Ilmessaggero.it. Europei, domani Italia-Serbia, rivincita mondiale. Mazzanti: «Serve un cambio palla fluido»

Lucia Bosetti (oasport.it)

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di Vanni Zagnoli

La medaglia europea manca da 10 anni, dal secondo oro di fila. L’ultimo titolo vinto è del 2011, la coppa del mondo con Massimo Barbolini in panchina. La nazionale di volley femminile vuole ritornare sul gradino più alto del podio e per farlo domani, dalle 16 (diretta su Rai2 e su Dazn), dovrà battere la Serbia, campione del mondo e d’Europa. Ad Ankara c’è la rivincita della finale di un anno fa, le azzurre erano avanti per 2-1, hanno pagato giusto l’inesperienza.

«Sarà una partita intensa – racconta il ct Davide Mazzanti -, abbiamo un gran desiderio di capire a che punto siamo, dai numeri siamo sullo stesso livello in tutto, nel cambio palla e nel breakpoint. Proprio il cambio palla dovrà funzionare in modo fluido, è in questo fondamentale che si deciderà la gara, inoltre alcune scelte faranno la differenza».

Le azzurre si sono trasferite in Turchia di notte, dalla Polonia. Dov’erano ritornate dopo gli ottavi in Slovacchia, mentre Serbia e Turchia non si sono mai spostate da Ankara. «La squadra sta bene, abbiamo ripreso con una seduta defatigante, una manifestazione di questo livello è più risparmiare energie che per provare tecnicamente qualcosa».

Con la Russia, nei quarti, Mazzanti aveva provato i movimenti a muro, poi decisivi. «Stavolta sarà importante mantenere la nostra identità, con le russe avevamo pensato troppo a loro, senza gestire i giusti tempi di attacco. Sarà fondamentale far valere il nostro gioco, senza farci condizionare dal valore della Serbia, molto elevato».

Un anno fa finì in lacrime per tante, anche per Cristina Chirichella. «Ci prenderanno tantissime emozioni – riflette la capitana -, a partire da quella di giocarsi una semifinale continentale. Sarà importante mantenere la calma, sappiamo di essere avversarie ostiche, con la nostra pallavolo. E’ necessario prendere il ritmo, evitando alti e bassi peraltro normali, a questi livelli».

Chirichella ha 25 anni, sono più giovani solo il libero De Gennaro (32) e Lucia Bosetti (30). «Rispetto alla finale di Yokohama siamo cresciute in consapevolezza. La Serbia ha giocatrici che si conoscono da una vita, fondamentali di altissimo livello, dal muro, con ragazze altissime, all’attacco: sarà una bella battaglia. E da capitana devo spingere le compagne a scacciare i pensieri negativi».

La differenza anagrafica è sintetizzata anche soltanto dalle due palleggiatrici, Ofelia Malinov ha 23 anni, Maja Ognjenovic 35. Come Blagojevic, è passata per la nostra serie A, mentre Veljkovic ci gioca, a Novara. «Per superare le azzurre – sottolinea la regista serba – dobbiamo battere bene, perchè quando la loro ricezione è perfetta è difficilissimo contrattaccare. Fra Egonu e Boskovic sarà un match di altissimo livello».

Dalle 19,30 la seconda semifinale, fra la Turchia, che vanta appena 3 podi, nella storia, e la Polonia, campione nel 2003 e nel 2005. Sulla panchina ottomana c’è il modenese Giovanni Guidetti. «Siamo stati fortunati – ammette -, dal tabellone, perchè Italia e Serbia sono superiori. Le polacche peraltro attaccano bene, grazie alla regia di Wolosz, del Conegliano. In 12mila faranno il tifo per noi, sarà un vantaggio».

Guidetti inquadra così la gara dell’Italia. «E’ impronosticabile, perchè le due nazionali sono molto simili, sarei sorpreso se non si andrà al tiebreak. Il gioco azzurro è più veloce, molto sarà nel confrontro in attacco, fra Boskovic ed Egonu, tra Mihajlovic e Sylla. Sorokaite mette a terra molti più palloni di Buse ma non ha la stessa stabilità in ricezione».

Lì sono pronte a dare manforte il secondo libero, Beatrice Parrocchiale, e Lucia Bosetti, non ancora al meglio.

Da “Ilmessaggero.it”

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