Ilmessaggero.it, Rapid Vienna-Sassuolo 1-1. Di Francesco in trasferta azzarda regolarmente, il primo tempo poteva finire 3-1, il pari arriva su autogol clamoroso e non è immeritato. I neroverdi possono imitare Livorno e Perugia, debuttanti che fecero strada

downloadJelic e Defrel si contendono il controllo del pallone

Vanni Zagnoli
“Sprudeint”. Non significa solo poco prudente, nel dialetto emiliano, della val Secchia, ovvero al confine fra Modena e Reggio, dove ha sede il Sassuolo, ma maleducato o meglio ancora esagerato. Eusebio Di Francesco esagera, con il suo 4-3-3, nelle trasferte fa spesso cilecca, a parte lo 0-1 a Palermo. Arriva l’1-1 come a Lucerna e a Belgrado, stavolta con un pizzico di fortuna, perchè il il Rapid è superiore come pallegol e si fa del male con un autogol grottesco.
Al Mapei il Sassuolo vanta un 7 su 7 stagionale che neanche la Juventus ostenta, fuori casa fatica e allora è già molto che a Vienna non sia grandinato, perchè il primo tempo poteva essere almeno 3-1, mentre l’1-1 significherà probabilmente qualificazione, dopo il 3-1 di Gent. I belgi verranno al Mapei con esperienza e qualità, l’Athletic Bilbao al Saint Mames fa tremare, ma il Rapid a Reggio è battibile. C’è bisogno di metterne dietro due e allora questo girone così equilibrato resta impegnativo per la matricola neroverde.
Il Sassuolo può imitare Livorno e Perugia che, al debutto in Europa – come tante piccole nella storia del calcio italiano -, aveva passato almeno un turno. Il valore emiliano è da ottavi, dunque abbondantemente da secondo posto, per tecnica, qualche dubbio c’è sulla tattica e certamente sul piano fisico. Gli austriaci corrono, punzecchiano, confondono i giovani eusebisti, come i fiamminghi. Sono espressione di un calcio di secondo piano, in Europa, qualificato nell’ultimo quarto di secolo solo in Francia: al mondiale del ’98 e all’Europeo di giugno, con eliminazione scontata; arrivata anche nel 2008, da paese organizzatore, assieme alla Svizzera.
I modenesi sono vulnerabili a sinistra, dove Peluso era già stato infilato domenica, sul vantaggio calabrese. Il cross è respinto corto da Consigli, Murg calcia in maniera sporca, Shaub infila in questo attacco infinito e poi avvicina il raddoppio su errore di Magnanelli. Murg grazia i neroverdi, Ragusa appoggia fuori il pari, ancora Murg, chiuso da Acerbi. Al 41’ l’azione Schaub-Pavelic-Joenlinton, esemplare, con traversa.
Matri incide nulla, Luca Mazzitelli un po’ di più, per la gioia del giornalista Massimo, capo dello sport di repubblica.it, che mai ha tempo di andarlo a seguire in tribuna stampa, a Reggio, e allora si concentra in redazione, davanti alla tv.
In Austria ci sono alcune decine di giornalisti, a completare il volo charter organizzato da Mapei e Mastergroup, dalle idee dell’ad Giovanni Carnevali, re dello stadio privato, con la seconda miglior hospitality d’Italia, dietro solo allo Juve stadium.
Il secondo tempo non è da Juve e d’altra parte Eusebio Di Francesco lo ripete ogni volta: “Non dobbiamo vincere sempre, ci sono anche gli avversari, le aspettative sono lievitate”. Colpa anche del patron Giorgio Squinzi, che ogni volta parla di Champions league, di Ronaldo e Messi, addirittura, come potenziali rinforzi. Già, se il presidente del gruppo 24 Ore, di Confindustria e di Mapei volesse, potrebbe portare i campioni nel distretto delle ceramiche. “Ma preferiamo i giovani e italiani”. E allora la ripresa è a buon ritmo ma con attenzione a non distrarsi, evidenziando turnover (Defrel, Cannavaro e Biondini in panchina) e infortunati: Berardi, Missiroli e Duncan.
Ecco, al completo il Sassuolo aveva dominato i serbi e il ritorno con gli svizzeri, nel ritorno di giovedì 3 novembre non torneranno tutti. Vincere sarà fondamentale, dal momento che la classifica inquieta. La pressione dei verdi è alleggerita dall’ingresso di Defrel, l’acrobatico francese subito insidioso con il sinistro respinto da Strebinger. Esce Ragusa, debuttante in A a 26 anni e in ombra, dopo quella super stagione al Pescara, con Pasquale Marino. A. Per pareggiare occorre quell’autogol singolare, sul cross da sinistra di Politano l’harahiri di Schrammel, che stacca per evitare l’angolo e la colloca nell’angolino.
Gli eusebisti migliorano senza eusebismi, cioè meno fumo e più concentrazione, per un finale tranquillo, in cui anzi servirebbe la forza etica per inseguire i tre punti. Peluso e Matri sono più utili, il Rapid si rallenta. Per l’ultimo quarto d’ora arriva il minuto di incitamento dell’intero Allianz, si alzano in piedi a migliaia, a ricordare i 32 scudetti, le 17 coppe e le 2 Mitropa. Nel ’61 a Vienna conquistarono una finale di coppa dei Campioni, persa con il Benfica, e due finali in coppa delle Coppe. Non importa se furono sconfitte, perchè l’Austria è ancora senza trofei. Servirebbe lo sprint di Ricci con l’under 21, ma l’Europa dei grandi è più complicata, anche rispetto alla serie A e così il romano sbaglia il controllo decisivo, nel recupero.
Rapid Vienna-Sassuolo 1-1: 7′ pt Schaub (R), 21’ st Schrammel aut.
Genk-Athletic-Bilbao 2-0: 40’ pt Brabek, 38’ st Ndidi.
Classifica: Genk 6; Rapid Vienna e Sassuolo 4; Athletic Bilbao 3.

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