Il Giornale, la prima edizione. Donadoni, la pazienza non solo a golf, salverà facilmente il Bologna. Vince anche a Genova, con il 2° gol di fila del centrale Rossettini, fanno 13 punti in 6 giornate, dopo l’avvio da retrocessione di Delio Rossi

Roberto Donadoni, 52 anni, tecnico del Bologna
Roberto Donadoni, 52 anni, tecnico del Bologna

Vanni Zagnoli

Per Donadoni le partite è come fossero sfide a golf. Si mette lì, tranquillo, le sue squadre giocano, di fioretto e compasso, con aperture e triangoli, e i risultati arrivano. Da quando è subentrato a Delio Rossi, 13 punti in 6 partite, per una matricola che rischiava il ritorno in B, invece ha speranze di battersi per l’Europa.

Il Dona è appassionato di green e di ristorazione, in provincia di Lecco è titolare con Mauro Tassotti del Dac a tra, a Castello di Brianza, stellato come il suo gioco. “Dagli retta”, significa letteralmente e a noi dava retta volentieri, in conferenza stampa, a Parma, alle domande sul suo fairplay unico. “Ma guardate che anche a me capita di arrabbiarmi”. Certo, viene da una stagione nerissima, a 100 chilometri da Bologna, si era guadagnato l’Europa league, azzerata dai 180 milioni di debito creati dall’ex presidente Ghirardi, con fallimento, retrocessione e ripartenza dalla serie D. Donadoni faceva anche il dirigente, il motivatore, lo stratega della comunicazione, aveva persino sponsorizzato i crociati, quando batterono la Juve, firmando l’impresa del 2015 italiano.

Adesso nella Dotta è tutto più facile, soldi ce ne sono fin troppi (Joey Saputo ha un gruppo fra i 300 più ricchi al mondo, il top per il nostro pallone), non vanno però buttati, in attesa di puntare alla Champions league, negli anni. Saputo nell’autunno 2014 aveva incontrato a Firenze Roberto Mancini, gli aveva sottoposto un quinquennale, senza la crisi di Mazzarri forse a primavera l’avrebbe accettato, al momento dell’esonero di Diego Lopez. Il ds Corvino optò per il fido Delio Rossi, valorizzato a Lecce e a Firenze (licenziato per il pugno a Ljajic) e congedato dopo la sconfitta al Dall’Ara con l’Inter. Adesso il profeta è Rossettini, centrale difensivo che aveva debuttato anche in nazionale, è al secondo gol in una settimana. Il presidente del Genoa Preziosi si inquieta, la società è in crisi economica da anni, Gasperini non fa più miracoli, Donadoni li confeziona con regolarità. “La mia nazionale era seconda nel ranking”. Portò la Spagna ai rigori, agli Europei del 2008, nei quarti. Di nobiltà. La stessa trasudata da Roberto Donadoni. Di gioco e pensiero. Come quando dribblava e gli cantavano: “Donadoni è megl è Pelè…”.

A cura di Alessandro Mazzarino

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