Il Messaggero. Hoffenheim-Bayern, insulti e striscioni dei bavaresi contro il patron di casa Dietmar Hopp: la gara sospesa per due volte, finisce 0-6. Varie tifoserie tedesche osteggiano il suo aggiramento del fairplay finanziario

(ilmessaggero.it)

La prima stesura del pezzo pubblicato su “Il Messaggero”

di Vanni Zagnoli

Hoffenheim-Bayern Monaco è 0-6, la partita finisce in anticipo, si pensa a una manifesta inferiorità, a riaccendere il dibattito se sia politically correct infierire sugli avversari, tantopiù fuori casa. Invece, a ben guardare, su Sky, il match si interrompe per solidarietà. Del Bayern, di Karl Heinz Rummenigge, nei confronti del patron di casa, contestato dai tifosi bavaresi. Situazione inconsueta, che potrebbe comunque portare a provvedimenti nei confronti della dominatrice della Bundesliga: è scudettata dal 2012, ora va a +4 sul Lipsia e sul Borussia, ma la squadra che era dell’est ha una partita in meno.

A Sinsheim, dunque, la gara è fermata per due volte dall’arbitro per i cori e per gli striscioni offensivi rivolti dai tifosi di Monaco verso Dietmar Hopp, nonostante la goleada. Si infuria l’allenatore Hansi Flick, già centrocampista dei rossi, i giocatori passeggiano negli ultimi minuti di gara, sino al 90’, in segno di protesta verso i più esagitati. In tribuna l’ex attaccante dell’Inter Rummenigge abbraccia il presidente Hopp per scusarsi e poi va a catechizzare i tifosi. Brutta immagine, per la Bundesliga, espressione di appassionati in genere caldi ma rispettosi, tedeschi in tutto. In genere si lasciano prendere la mano per qualche birra di troppo, questo caso però è anomalo.

Lo striscione viene esposto dal gruppo Schickeria, Hopp è inviso ai contestatori del “calcio moderno: “Sei e resti un figlio di p…”.

Mister Flick fra l’altro è un ex, i giocatori provano a convincere gli ultrà a togliere la scritta, fino alla decisione dell’arbitro Digert di mandare le squadre negli spogliatoi. Cercano di spaventare i tifosi, per far capire che l’odio non è ammesso, per nessun motivo. Dopo una decina di minuti la gara è ripresa, ma il segnale è stato mandato, di fatto non s’è più giocato e i sostenitori dell’Hoffenheim applaudono la protesta dei bavaresi. 

In Italia, nelle curve, c’è più gogliardia, in Sassuolo-Atalanta 0-4 la curva bergamasca urlava contro De Zerbi, perchè bresciano, il giudice sportivo non ha preso provvedimenti. Fra quella frase in striscione e offese in coro non fa grande differenza. I personaggi delle grandi squadre vengono spesso bersagliati, quando vanno in provincia, si creano rivalità anche politiche, per esempio della curva del Livorno nei confronti del Milan sino a quando era di Berlusconi. La scritta è più grave, denota proprio un’azione meditata.

I tedeschi, dall’Elba a Costanza, sono uniti dal disprezzo per l’Rb Lipsia, club costruito dal nulla, grazie ai soldi della Red Bull che però non appare, e appunto dall’odio verso Dietmar Hopp, self made man di Sinsheim che ha creato la squadra ora 7^ in Bundes eludendo i controlli di fair-play economico. In Germania vennero introdotti i massimi salariali, come in Nba, e addirittura nel 1971 venne esclusa l’Arminia Bielefeld, per avere alterare risultati di partite di campionato.

Il 22 settembre, i tifosi del Borussia Dortmund, contro l’Hoffenheim, avevano srotolato un telo con disegnata la faccia del patron nell’occhio di un mirino di precisione e poi piovvero insulti. Per la SudTribune, il re del software avrebbe ucciso con i suoi finanziamenti la logica dell’equilibrio finanziario del campionato. Ha 79 anni e spese 100 milioni per costruire la Rhein Neckar arena, in quella cittadina di 35000 abitanti, di cui Hoffenheim è frazione rurale, con 3mila anime. Nel quartiere di Chievo, a Verona, sono in 8mila… Hopp acquistò un resort nel sud della Francia dall’attore Sean Connery; nel 2008, un amico astronomo gli dedicò un asteroide.

Da “Il Messaggero”

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