Ilmessaggero.it. Il derby è della Fortitudo (79-72), la Virtus rischia di finire 2^. Notte di festa per i “maragli”. Il racconto emozionale di e da (ex?) Basket city

La notte magica del Paladozza

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di Vanni Zagnoli

Bologna – D’accordo ci sono playoff, perchè da anni in serie A sale unicamente la prima, tuttavia la Fortitudo spera di levare la promozione alla Virtus. Il derby petroniano è dominato dalla F scudata, con rientri anche nel finale delle V nere, sul 74-69 a 1’50”, e con questo successo la Bologna “fighetta”, per usare il termine dei “maragli” rivali, perderà il primato in regular season a beneficio di Treviso, con eventuale bella, dunque, in Veneto. Un errore sottocanestro leva il -3, di là capitan Candi, figlio di un imbianchino, azzecca la sospensione dalla media distanza e azzera i rischi. La tripla del bianconero Umeh vale il 76-72 e poi lo stesso folletto trova il ferro interno che gli sputa fuori il -1. Candi sbaglia due liberi ma Ruzzier se ne procura un’altra coppia e così la Kontatto non rischia.
Al Madison di piazzale Manfredi Azzarita va in onda la guerra santa dei (non) pezzenti, viene in mente un verso de L’Avvelenata di Francesco Guccini. Qua ci sono i soldi, non più di Giorgio Seragnoli nè di Marco Madrigali, che vissero l’epopea di basket city ma di proprietà larghe, che garantiscono solidità, dopo i fallimenti o simili degli improbabili Sacrati e Martinelli e o soci.
Qua le feste proseguono per l’intera notte, c’è la metà di Bologna molto più passionale che accarezza la vittoria sfuggita ai supplementari per l’Epifania.
Il più è salire e, dicevamo, ne sale una sola e di nuovo potrebbe non essere una bolognese. “Cori e maschere notturne. Canto, discanto”, poetizza Ivano Fossati. E nella Dotta accade proprio questo, si canta a squarciagola, non come l’ex cantautore genovese, si godono due punti che valgono comunque non più del 5° posto e si spera nella finale playoff come derby. Ricordando quello scudetto che era già della Fortitudo ma arrise alla Virtus, 20 anni fa o giù di lì. E di nuova arriva in soccorso il verso di Guccini. Di Eskimo. O meglio di Bologna. “Busona. Bologna ombelico di tutto, mi spinge a un singhiozzo e ad un rutto”.
Il maestrone non ama il basket, ma in fondo neanche è felsineo, è modenese-pistoiese, con la sua Pavana.
Organizza la Fortitudo, perfetta, servono i caschi blu, per evitare che le centinaia di virtussini abbbiano la peggio, fra i 5500 del Dozza. All’andata con impianto da 9mila la Virtus aveva scelto di escludere molti giornalisti da Casalecchio di Reno, stavolta è andata meglio, per le scale ripidissime del centro. Da affanno vero, per chi non è allenato.
Kontatto Bologna-Segafredo 79-72 (29-16, 45-37; 59-54): Know 16, Mancinelli e Legion 15, Ruzzier 12, Candi 11; Umeh 17, Rosselli 16, Spissu 15.

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