Ilmessaggero.it, Ilmattino.it, Ilgazzettino.it. Tre inglesi ai quarti: 2-0 del Chelsea all’Atletico Madrid, gol di Ziyech ed Emerson

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di Vanni Zagnoli

Passa il Chelsea, 1-0 all’andata (a Bucarest) e successo anche al ritorno, 2-0 sull’Atletico Madrid, davvero insidioso solo nel finale. Festeggia Thomas Tuchel, che aveva qualificato il Psg agli ottavi e adesso passa il turno con i blues, nella stessa stagione. Veniva dalla storica finale con i francesi, difficilmente Pochettino farà meglio, nonostante abbia eliminato il Barcellona. Il tecnico tedesco era arrivato ai quarti anche con il Borussia Dortmund, migliora il Chelsea, che la scorsa stagione arrivò quarto con l’ex bandiera Lampard e in questa stava faticando.

Gli inglesi attaccano con giudizio, l’Atletico aspetta, come sempre, rischia quando Werner riceve in area e si gira con il sinistro, Savic devia in angolo, stranamente Orsato da Schio non lo concede. I blues sono attenti, chiudono gli spazi su Joao Felix. Rudiger rischia il rigore con una spallata vigorosa a Suarez, un arbitro più fiscale e impulsivo avrebbe persino potuto fischiare. In genere due mezzi rigori ne fanno uno, la mano di Azpilicueta trattiene Carrasco di quel tanto sufficiente a evitare il rigore ma da sbilanciare l’attaccante dei colchoneros, a Orsato non serve il Var. 

L’Atletico alza il pressing, il Chelsea costruisce dal basso con un pizzico di apprensione. La squadra di Tuchel ha un po’ il cinismo dell’Atletico, abbassa il ritmo, cerca di azzerare le palle sporche concesse. A tratti sembra l’Atletico, colpisce al momento giusto. Kantè allunga palla di testa al limite dell’area, Havertz vola sulla sinistra e lancia Werner, traversone, il destro di Ziyech è imperfetto, Oblak è forse il miglior portiere al mondo, stavolta si fa infilzare da una traiettoria prendibile. 

Anche sulla fascia destra i blues si incuneano con James, la velocità di crociera aumenta, arrivano altre due occasioni. L’argine di Kantè davanti all’area britannica è eccellente, i biancorossi si fanno vivi con il cross di Llorente e con il destro da fuori di Joao Felix. James e Havertz hanno una bella intesa, sulla destra (arriva anche un tiro di Kovacic) e non a caso esce Renan Lodi, all’intervallo, in difficoltà di là.

Si riparte, con gli affondi del Chelsea a destra, Ziyech lancia Werner, il destro è pronto, Oblak respinge. Passa il tempo, l’Atletico avrebbe bisogno di due gol, non è mai davvero pericoloso e teoricamente è strano, dal momento che è la capolista della Liga. Lo è meno considerata l’attitudine difensiva, la difficoltà a imporre il proprio gioco. Pressa, contrasta, paga con l’ammonizione a Saul, continua a soffrire Havertz, 21enne tedesco, si capisce perchè sia stato pagato 90 milioni al Bayer Leverkusen, più 25 di bonus. Anche Ziyech ha talento, l’ex Ajax di sinistro fa volare Oblak.

Esce Suarez, che in trasferta in Champions non segna dal settembre 2015, segnò con il Barcellona all’Olimpico, con la Roma. Gimènez rischia l’espulsione, con un intervento su Havertz, preso con la gamba di richiamo. Sono spettacolari anche le volate di Werner, a sinistra. Si resta lì, aspettando un lampo dell’Atletico, arriva l’errore di Hermoso, non sfruttato da Havertz. Finalmente arriva una parata di Mendy, sul tirocross di Joao Felix. Che si ripete, da fuori, la deviazione di Azpilicueta è insidiosa. 

Ammonito, Savic azzarda una gomitatina su angolo, al petto di Rudiger, Orsato vede ed espelle l’ex viola: “Fuori, fuori”, gli urla. L’Atletico chiude in 3-4-2, sempre a contenere James e un contropiede di Hudson-Odoj. Llorente raggiunge il fondo, i blues si salvano: in tribuna c’è Thiago Silva a seguire con attenzione ogni azione. L’ultimo pericolo è sul destro potente di Joao Felix, Mendy si oppone. Appena entrato, Emerson Palmieri trasforma la controfuga nel recupero, su palla recuperata da Kantè. 

Chelsea da 7, nelle due gare, Atletico Madrid da 5,5, a essere abbondanti. La quarta della Premier quasi domina la prima della Liga. Ai quarti arrivano tre inglesi (sono passate anche Manchester City e Liverpool) e due tedesche (Borussia Dortmund e Bayern Monaco), la francese Psg e la portoghese Porto. Solo una spagnola, il Real Madrid. I maestri inglesi sono ritornati tali, almeno in Champions, e la squadra del patron Abramovic potenzialmente vale la finale. Ne perse una ai rigori nel 2007-08, contro il Manchester United, e la vinse, sempre dal dischetto, nel 2011-12, contro il Bayern Monaco. Quella volta era allenato dall’ex laziale Roberto Di Matteo, non era più forte di adesso.

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