Il Messaggero. Sull’orlo del fallimento, il Parma trova i tre punti nel recupero contro l’Udinese.

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La società è fallita, tra una settimana i curatori diranno se può almeno terminare il campionato, eppure il Parma vince il primo dei due recuperi, con l’Udinese. Senza la penalizzazione, senza tutta quella girandola di presidenti sarebbe ancora in lotta per la salvezza, intanto però raccoglie soddisfazioni. Non vinceva dal 6 gennaio, contro la Fiorentina, alla vigilia di Pasqua aveva fermato l’Inter.

L’avvio è degli emiliani, con la parata di Karnezis sull’ex Coda, l’Udinese replica con il palo di Bubnjic sull’uscita sbagliata da Mirante. Bruno Fernandez ha solo un lampo, prima dell’intervallo, neanche l’ingresso di Thereau nella ripresa, al posto dell’acerbo Aguirre, cambia la serata, ravvivata da un allungo a destra di Vidmer. Ancora il portiere greco dei bianconeri salva sulla punizione di Lodi. I friulani si difendono con applicazione, non riescono però a fare gioco. Sembra una partita da 0-0, come quando il Parma ripresa il proprio campionato fermando l’Atalanta, invece al 25’ Silvestre Varela calcia da sinistra, Belfodil sfiora di testa ma il gol è del portoghese, alla prima marcatura in serie A.

Stramaccioni inserisce anche lo spagnolo Geijo ma è tardi per recuperare la concentrazione, per Mirante solo un’uscita di piede su Thereau, resta in campo nonostante un infortunio al ginocchio. L’Udinese conferma le difficoltà in trasferta, vive una stagione poco brillante, questo è il punto più basso, mentre all’andata ne fece 4 al Parma. Certo se questa gara si fosse giocata secondo calendario, quando era presidente Manenti, probabilmente gli emiliani si sarebbero arresi, ma è una bella lezione di sport che offrono. Si può fallire e retrocedere eppure salvare la faccia.

Vanni Zagnoli

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