Ilmessaggero.it, lo scudetto primavera. La Roma recupera come con l’Inter, soffre gli esterni Lirola e Zappa. Ai rigori, le parate di Crisanto su Vadalà e Favilli. Il tifo giallorosso è superiore

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di Vanni Zagnoli

Reggio Emilia – Lo scudetto primavera è della Roma, ai rigori, come in semifinale l’eroe è Crisanto, capace di pararne due. Il successo giallorosso è meritato, perché la squadra di Alberto De Rossi (nella foto Luciano Rossi/AS Roma via Getty Images)) ha costruito qualcosa di più, in una partita in salita.

In avvio, lo juventino Romagna chiude su Di Livio, poi Audero è abile a parare su Ponce, che si era smarcato in area. Blanco Moreno rischia il rigore con una spallata, la Roma non protesta troppo. D’Urso è raddoppiato, partendo dalla trequarti e la Juve inizia a imporre il suo gioco. Spezza l’equilibrio il contatto fra Di Livio e Lirola, non tanto più netto rispetto alla spallata nell’area bianconero. Il rigore è realizzato da Kastanos, cipriota, alla 13^ rete stagionale. Prima dell’intervallo la traversa da fuori dell’esterno sinistro Zappa.

La Roma pareggia al 2’ della ripresa, con angolo di Vasco, tentativo di deviazione di Marchizza e il sinistro di Ponce, che sorprende Audero. L’attaccante si aiuta con un braccio nel controllo, l’arbitro Amoruso lo considera involontario: in Argentina Ponce aveva segnato un gol in serie A a 16 anni, conferma belle qualità.

Il ritmo scende, la Juve teme i giallorossi e Macek davanti alla difesa fatica. Di Livio non incide tanto e allora la Roma si affida alle giocate individuali, il destro di Ndoj fa volare Audero vicino al sette. Grosso leva Toure, ammonito, per Didiba, per evitare il rischio di restare in 10. Gioca solo la Roma, al punto che Grosso ammette, in panchina: “Secondo tempo disastroso”.

La Roma va poco a sinistra, su D’Urso, e da quella parte è Lirola a provarci da fuori, in maniera però velleitaria. Il finale di tempi regolamentari è più juventino, mentre D’Urso resiste a un leggero infortunio.

I bianconeri sfondano a destra con Lirola, sul cross però c’è un doppio fallo di mano a salvare Crisanto. La Roma segna il gol partita, sul traversone di Anocic Spinozzi non è in fuorigioco, al secondo tentativo segna, il guardalinee fa annullare e sbaglia, anche se c’era un controllo dubbio. Il primo supplementare è di nuovo romanista, con Lorenzo Di Livio a tratti in versione papà Angelo, sulla destra. Grosso ripete le mosse di semifinale con il Torino, levando anche Pozzebon per l’argentino Vadalà, arrivato nell’operazione Tevez e non così convincente. Aumenta la percentuale di errori e così il pubblico si distrae, in particolare le squadre di ragazzini presenti nei distinti.

All’inizio del secondo overtime Anocic libera Di Livio, la conclusione a botta sicura è sbagliata e sfuma così l’occasione per evitare i rigori. Anche perchè Zappa non sorprende Crisanto dalla destra. Nello scorso biennio la finale terminò dal dischetto, il Chievo battè il Torino, che si rifece la scorsa stagione sulla Lazio. Dal dischetto sono emozioni a raffica.

La sequenza: Lirola e Ponce gol, Vadalà parato, Vasco gol;

Cassata e Spinozzi gol; Kastanos e Capradossi gol; Di Massimo gol, Marchizza fuori; Zappa e Bordin gol; Favilli parato, Grossi gol.

La Juve non si aggiudica lo scudetto da 10 anni, per la Roma è l’8°, arriva a un titolo dal Torino. E per Alberto De Rossi è il terzo scudetto: “Con i giovani mi sento davvero a mio agio”.

La Roma vince anche il confronto sugli spalti, con striscioni e bandiere in curva, come se fosse uno Juve-Roma dei grandi. Giocherà di nuovo la Youth league, senza preliminare.

 

 

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