Il Messaggero, mondiali di volley. Serbia e Polonia sulla strada degli azzurri

Luigi Randazzo (lubevolley.it)

Sembra proprio un mondiale disegnato per l’Italia. Ieri il sorteggio della terza fase, da domani a Torino. Il via è con la Serbia, terza sugli azzurri al campionato del mondo chiuso a Roma nel 2010 e vincente in finale ai successivi Europei, con Berruto ct italiano debuttante. Da allora i rossoblù hanno piazzato due bronzi continentali, un argento e oro in World league, sono la meno accreditata fra le avversarie eppure capaci di superare Russia e Francia al tiebreak, grazie anche al ct Nikola Grbic, allenatore a Verona, al capitano Petric, ex Modena, e all’opposto Atanasijevic: talmente forte da costringere Zaytsev a fare lo schiacciatore, per due anni, a Perugia, perchè il bombardiere è lui. 

E poi ci sono i polacchi, vittoriosi 4 anni fa in finale con il Brasile nel mondiale casalingo e nella World league 2012, vengono da 4 quinti posti alle olimpiadi. Il ct cambia di frequente ed è straniero: Anastasi, il francese Antiga, Fefè De Giorgi, adesso il belga Vital Heynen, sorprendente terzo con la Germania al mondiale polacco. Da loro il volley è una religione, molto più che in Italia, e il simbolo è l’opposto Kurek. 

La nostra nazionale avrà anche il vantaggio di chiudere il girone, venerdì, dunque potrà fare i calcoli di punti e set necessari a raggiungere la semifinale, se magari con la Serbia non arrivasse il 3-0.  Peraltro Gianlorenzo Blengini rifiuta le tabelle: «Con la Russia siamo scesi in campo senza sapere di essere già qualificati, il giorno della partita non voglio che arrivino notizie distraenti. E in genere alle final six è decisiva la terza giornata».

L’urna era stata benevola nella prima fase, senza avversarie che poi abbiano avvicinato le finali di Torino. All’Italia non poteva capitare il Brasile e già è un bel vantaggio. L’altro gruppo è decisamente più forte, gli Usa vengono dal bronzo olimpico e dalla coppa del mondo 2015, sono gli unici imbattuti del mondiale italo-bulgaro, mentre la Russia resta superiore alla Serbia, al di là della sconfitta al tiebreak.

«Manca solo la Francia – spiega il ct, torinese e torinista -, tra le più forti, una doveva restare fuori. La qualità è molto elevata, nel torneo».

Per raggiungere le semifinali serve una continuità ancora superiore, i 6 set persi lasciano incognite. Il migliore è il regista Giannelli, efficace anche al servizio e a muro, poi Zaytsev: «Ma nel secondo e nel terzo set con la Russia – ammette lo zar -, anch’io sono calato. E lì anche il pubblico di Milano era uscito dalla partita». Neopapà, per la seconda volta, Juantorena sopporta la lombalgia e il dolore a un polpaccio, in qualche scambio gioca come da fermo. I centrali Daniele Mazzone e Anzani si dannano, Anzani resta in campo di più ma con i russi si spostava a vuoto. La ricezione talvolta salta, fra Lanza e Maruotti: a proposito Randazzo con i 23 punti piazzati all’Olanda si candida per completare il sestetto, al loro posto. La battuta e l’attacco in alcuni set scendono di livello, non la difesa, con il guizzante Colaci, il vero capitano.

Vanni Zagnoli

“Il Messaggero”

 

Related Posts

Leave a reply