Ilmessaggero.it. L’Italia e il calcio femminile. Tavecchio: «Abbiamo 20mila tesserate, raddoppiamole”. La galleria di personaggi a Reggio

REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - FEBRUARY 16: (L-R) Patrizia Panico, Melania Gabbiadini, Alessia Tuttino and Antonio Cabrini Italian FIFA Women's National Coach attend the UEFA Women's Champions League Final presentation on February 16, 2016 in Reggio nell'Emilia, Italy. (Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)
REGGIO NELL’EMILIA, ITALY –  Patrizia Panico, Melania Gabbiadini, Alessia Tuttino and Antonio Cabrini Italian FIFA Women’s National Coach attend the UEFA Women’s Champions League Final presentation on February 16, . (Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)

 

La finale di Champions League a Milano sarà sabato 28 maggio, due giorni prima, giovedì 26, alle 18, l’Italia ospiterà per la prima volta l’ultimo atto femminile. Sarà allo stadio del Tricolore, ovvero il Mapei, ma per le competizioni Uefa non sono ammessi nomi commerciali. E’ stata presentata ieri mattina nella sala che nel 1797 tenne a battesimo la prima bandiera italiana, della repubblica Cispadana.

C’era il ct Antonio Conte, coordinatore delle nazionali giovanili, che dopo la cerimonia parla di “bellissimo evento”. “Abbiamo anche una squadra italiana, il Brescia, nei quarti: incrociamo le dita, sarebbe fantastico averla in finale quel giorno, anche se la competizione è molto dura e ci sono squadre attrezzate”.
Il quarto di finale è quasi impossibile, il 23 marzo in Germania contro il Wolfsburg, vincitore nel 2013 e nel ’14, e il ritorno il 30. Le iscritte erano 46, sarà la 16esima finale e 9 volte hanno squadre tedesche, il record è del Francoforte, con 4 successi, compreso l’ultimo.

“In Italia – conclude Conte – cerchiamo di promuovere uno sport che in altri Paesi è molto più riconosciuto e praticato, mi auguro che anche da noi possa raggiungere traguardi importanti. Se mia figlia chiedesse di portarla a giocare al calcio, lo farei molto volentieri”.

Il presidente federale Tavecchio auspica il raddoppio delle praticanti. “In Italia abbiamo 30 milioni di donne, ma appena 20mila tesserate, contro un milione e 200mila uomini: vogliamo arrivare alle 40mila, sarebbe determinante per la crescita del sistema calcistico nazionale nel complesso, e anche come messaggio sociale e culturale”.
Karen Espelund è nell’esecutivo Uefa e presidente della commissione per il calcio femminile, ricorda l’ultima finale a Berlino. “Con 40mila spettatori. Ma anche l’Italia ha una storia, nel calcio femminile. I biglietti della finale costeranno non più di 10 euro, la speranza è di portare quante più famiglie e bambini allo stadio”.

Il piano della Figc per il pallone in gonnella è partito un anno fa. “Abbiamo istituito tre nuove nazionali – spiega la vicedirettrice Francesca Sanzone -: l’under 23, l’under 16 e la squadra di calcio a 5. E poi il titolo sportivo è cedibile, così in serie A si affacciano Lazio e Fiorentina. Ora i club di A e B maschile devono tesserare almeno 20 bambine under 12. Il settore è all’avanguardia nello scouting, inoltre è entrata una dirigente qualificata come Rosella Sensi”. La quale di Spalletti dice semplicemente: “I risultati parlano per lui, in questo mese alla Roma”.
Ambasciatrice della finale è la 41enne Patrizia Panico, premiata per le 204 presenze e 110 reti in nazionale. “Il calcio donne – sostiene il centravanti della Fiorentina – è solidarietà, passione, esempio contro il razzismo, vorremmo che fosse da emulare da parte dei maschi, perchè ha molto da insegnare. Questa finale in Italia è una grande chance di far conoscere la versione al femminile del nostro sport, bisogna accentuare la pratica, i genitori devono assecondare le passioni delle figlie”.

La medaglia celebrativa della Uefa, per le 100 presenze in nazionale, va anche alla friulana Alessia Tuttino (133 partite, 10 reti: 5 scudetti a Verona, adesso nel Tavagnacco) e alla bergamasca Melania Gabbiadini (114 gare, 45 gol). “Azzurre per sempre”, le definisce Tavecchio.

“Ho sempre cercato di copiare Panico – spiega Melania Gabbiadini, da 4 anni miglior giocatrice italiana, con il Verona – e  ho questo sport nel dna. E mio fratello Manolo, adesso al Napoli, voleva seguire le mie orme”.
Antonio Cabrini è stato confermato ct nonostante la mancata qualificazione al mondiale, l’Italia peraltro è assente dal ’99. “Il calcio femminile è davvero un altro sport – sostiene -, impone passione, volontà e sacrificio. In questo senso queste tre ragazze sono esemplari: Panìco è la bomber per definizione, Alessia Tuttino per anni è stata un motorino, mentre Melania è talento puro, nata per giocare”. Cabrini plaude alla riforma delle nazionali femminili. “Si sono dotate di preparatori e allenatori in ogni categoria giovanile. E un mese e mezzo prima della finale saremo anche noi a Reggio Emilia, nella gara di qualificazione agli Europei, contro l’Irlanda del Nord”.

Tra gli organizzatori della finale, per conto della Uefa figura l’ex arbitro Roberto Rosetti, già designatore di Lega Pro: “Questa partita dev’essere il giorno zero del nostro movimento femminile, perchè avvicini quanto rappresenta in Germania e nel nord Europa, negli Usa e in Canada”.

In platea anche il ct dell’under 21 Gigi Di Biagio e Fiona May, capo delegazione della nazionale femminile under 19. “Ammiro Panico – spiega la due volte campionessa mondiale di salto in lungo – e spero che l’Italia faccia bella figura, con questo evento”.

Ospitato dal Sassuolo. “E’ l’occasione per sensibilizzare la presenza delle donne nel calcio moderno – spiega la vicepresidente Adriana Spazzoli, signora Squinzi -. Da tempo lavoriamo per uno stadio all’avanguardia, a misura di famiglia, per ospitare grandi eventi: vorremmo vederlo pieno di bambine. Fra l’altro ai primi di marzo sono in programma molte iniziative nelle scuole e un minitorneo under 17”.

In Romagna, dal 15 al 20 marzo, con Finlandia, Grecia, Italia e Olanda.
La chiosa, davanti alle telecamere, è sul calcio maschile. Tavecchio: “Dobbiamo migliorare il ranking fifa, per questo abbiamo bisogno che tutte le italiane facciano strada in Europa”. L’arbitro Nicola Rizzoli, infortunato: “Il rigore di Messi? Regolare, ma sullo 0-0 non lo avrebbe calciato così. Non c’era volontà di irridere gli avversari, loro si divertono così. L’ottavo di Champions più difficile da arbitrare? Roma-Real Madrid. Gli accoppiamenti sono complicati anche per le avversarie delle italiane, perchè le nostre hanno organizzazione tattica”.
Serve anche al Brescia femminile, per avvicinare la finale di Reggio.

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