Da Gazzetta.it, Giuseppe Nigro. LeBron in mostra fra le stelle Nba. A partire da domenica a Milano.

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Le Bron James con la maglia dei Cleveland Cavaliers.

Da Gazzetta.it, l’articolo di Giuseppe Nigro su LeBron.

Il Prescelto sarà protagonista di una sezione monografica a lui dedicata di “Immagini a canestro: ball don’t lie”, la prima mostra digitale della Nba, curata da Massimiliano Finazzer Flory e organizzata da Nba e Gazzetta dello Sport.

http://www.gazzetta.it/Nba/21-09-2015/nba-lebron-mostra-le-stelle-nba-partire-domenica-130207793008.shtml

Giuseppe Nigro

“Sono il più forte giocatore al mondo”. Detta sotto 3-2 in finale con Golden State con la naturalezza di chi non vede perché pensarla diversamente, la dichiarazione di consapevolezza dei propri mezzi con cui LeBron James ha squarciato una più politicamente corretta falsa modestia non ha perso valore senza il lieto fine nella corsa all’anello. Anzi, acquisisce ancora più valore dopo aver riavvolto il nastro di una stagione che ha detto più di ogni altra cosa che tutto è possibile con il Prescelto in squadra. Un avviso ai naviganti neanche troppo velato in vista della prossima stagione, ribadito da LeBron qualche giorno fa in una foto con i compagni Kevin Love e Kyrie Irving postata su Instagram: “Non vedo l’ora di tornare in campo con voi due! L’anno scorso è stato solo un assaggio di quello di cui siamo capaci e sono già carico al pensiero di quello che succederà”.

 

LE CIFRE — Il ritorno di LeBron per ribaltarne l’immagine pubblica, la partenza difficilissima, il finale entusiasmante, gli infortuni che hanno tolto la terra sotto i piedi dei Cavs nell’inseguimento del titolo che in città tra gli sport professionistici come noto manca dal 1964: la stagione di LeBron è stata un film. Ha chiuso col minimo in carriera di punti giocati, 36.1, che è un bene. Solo una volta in carriera ha dato più dei 7.4 assist dell’anno scorso. D’altra parte i 6 rimbalzi di media sono il minimo dal suo anno da rookie, il 48.8% dal campo è il dato peggiore degli ultimi sette anni, il 35.4% da tre il peggiore degli ultimi quattro. Eppure è stato il miglior realizzatore a Est con 25.3 punti di media, raggiungendo Karl Malone e Jerry West a 11 stagioni consecutive da almeno 25 punti, arrivando a 641 partite di fila in doppia cifra. E’ stato il secondo assistman a Est (7.3 di media), giocatore del mese a febbraio e marzo, miglior realizzatore dell’Est all’All Star Game, dove è il secondo scorer di tutti i tempi a -2 da Bryant.
OLTRE I LIMITI — Le cifre, sicuramente quelle convenzionali, non rendono l’idea del capolavoro di maturità con cui ha reso i Cavs da corsa. Anche per capacità di gestione, pungolo e valorizzazione dei compagni, perché la sua dedizione totalizzante ne definisce il giudizio come fosse un membro del front office o dello staff tecnico. “Quando ho preso la decisione di tornare, sapevo cosa volevo e sapevo che non sarebbe stato semplice, sarebbero serviti duro lavoro e dedizione – disse dopo aver vinto la finale a Est –. Dovevo fare un passo avanti come leader, essere molto paziente, e non lo sono, ma sapevo che dovevo lavorarci”. Dopo il lavoro di reclutamento per costruire i nuovi Big Three, il resto lo ha fatto quando – dopo gli infortuni di Love e Irving – si è ritrovato a fare il Big One ai playoff chiusi alla media da urlo di 30.1 punti, 11.3 rimbalzi e 8.5 assist. Saliti a 35.8 punti, 13.3 rimbalzi e 8.8 assist in una finale che ha visto anche i Cavs avanti per il 2-1, prima di cedere.

SOLO VINCERE — Pur facendo arrivare i suoi messaggi a coach Blatt e a Love, l’anno scorso era quello della pazienza, in cui ha fatto da scudo alla crescita di un gruppo assemblato dal nulla. La prossima stagione sarà invece quella del senso d’urgenza, la cui unica misura del successo sarà la vittoria o meno del titolo. Per questo ha convocato a Miami i suoi compagni per fare gruppo e lavorare insieme con sedute di avvicinamento al training camp che comincia il 29 settembre a Miami. Anche chi non può lavorare sul campo, come Kyrie Irving che dopo l’intervento al ginocchio di giugno potrebbe tornare non subito ma più cautamente entro fine 2015 (e per coprirgli le spalle è arrivato Mo Williams), o come Kevin Love che entro inizio ottobre potrebbe avere dalla sua spalla il via libera per tornare in campo. Resta la querelle sulle trattativa per rifirmare Tristan Thompson, ma si rivedrà Varejao, è arrivato Kaun, JR Smith ha trovato l’accordo per restare, e il coaching staff è stato rifirmato in tronco. Con il Prescelto, tutto è possibile.
LA MOSTRA — LeBron James è il protagonista di una sezione monografica a lui dedicata di “Immagini a canestro: ball don’t lie”, la prima mostra digitale della Nba al mondo al via alla fine di questa settimana, curata da Massimiliano Finazzer Flory e organizzata da Nba e Gazzetta dello Sport, con ingresso gratuito da domenica 27 settembre a sabato 10 ottobre al Samsung District di Viale della Liberazione 9 a Milano, ogni giorno dalle 12 alle 21, con video esclusivi dell’archivio Nba del New Jersey che raccontano i momenti più emozionanti, le azioni più belle, i tiri più sorprendenti degli ultimi 25 anni di basket a stelle e strisce.
A cura di Giovanni Nicotera

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