Ilmessaggero.it, Ilgazzettino.it. Supercoppa a Trento, per Michieletto è il terzo trofeo in un mese. 3-1 a Monza, alla prima finale

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di Vanni Zagnoli

Aveva previsto tutto Chicco Blengini. “A inizio stagione, nel girone d’andata, le sorprese sono rituali”. La supercoppa va a Trento, è solo la 3^, e mancava da 8 anni, supera Monza, alla prima finale in Italia, mentre al femminile vanta due trofei in Europa. Sorride comunque Alessandra Marzari, la presidentessa medico, al pronto soccorso del Niguarda di Milano, il progetto Vero volley spezza il monopolio delle solite quattro, a primavera giunse la prima semifinale (scudetto), approfittando della controstagione di Modena, ora rafforzatissima.

In semifinale i brianzoli avevano firmato la sorpresa del weekend, il 3-1 a Civitanova, di Blengini, appunto. Juantorena è alla 7^ stagione nelle Marche, non ha mai vinto il terzo trofeo nazionale. E’ uscita sabato anche Perugia, 3-0 dall’Itas Trento, eppure era favorita, con Nikola Grbic in panchina, dopo la Champions proprio sulla Trentino, a Verona, con i polacchi dello Zaksa.

A Civitanova, il palaFontescodella è occupabile al 75%, prima volta di questa percentuale nello sport nazionale al coperto, dall’inizio della pandemia, eppure non è esaurito per la mancanza della squadra di casa.

Trento è più esperta di finali e impatta meglio. Michieletto è efficace anche a muro, nel primo parziale, lo chiude sul 25-11, con una differenza in attacco abissale, 62 contro 16%, con 7 punti del bulgaro Matey Kazijski.

Monza regge nel secondo parziale, sull’11 pari, Lavia autografa il +3, funzionano i giovani di Trento: Sbertoli in regia è all’altezza di Giannelli, passato a Perugia, gli faceva da riserva in nazionale. Il Vero si appoggia su Grozer, opposto magiaro naturalizzato tedesco, 37 anni, il meno giovane in campo. Arriva l’ace di Michieletto a portare il +4 avviando al 25-21. 

Monza è avanti nel terzo, il muro a 3 chiuso da Michieletto per il 16-14 pare il segnale della resa del consorzio Vero. Anche la Diatecx ha il suo veterano, Kazijski è pure del 1984, è tornato dopo 5 anni, per la quarta volta, addirittura, qui si aggiudicò tutti e 4 gli scudetti, ora è capitano. Grozer piazza tre punti in sequenza compreso un ace, è il 18-20, sorpasso Monza, come fosse il gran premio. Angelo Lorenzetti inserisce Oreste Cavuto per rafforzare la ricezione, il muro di Podrascanin restituisce la parità a Trento. Un bel punto è di Lavia, calabrese campione d’Europa, come Berardi nel calcio. Lisinac controsorpassa, sulla squadra di Massimo Eccheli, subentrato un anno fa. Grozer annulla un matchpoint, Michieletto si procura il secondo. Insistono i centrali serbi trentini, anche Lisinac è preciso. Grozer però piazza l’ace sul libero Zenger, altro tedesco, ha un secondo set point, murato da Lisinac. Che poi si accusa di un tocco a muro. Si va avanti così, sul 29 pari l’errore di Kazijski. Che protesta per un doppio tocco di Orduna in regia ma il gesto è istintivo, non falloso. La battuta di Grozdanov, altro bulgaro, manda in crisi la ricezione di Michieletto, è 31-33. 

Daviskyba e compagni si attardano nel quarto parziale, 11-4, 17-10 con il muro di Lisinac, sbagliano in ricezione e in attacco. Lorenzetti passeggia lungo la linea laterale del campo, come sempre, stavolta Monza non può recuperare, l’allenatore è all’11° trofeo della carriera, a 57 anni. Il muro di Podrascanin leva le ultime chances a Monza: si chiude a 14 e sul 3-1. 

Peccato soltanto che trovi poco spazio Giulio Pinali, l’opposto sul trono d’Europa, nel suo ruolo c’è Lavia, schiacciatore, in nazionale, come Michieletto. Lorenzetti sceglie la formula Kazijski in banda, premiato come mvp.

Festeggia con la curva Gislimberti Riccardo Michieletto, dirigente padre di Alessandro, che è al terzo trofeo in un mese: Europeo, mondiale under 21 e ora al primo trofeo in un club. A 67 anni, Bruno Da Re diventa presidente, dopo una vita da dirigente, iniziata vincendo tutto con la Sisley Treviso, comprese le 7 supercoppe, record: socio forte è Mauro Poli, vicepresidente, raccolgono l’eredità di Diego Mosna, che dal 2000 era stato l’anima di Trento, con tre mandati anche al vertice di Legavolley.

La supercoppa italiana traguarda i 25 anni, venne disputata anche in località lontane dalla grande pallavolo, a Trieste e a Rieti, a Favara (Agrigento) e a Roseto degli Abruzzi, a Cagliari e a Brindisi. Dal 2015 è ospitato da chi è campione d’Italia, solo Modena però riuscì ad aggiudicarselo da tricolore.

Da “Ilmessaggero.it”, “Ilgazzettino.it”

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