Ilmessaggero.it, volley. Gli Europei, terzo oro per la Serbia, 3-1 alla Slovenia di Giuliani. “In Italia mi offrivano solo panchine di secondo piano, per questo sono in Turchia”. Bronzo alla Polonia. Kovacevic mvp. Il prossimo Europeo anche in Estonia e Finlandia

(ilmessaggero.it)

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di Vanni Zagnoli

E’ l’Europeo della Serbia, non della Slovenia, che come 4 anni fa resta d’argento, stavolta strappa un set. Per i serbi è il terzo oro, nel 2001 fu sull’Italia di Anastasi, nel 2011 su quella di Mauro Berruto. 

I rossoblù fanno doppietta, le donne sono campionesse del mondo e continentali, ma nella recente finale di Turchia avevano dovuto ricorrere al tiebreak contro la nazionale di Giovanni Guidetti. E’ secondo anche un altro ct italiano, Alberto Giuliani, marchigiano vincitore dell’unico scudetto di Cuneo e di due a Civitanova, ha un sestetto di quasi tutti ex giocatori del nostro campionato. 

Il primo set lo illude, il 19-25 è con la buona regia di Vincic, che calerà in maniera verticale. Dal secondo iniziano i muri di Podrascanin, due campionati vinti sempre nelle Marche e poi l’unico conquistato da Perugia. Cominciano le bordate di Atanasijevic, l’opposto del Perugia che quest’anno ha sbagliato solo la bella della finale scudetto vinta dalla Lube e la partita di Bari che ha qualificato l’Italia, per il preolimpico. Il 25-16 è bissato dal 25-18 del terzo, con le staffilate di Nemanja Petric, il capitano tornato titolare con il ct Bobo Kovac e riportato in serie A da Milano. Anche Lisinac è efficace al centro, fra primi tempi e muri mantiene avanti i serbi nel quarto. Sul 19-13 i verdeblu non possono rimontare, si affacciano solo a -5, chiudono una bordata e l’ace di Petric. 

La finale di Parigi conferma la vitalità dello sport nella ex Jugoslavia, questa era inedita, nel volley. La Slovenia è campione d’Europa di basket, neanche si è qualificata per il mondiale in Cina, per la sconfitta in Ucraina. Nella pallavolo è solo al secondo podio nelle manifestazioni di primo piano, con Andrea Giani ct nel 2015 si era fermata solo di fronte alla Francia.

La Serbia vanta l’oro olimpico del 2000 (eliminò l’Italia di Anastasi in semifinale), una finale e un bronzo mondiali, agli Europei solo per tre volte ha mancato il podio. Era andata a medaglia anche quando si chiamava Jugoslavia. Non ha magari la genialità della Croazia vicecampione mondiale di calcio ma possiede una forza impressionante. 

“Come ranking – ci confermava Alberto Giuliani, in mezzo alla riunione tecnica di venerdì notte – non c’era proprio partita. Se i bookmakers avessero quotato il nostro successo, chissà a quanto l’avrebbero dato. La Serbia è da sempre nell’èlite, peraltro nel cammino noi abbiamo battuto tutte squadre più quotate della nostra: la Bulgaria, la Russia e la Polonia, approfittando al massimo del fattore campo”. 

Giuliani chiedeva solo di giocare bene: “Riconoscendo le situazioni rischiose. Siamo creativi, giochiamo con cuore e lucidità”.

Non è bastato, anche se i francesi tenevano per la Slovenia e alla fine è quasi rimasto il silenzio, nell’AccorHotels arena, raro esempio di palazzetto intitolato a una catena di alberghi.

Dopo Giani, c’erano stati altri due ct, prima di Giuliani. “Io non ho cambiato molto, il mio sistema di gioco è piaciuto molto. Ho cercato solo di tirare fuori le qualità di questi ragazzi”.

Resta un mistero come l’allenatore di San Severino Marche sia finito ad allenare ad Ankara, come club. “In Italia mi hanno offerto solo squadre di secondo piano, comunque l’Halfbank ha una buona tradizione”.

Il figlio Ludovico, 21 anni, giocherà in serie A3, a Corigliano Calabro, da dove è passato anche il padre. “Nelle ultime stagioni era il secondo libero a Piacenza e a Verona”.

Dove aveva giocato, e per due volte, l’mvp dell’Europeo, Uros Kovacevic, schiacciatore mancino di Trento e anche l’intero sestetto serbo è stato o è in Italia.

La Serbia medaglia d’oro dovrà comunque passare dal preolimpico di gennaio, con la Francia, quarta classificata, battuta 3-0 dalla Polonia nella finale per il bronzo, premiata con 100mila Europeo. Duecentomila vanno all’argento, 400mila mila alla prima classificata, un montepremi notevole.

E’ stato un Europeo persino più lungo del mondiale, dagli ottavi molto emozionante. E fu da questo torneo, 30 anni fa, che iniziò la grande parabola di Julio Velasco. Era il 1° ottobre dell’89 e l’Italia superò la Svezia padrona di casa. All’epoca la Jugoslavia fu 8^, dalla disgregazione è cresciuta in maniera esponenziale.

Fra due anni l’Europeo sarà sempre a 4, in Repubblica CecaEstonia e Finlandia, mentre le finali si giocheranno in Germania. Belgio, Olanda e Slovenia comunque sono felici dell’esperienza di organizzazione, la Francia molto meno perchè contava di vincere. La Serbia ospiterà invece, da sola, gli Europei donne del 2021. Fra maschi e femmine è proprio la nazione leader.

Da “Ilmessaggero.it”

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