In questa stagione ho disputato 20 partite, alternandomi con Valentini”.

Fra gli allenatori avuti, Pierobon ne ricorda 5. “Bellotto, De Biasi adesso ct dell’Albania, Allegri alla Spal: ci salvammo arrivando a ridosso dei playoff, nel 2004-05. Il mister ha soli due anni più di me, aveva la stoffa del grande allenatore, un decennio fa mise le basi per vinceew la C1 a Sassuolo e arrivare a Cagliari e vincere, al Milan e alla Juve. Poi Melotti, salvo in serie B con il Modena e prim’ancora De Vecchi, al Venezia. Naturalmente il decennio con Foscarini. Fra i compagni, Silenzi, sempre in laguna, Claudio Bellucci, Nicola Amoruso e in tempi più recenti, al Citta, Meggiorini e i protagonisti dell’under 21, Biraghi e Baselli”.

Il debutto fu a 18 anni, nel Cittadella, in serie D. “La partita più particolare fu a Catania, tre anni fa in coppa Italia. Chiudemmmo in 9 contro 11, perdendo ai supplementari. In avvio di carriera mi ispiravo a Zenga e Peruzzi, poi Buffon è stato il riferimento per tutti”.

Il Cittadella, fra l’altro, nell’ultima stagione era tutto italiano. “Solo nel girone di ritorno è arrivato il polacco Kupisz, esterno destro, dal Chievo, comunque importante nella rincorsa alla salvezza. In serie A non sono mai arrivato, la sfiorai perdendo la semifinale con il Brescia, avevo 40 anni, era il 2009-10. C’erano state altre richieste, quando ero alla Spal, Modena e Brescia, occasioni non maturate”.

Sposato con Eleonora, pure di Cittadella, Pierobon ha due figli: Lucrezia, 18 anni, e Filippo, 11. E’ stato al mare, a Capo Verde, a festeggiare il proprio record di 646 gare da professionista. “Mancano le presenze in Lega Pro, per avvicinare i primati assoluti. A 35 anni pensavo di proseguire appena per un biennio, poi ci siamo sempre salvati, in C1, sino alla promozione in B. Ogni anno si centrava l’obiettivo e si alimentava così l’entusiasmo, adesso però è arrivato il momento. Venivo da tre campionati con 3 presenze ciascuno, davo una mano all’altro portiere, questa stagione l’ho giocata a metà e questo comunque mi ha soddisfatto”.

Pierobon è stato un para rigori, l’ultimo contro il Siena. “Determinante per la salvezza, nel 2013-14”. E’ stato l’ultimo miracolo dell’highlander veneto.

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