Il Messaggero e il Gazzettino, Scherma, mondiali di Budapest. Gli azzurri conquistano altri due bronzi a squadre nella spada femminile e sciabola maschile

Arianna Errigo (Bizzi)

Arriveranno, per carità, ci sono ancora due giorni per le prime finali con l’Italia in pedana. E almeno il fioretto (non solo femminile) dovrebbe battersi per il titolo mondiale, però si resta lì, appesi al bronzo: siamo a 6. E, a squadre, è una delusione. Si chiude con il sorriso, sì, sempre quando si vince un assalto, però il retrogusto per le nazionali è amarognolo, a prescindere, perchè la scherma è il forziere del nostro sport.
«Ma non preoccupatevi – sostiene Aldo Montano, voce roca -, per Tokyo saremo ancora i numeri uno». Nella storia, siamo secondi, con 307 medaglie, dietro soltanto all’Urss (Russia compresa), e allora non si accettano solo terzi posti. Montano è come un capitano non giocatore. «Ho quasi 41 anni, il tempo passa, mi accontento di esserci. Anche alla mia 5. olimpiade. A Sydney avevo quasi 22 anni, erano altri tempi, c’era maggiore concorrenza, soprattutto nella sciabola». Il livornese resta il più amato nel mondo, forse, per la bellezza, assieme a Rossella Fiamingo. «Ma ci sono personaggi più grandi di noi, per i risultati». E’ l’unico non universitario degli italici bronzi di ieri. Gigi Samele, foggiano, ed Enrico Berre, romano, sono laureati in scienze politiche. «Ma amiamo scherzare, dopo le gare – raccontano -, è un modo per scaricare la tensione. Quando si perde, come la semifinale, contro l’Ungheria, non vola una mosca e riviviamo gli errori. Quest’anno abbiamo perso sempre dai padroni di casa, agli Europei era accaduto con la Germania». La finale di consolazione non è mai in discussione, proprio i tedeschi si fanno sotto solo nelle ultime due turnazioni. «Abbiamo fatto apposta – scherza il solito Montano – per vivacizzare il pomeriggio». L’oro va alla Corea del Sud, imbattibile.
A Budapest salgono sul podio anche le spadiste, ma dopo il 31-44 con la Cina. E’ deluso anche Gianni Sperlinga, catanese, 71 anni, il veterano dei tecnici mondiali, ruspante al punto da raccontare ogni male possibile del calcio. «Io invece non mi esprimo», si schermisce Rossella Fiamingo, sua allieva da sempre. Può reggere per altre due olimpiadi, a differenza della friulana Mara Navarria, in visibile sovrappeso. «Ogni podio per me ha un sapore speciale, da moglie e mamma. Siamo in tante madri, nella scherma, c’è longevità agonistica». Anche precocità, dal momento che Federica Isola è l’unica under 20 della nazionale, eppure titolare. 
Il blu, verde e viola della Syma arena si riempie giusto per la finale della spada. Il presidente federale Giorgio Scarso (veterano, al 4° mandato) aspetta almeno un argento, mentre i maestri e i ct italiani trovano spazio all’estero. Anche il marito di Arianna Errigo, Luca Simoncelli, allenatore della Spagna e battagliero come la moglie. Che a Carola Mangiarotti ripete: «Vorrei andare a podio, in Giappone, nel fioretto e nella sciabola. La federazione però me lo impedisce».
Vanni Zagnoli

Da “Il Messaggero”

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