Ilmessaggero.it, Parma. Lucarelli lascia: «Ho paura di non rappresentare più ciò che sono stato». Arriva Balotelli?

 

Alessandro Lucarelli (lapresse)

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di ​Vanni Zagnoli

Esulta, forse, Billy Costacurta, il subcommissario della Figc. Perchè Alessandro Lucarelli si ritira e gli lascia il primato di goleador più anziano della serie A, con 41 anni, su rigore.

Il capitano del Parma lascia, a quasi 41, da trionfatore. “Ho paura. Di non rappresentare più quel che sono stato, uno di voi”.

E’ un raro esempio di difensore idolatrato, per la simbiosi con la tifoseria. E’ il fratello minore di Cristiano, classe ’75, da un decennio è il Lucarelli vero, un difensore elegante e prolifico, forzuto e goleador. L’ex vicepresidente Marco Ferrari, ex giornalista, lo premia e sancisce il ritiro della maglia numero 6. “La 12 è dei tifosi”.

Dunque il più amato del millennio, forse, del Parma, dice addio al calcio, di sicuro sarà dirigente crociato, da concordare c’è solo il ruolo. Alla Nedved e Totti, a occhio. Lasccia dopo un decennio e il primato di 333 partite in campionato.

Tre anni fa l’Europa non consumata, per quel debito di 265mila euro, adesso una serie A con vista Europa, molto presto. E magari Balotelli. C’era il procuratore Raiola, nei giorni scorsi, nella città ducale. “Ma non per lui”, dice il dg Daniele Faggiano, contratto sino al 2019 come mister Roberto D’Aversa, ma si aspetta l’annuncio di un prolungamento ulteriore, a levare i dubbi per una cavalcata che a marzo sembrava pregiudicata.

La serata del Tardini scorre via con la voce di Gaia Brunelli di Sky e di Sandro Piovani del gruppo Gazzetta, anche Sport, e radiotvParma, con la passerella dei giocatori e il discorso commosso del presidente Lizhang, con traduttrice altrettanto coinvolta.

Il Parma è in serie A per la 25^ stagione della sua storia e ambisce perlomeno al primato regionale, può precedere l’ex matricola Spal, il Bologna meno ambizioso del previsto e il Sassuolo che senza Di Francesco ha perso molto. Ha la proprietà asiatica e la forza dei 7 imprenditori parmigiani, capeggiati dall’avvocato Giacomo Malmesi, chiamato pres dall’ad Luca Carra. “L’obiettivo è una salvezza tranquilla”, aveva già detto venerdì sera il dg Daniele Faggiano, alla festa di Noceto, di Parma partecipazioni calcio, ovvero il 10% della società in mano ai tifosi.

“Siamo un esempio unico nei grandi campionati”, spiega l’anima Alessandro Squeri. E presenta in giro Ermes Foglia, il primo presidente di Carlo Ancelotti, nel ’76, in crociato, naturalmente. “Cedetti il Parma a zero lire a Ernesto Ceresini, che poi è diventato un mito. Fece i soldi cedendo Carletto alla Roma, in cambio anche di due giocatori”.

Foglia ha 93 anni, racconta di quando Boniperti lo considerava intruso in Lega, ma soprattutto di Ancelotti: “Grande, ma l’allenatore incide per un 10%”.

Al Tardini si spera di ospitare subito una grande. “Magari la Juve – auspica Malmesi -, sperando che finisca diversamente rispetto all’esordio, nel ’90, 0-5”.

Dalla curva Matteo Bagnaresi si alzano cori contro l’ex presidente Tommaso Ghirardi, ora finanziatore del Brescia, in attesa del giudizio, e verso la Reggiana, lontana dalla B da 19 anni.

Il Parma era finito in D, Lucarelli è rimasto, il Parma sogna l’Europa, è festeggiato persino da un tifoso danese, arrivato apposta. Per la prima volta è straniero vero (gli albanesi finsero di salvarlo) e per il resto appartiene ai grandi imprenditori parmigiani. L’ultima Europa fu con Ranieri, subentrato a Pioli, uscito agli ottavi di finale di coppa Uefa, nel 2006, solo per concentrarsi sulla salvezza. Qua è tutto come 3 anni fa, quando Donadoni festeggiò l’Europa di Cassano, accarezzata già da Guidolin, dopo la precedente promozione.

Scommettiamo. Entro il 2020, il Parma finirà fra le migliori 7. E presto farà il record di abbonati, del resto ne aveva quasi 9mila anche in serie D.

Da “Ilmessaggero.it”

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