Il Secolo XIX. L’azzardo di Squinzi: “Dopo due salvezze, puntiamo allo scudetto. Gli arbitri ci hanno tolto 4 punti, meritavamo il primo posto”.

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Il proprietario del Sassuolo Giorgio Squinzi

VANNI ZAGNOLI

SASSUOLO (Modena) – Giorgio Squinzi cerca di parlare il più seriamente possibile, quando accenna all’obiettivo scudetto, da abbonato alle provocazioni calcistiche. Questa storia parte da lontano, con i neroverdi in Lega Pro e il traguardo azzardato era: “Vorrei vincere a San Siro con l’Inter, da tifoso del Milan, e anche un posto in Champions”. Lo ripeteva talvolta nel quinquennio di serie B. Memorabile quando due anni fa, nel trofeo Tim, disse: “La Juve vince con il solito rigorino, ruba sempre…”.

Squinzi domenica era al Mapei per seguire Sassuolo-Chievo e poi a casa ha visto il mondiale di ciclismo in tv, da sponsor principale, come fa da 8 anni.

Ieri è intervenuto a Radio Radio al salone internazionale della ceramica e ha alzato l’asticella. “L’obiettivo del Sassuolo inizialmente era una salvezza tranquilla, adesso è vincere il campionato”. Strano, perchè l’allenatore Di Francesco neanche ammette mai di volere l’Europa league.

Da presidente di Confindustria, Squinzi fa il motivatore, vuole il massimo dalla squadra e ce l’ha giustamente con gli arbitri: “Ci hanno tolto 4 punti, dovevamo essere primi. Siamo l’unica squadra della serie A, da 11 giornate, complessivamente, e 7 titolari abituati a giocare insieme da 4 anni. Gli stranieri sono appena 3: non vorrei mai essere l’allenatore delle squadre che abbiamo incontrato finora, con 8-9 lingue diverse. Come fanno a preparare le partite e gli allenamenti? Sono una Babele calcistica”.

Il signor Mapei ha deciso la strategia a tavolino. “Italiani e giovani”. Non tutti, perchè in rosa ci sono 12 elementi oltre i 28 anni. Il potenziale economico dell’azienda milanese è da Europa, anche solo per i 22 milioni (record per la serie A) pagati per esporre sulle maglie neroverdi il marchio di famiglia. Il monte ingaggi è di 27 milioni, il 9° della serie A, persino superiore al budget del Genoa. Insomma, non sarà da scudetto, ma il 6° posto lo può valere. E Squinzi lo voleva già l’anno scorso. “Avevamo lasciato per strada una decina di punti nei finali di partita”.

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