Il Giornale. Oggi al Tardini si suonerà l’Aida. Donadoni: “Chi ha la Ferrari va comunque pagato. Lavorando è normale guadagnare”.

La prima stesura del pezzo d’ambiente sulla vigilia a Collecchio, del Parma, per Il Giornale. Poi messa in pagina da Elia Pagnoni e da Benny Casadei Lucchi.

 

Roberto-Donadoni-2012_2763774
Roberto Donadoni

Vanni Zagnoli

Collecchio (Parma). Chissà, magari finisce che va in barca l’Atalanta, nonostante Reja abbia preso il posto di Colantuono, in questa stagione è successo spesso, certo al Parma di più. Oggi al Tardini si suonerà l’Aida, come sempre, gli stewards saranno al loro posto, la ristorazione marchiata Ernesto Pellegrini, ex presidente dell’Inter, sarà in buona parte inutilizzata e allora ci metteremo anche noi a gozzovigliare qualcosa fra i palchi. Saluteremo Pietro Doka, l’albanese presidente per un giorno, spaventato dall’assalto mediatico, al punto che ha rifiutato di lasciarci la sua mail. Tutto come al solito, insomma, ma senza due figure chiave. Il box presidenziale è vuoto da 3 mesi, da quando Ghirardi ha lasciato 96 milioni di debiti, anzi 200 lordi, e adesso aspetta di essere avvisato dell’indagine e poi verrà interrogato. Ci mancherà anche l’altro peso massimo della dirigenza, Pietro Leonardi. “Se scrivi così, fai disinformazione. Non è un mistero che i miei giornalisti preferiti a Parma siano… Il giornalista che stimo di più è…”. Adesso proprio quel giornale picchia forte, ogni giorno, su plusvalenze e costi gonfiati, sull’escamotage dei diritti di immagine per giocatori sconosciuti, sugli incentivi all’esodo, sui 1400 atleti movimentati negli 8 anni di Ghirardi. Record del mondo. Record del mondo. Sentiamo urlare Franco Bragagna come per un primato di Bolt.

Quei due sono scappati come la saetta giamaicana, resistono il dt Antonello Preiti e Roberto Donadoni. Del presidente Giampietro Manenti meglio non parlare. Lo faccia su altri giornali, perchè per noi è un teleimbonitore. Donadoni sospende il giudizio sino all’udienza fallimentare, perchè magari qualche soldo arriverà anche da lui. Il piano di questo brianzolo che faceva l’allenatore di terza categoria e nel 2009 fece un colloquio per andare a lavorare all’Esselunga è chiaro, essere in poleposition per il dopo fallimento, guadagnarci se mai i grandi Barilla, Chiesi farmaceutici e Prosciutto di Parma vorranno salvare il club ducale, perchè loro si girano dall’altra parte, deludendo anche il supertifoso Gene Gnocchi. Noi li tiriamo in ballo il meno possibile, perchè non amano questa pubblicità negativa…

Donadoni invece parla volentieri, una volta la settimana, si ripete rispetto a 8 giorni fa e poi fa tutto abbastanza sul serio. Chiude la porta della palestra di riscaldamento, mentre noi vorremmo agganciare calciatori per salutarli. Sul campo, guarda su, verso la tribunetta di Collecchio. Aveva chiesto la seduta a porte chiuse e allora usciamo, accompagnati da 4 tifosi affezionati e una decina di giornalisti.

Qui 10 mesi fa si festeggiava l’Europa league con Cassano, Parolo, Paletta e Amauri, adesso si aspetta la serie D. Toccata a Siena, Padova e a tante altre piazze storiche. “Non hai neanche un bòr”, si dice a Parma agli squattrinati. Al centro sportivo lavorano tutti gratis, ma non sono in tanti. I macchinoni però fanno bella mostra nel parcheggio, viene voglia di fotografarli. Ah, no, la privacy, la targa, niente. Donadoni replica al demagogo Mario Macalli, pasionario di lega Pro: “Chi ha la Ferrari va comunque pagato. Se ne possono possedere anche 7, lavorando è normale guadagnare. Ai calciatori non le regala nessuno, ho avvertito molto qualunquismo, anche venerdì sera. I soldi non sono l’argomento chiave”.

Lucarelli però sottolinea che il Parma riprende a giocare gratis. “Almeno sino al fallimento. Non è un’elemosina da accettare. Ancora non si è capito che non sono i 5, 10 e 15 milioni a condizionare la nostra volontà: ci alleniamo una settimana non per raccogliere le margherite, la domenica. Avevo chiesto soluzioni definitive, non toppe, ma non si può stravolgere tutto in fretta, la nostra vicenda deve portare benefici al calcio italiano”. Qui Donadoni va in scivolata: “Almeno tre quarti delle società di serie A sono indebitate di parecchi milioni, il tema va risolto, in 3-5 anni sistemiamo paletti non aggirabili. La nostra situazione è drammatica, non beneficiamo di niente. Le stesse penalizzazioni sono frustranti: penso alla Nocerina, talvolta si ha la sensazione di essere sotto ricatto, nelle categorie inferiori”.

Donadoni evita di infierire sugli indagati Ghirardi e Leonardi, la bancarotta fraudolenta è seria. “Ciascuno non deve dare la colpa all’altro: il presidente (federale, Tavecchio, ndr) non obietti che un anno fa c’era un altro, non funziona così. Comunque abbiamo mosso più in due settimane che negli ultimi anni”.

Non è stato simpatico il presidente del Cesena Lugaresi. “Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Magari lo cerco al telefono”. In fondo adesso è come fossero colleghi, perchè Donadoni funge da presidente e da dg, con il solo dt Preìti sopravvissuto alla fuga di pesi massimi. “Ma faccio l’allenatore e basta, perchè qui è uno stillicidio di contrarietà”.

Related Posts

Leave a reply