Libri, I segreti della cucina dell’Emilia Romagna. Per Andrini intervengono Emilio Bonicelli, una vita a Il Sole 24 ore, Castagnetti (Tecnograf) e la professoressa di inglese Patrizia Manzini

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di Vanni Zagnoli

Si ascolterebbero per ore le storie di Stefano Andrini, alla libreria all’Arco, a Reggio. La stanzetta è gremita, con ospiti di prestigio. Emilio Bonicelli per una vita ha rappresentato Il Sole 24 ore, in Emilia Romagna, e poi Castagnetti, di Tecnograf, stampatore di molto, e persino la professoressa di inglese Patrizia Manzini, una vita al liceo scientifico Lazzaro Spallanzani. “Ero in classe con Lisa Bellocchi – racconta la prof, che per anni ha lavorato a poche centinaia di metri da qua -, era l’occasione per ritrovarla”.

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Lisa ha l’influenza, avrebbe presentato “I segreti della cucina dell’Emilia Romagna”, anzi ha contribuito alla realizzazione, perchè nel volume i contribuiti sono decine, partendo da Michela Conficconi, firma di Avvenire, su Santarcangelo.

Andrini racconta l’inizio in radio, con Vasco Rossi, la carriera giornalistica, con la direzione a La Voce di Romagna, sino alla professione di scrittore, con titoli in maori, con spazio in Nuova Zelanda.

Passa dalla musica alle radio libere, dalla goliardia in onda a tavola, da Paolo Cevoli ad altri grandi personaggi che nobilitano la sua opera, presentata in una trentina di città, compreso il Salone del Libro di Torino.

Parla di erbazzone e tagliatelle. “A Piacenza li chiamano anolini, a Reggio capelletti e in Romagna tortellini”.

Andrini saltabecca con disinvoltura da Pellegrino Artusi, gastronomo romagnolo, a Pupi Avati.

“Tutte le mie testimonianze sono state raccolte di persona – conclude il giornalista romagnolo, trapiantato a Bologna -, niente posta elettronica o nuove tecnologie. Con Cevoli ci siamo visti dopo un funerale, nel Bolognese”.

 

 

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