Ilmessaggero.it, lotta libera. L’oro europeo di Frank Chamizo Marquez: “Poi salirò ai 74 chili”. Passeggiata sino alla finale. Nonna a Cuba e mamma in Spagna, il fratello in Germania e il papà in Usa. Italiano per matrimonio e subito seperato da una lottatrice genovese, figlia del tm azzurro

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Oro mondiale, bronzo olimpico e oro europeo. Frank Chamizo Marquez resta una certezza, perchè a Novi Sad si aggiudica il titolo continentale di lotta libera. Il cubano si era sposato e poi ha divorziato dalla genovese Dalma Caneva, di recente agli Europei under 23. Supera in finale il polacco Gadzhiev per 4-3, ma era avanti 4-1: combatte nella categoria dei 70 chili, mentre a Rio aveva era stato bronzo nei 65 e lì aveva già fronteggiato il finalista, quando gareggiava per la Russia.
Chamizo è al secondo oro europeo e al terzo podio. Il titolo mondiale arrivò nei 65 kg, a Las Vegas, nel 2015, i 70 sono vicini al suo peso medio di 74 chili, che dovrebbero essere una delle prossime categorie olimpiche. Oggi Frank ha passeggiato, con il 6-0 sull’azero Dibirgadzhiyev e il 10-0 e la manifesta superiorità sul moldavo Sava e sul romeno Mose. Prepara i mondiali di Parigi (21-26 agosto) ad Ostia, dove c’è anche il centro federale del nuoto.
Dopo il titolo, il rituale dell’antidoping e i festeggiamenti con il direttore tecnico, il russo Gaydar Gaidarov, e con l’allenatore Pietro Piscitelli, genovese, già allievo di Lucio Caneva. Che poi è il padre della sua ex.
“Sapevamo che sarebbe stata dura – spiega il tm Caneva – ma Frank è un grande campione e ha dimostrato di esserlo sempre, anche durante la preparazione. Ha motivazione e quest’oro ci galvanizza”.
Insomma è ancora the magician come la stampa internazionale l’aveva chiamato due anni fa. A Rio aveva conquistato il secondo podio nella storia della lotta libera italiana ma era deluso perchè favorito, era considerato l’oro più sicuro della spedizione azzurra. Voleva ripetere il titolo del napoletano Claudio Pollio, a Mosca 1980, si aggiudicò solo la finale per il bronzo, 4-3 all’americano Molinaro. Aveva con sè l’allenatore Filiberto Delgado, pure cubano, rimpatriato, e il medico Fabio Fanton, presente in Serbia. Questo oro appaga anche Marina Di Bussolo, moglie del presidente federale Matteo Pellicone, scomparso tre anni fa, dopo essere stato in carica dal 1981: era anche vicepresidente internazionale e così la vedova in Brasile ne ha fatto le veci.
Il titolo è anche per Edit Dzosa, ungherese trapiantata a Genova, arbitro internazionale e mamma di Dalma. Che Frank sposa nel 2012, diventando italiano dal ’15, ma poi la coppia si è separata. “Loro hanno fatto tutto per la mia carriera – spiegava Chamizo -, gli devo la vita. Come all’esercito, alla federazione e a mia madre Clara”. Abitante in Spagna, mentre il padre Pavel, ex lottatore, vive negli Usa. A Cuba Frank era rimasto da solo con la nonna, dopo il bronzo mondiale a 18 anni, nel 2011. All’epoca rientrava nei 55 chili, gli bastò sforare di un etto per essere squalificato due anni e quel punto conobbe la fame. Anche per questo le sue motivazioni sulla materassina sono sempre al diapason. E dalla Germania è sostenuto dal fratello.
Domenica la chiusura degli Europei, con tre azzurri nella grecoromana: nei 71 chili il romano Riccardo Abbrescia, 20 anni, nei 75 il torinese Ciro Russo, 24enne, entrambi delle Fiamme Oro, e negli 85 il pugliese Fabio Parisi, dell’Angiulli Bari. Ma difficilmente arriveranno altri podi, dopo il bronzo della trentina Sara Da Col (Cus Torino) nei 63 chili.

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