Ilmessaggero.it, la marciatrice Giuliana Salce porta la sua storia in teatro: “Faccio la spazzina, da un anno e mezzo sono infortunata. Racconto le violenze, la bulimia e il doping”

Giuliana Salce è nella Hall of Fame della Fidal dei migliori atleti italiani di sempre

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di Vanni Zagnoli
Arriva in teatro la storia di Giuliana Salce, 61enne ex campionessa del mondo di marcia. Interpreta se stessa in Frammenti, stasera, dalle 20,30, nel laboratorio teatrale “lo Scariolante” di Ostia Antica, a piazza Gregoriopoli 2, con replica sabato, alle 16,30.
Stavolta non gareggia ma si racconta, dagli abusi subiti in adolescenza agli anni trascorsi fra bulimia e anoressia. E poi i record del mondo nella marcia, sino al passaggio al ciclismo, facendo uso di doping e poi autodenunciandosi. E lì è stata estromessa da ogni attività agonistica e di insegnamento, così da essere costretta a reinventarsi come spazzina nell’Ama.
La rappresentazione teatrale è molto intensa, come la sua vita, e vuole contribuire a diffondere la cultura dello sport libero. Alla prima ci sono il regista Paolo Marchetti e Simona De Dominicis, che ha convinto Giuliana a rappresentare la sua vita in teatro, l’avvocato Arturo Perugini, a cui affidò il suo memoriale di accusa in tema di doping, e Anna Saito, psichiatra che per quattro anni l’ha seguita. E poi l’ex assessore di Roma capitale Paolo Masini e l’ex presidente di Ama Piergiorgio Benvenuti. In platea sarà presente anche l’onorevole Laura Coccia (Pd).
Giuliana macinava record mondiali (17), negli anni ’80 è stata un’ottima marciatrice, nel 2011 rivelò la sua storia, anche per essere aiutata sul piano economico, ma ancora fa la netturbina.
“Da 6 anni – racconta – sono operatrice ecologica, nella municipalizzata dei rifiuti di Roma. I primi tre furono part-time, dalle 6 e mezza alle 11,50, poi turni da 6 ore. Da un anno sono ferma, per due interventi: colpa di brutte distorsioni, sono saltati i legamenti, è stato necessario impiantare due viti al calcagno destro”.
Effettua la raccolta differenziata, per 700 euro al mese, da quasi 3 sono 1100. “Da ottobre 2015 sono sotto infortunio, con l’Inail. La prima operazione fu a metà novembre, poi a giugno, forse a gennaio sarà necessaria la terza”.
Giuliana fu la prima azzurra specialista della marcia, con 5 titoli nazionali, più 7 indoor. “L’apice fu nell’83, con record del mondo nella 5 km, a L’Aquila. E due anni più tardi l’oro mondiale sui 3mila indoor, a Parigi. Infine un argento europeo e uno mondiale, sempre al coperto”.
In totale stabilì 17 primati mondiali: 5 in pista e 12 al coperto, su 5 distanze. “Uno fu al lido di Ostia, alla Stella Polare, nell’86, era l’ora all’aperto”.
Salce è sempre stata problematica, dai 23 anni e sino a 43 combattè bulimia e anoressia. Quei risultati l’hanno comunque portata nella hall of fame dell’atletica leggera italiana, tre anni fa.
Nel ’99, a 43 anni, passò al ciclismo, master, senza peraltro ottenere i risultati dell’ex fondista azzurra Maria Canins.
“Fu la morte di Marco Pantani a farmi svoltare, nel 2004 mi autodenunciai: per 4 mesi un consigliere della federciclismo, braccio destro di Giancarlo Cerruti, presidente dell’epoca, mi fece assumere epo e gh. Decideva sostanze, dosi e tempistica delle iniezioni. La resistenza si moltiplicò e la forza lievitò, a scapito della massa grassa”.
Il doping causò un tumore alla tiroide e un’infezione alla gamba destra, dove si iniettava il dopante. E’ stata in tv una ventina di volte, a raccontare i suoi drammi, temendo ritorsioni scrisse un memoriale all’avvocato Arturo Perugini. A farla deporre ai Nas di Firenze fu Ivano Fanini, il patron dell’Amore e Vita, la squadra di ciclismo. Era il giugno di 11 anni fa e l’operazione Oil for drug segnalò 146 persone, con 8 arresti, compresi due medici.
Dal 2004 al ’10, Salce vive di lavori umili (pulizie da privati) e di benevolenza: “Per due volte, una radio romana mi fece recapitare dalla Croce Rossa pacchi di generi alimentari. Mi offrirono anche di fare l’attacchina, dei manifesti del Golden gala, a Roma”.
Oggi il figlio Barnaba ha 26 anni, era campione laziale di pugilato, pesi welter, si fermò per un infortunio a una spalla: “Ora vorrebbe riprendere per il professionista – sorride la mamma -, ma spero non lo faccia”.
La figlia Francesca, 35 anni, è ricercatrice di scienze motorie a Lisbona, laureata con due master ma a ottobre ha finito il contratto quadriennale.
A Giuliana è sempre stato accanto
il compagno Cesare Presutti, 65enne perito, anche nella battaglia contro la depressione. “Mi sono scusata con i familiari, per avere accettato di doparmi a 46 anni”.
A 61, Giuliana si batte contro il doping giovanile. “Nelle palestre fanno le punture di gh nelle cosce e anche gli integratori possono essere nocivi, quando servono per tagliare gli anabolizzanti”.
Scrisse l’autobiografia “Dalla vita in giù” per Bradipolibri. “Per il teatro ho scritto il copione di persona, con il regista Paolo Marchetti”.
“Frammenti” è in due atti, dura un’ora e 10’. Si parte con l’abuso subito da bambina: “Da uno zio”. Giuliana è alta uno e 69, era scesa a 47, mentre al massimo toccò i 56 chili. “Mangiavo e vomitavo, per restare in peso forma”.
Racconta le violenze psicologiche subiti da due uomini sbagliati, uno è l’ex marito. “Sul palcoscenico parlo del rapporto molto intenso con mio padre Renato, Mi accompagnava ad allenarmi, è morto nel ‘90. Il regista lo interpreta talmente bene che rivivo l’amore che avevo per lui”. Si finisce con un tenore accompagnato da una violinista, sulle note di un amore così grande. Che rispecchia benissimo la personalità di Giuliana Salce.

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